Alcune aziende di cosmetica sono accusate di aver venduto prodotti per capelli contenenti sostanze chimiche dannose per la salute
Il lisciante per capelli è cancerogeno? L’Oréal e altre aziende di cosmetica e bellezza sono state accusate in circa 60 cause legali negli Stati Uniti per aver venduto prodotti per capelli contenenti sostanze chimiche dannose per la salute, tra cui il cancro.
Le aziende sono state accusate di essere a conoscenza della pericolosità dei prodotti ma di aver continuato a venderli. L’Oréal, però, ha dichiarato di essere “fiduciosa nella sicurezza dei suoi prodotti” e di considerare le azioni legali come non valide. Tuttavia, uno studio del National Institutes of Health degli Stati Uniti ha mostrato che le donne che hanno utilizzato ripetutamente i prodotti di L’Oréal hanno più del doppio delle probabilità di sviluppare il cancro uterino.
Lo studio
Uno studio del National Institutes of Health degli Stati Uniti ha mostrato che le donne che usano frequentemente prodotti liscianti per i capelli contenenti sostanze chimiche come parabeni, bisfenolo A, metalli e formaldeide hanno più del doppio delle probabilità di sviluppare il cancro uterino rispetto a chi non li usa.
Secondo lo studio, le donne afroamericane potrebbero avere un rischio ancora più elevato a causa dell’uso più frequente di questi prodotti a un’età giovane. Queste affermazioni sono oggetto di una causa legale contro L’Oréal e altre società simili, che saranno giudicate presto in un tribunale federale di Chicago. La causa sostiene che le aziende erano a conoscenza dei rischi per la salute ma hanno continuato a vendere i prodotti.
Cos’è il cancro uterino
Il cancro uterino è una forma di tumore diffuso tra le donne, con 65.000 casi negli Stati Uniti nel 2022 e 12.000 decessi. L’eccessiva esposizione a estrogeni sintetici, come le sostanze chimiche presenti in alcuni prodotti per lisciare i capelli, potrebbe creare uno squilibrio ormonale e alterare il sistema endocrino, diventando un fattore di rischio importante per il cancro uterino. Tassi più elevati sono stati riscontrati in particolare tra le donne afroamericane.
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