L’Ue potrebbe implementare entro la fine dell’anno un nuovo regolamento, chiamato “Chat Control”, che si propone di analizzare ogni file inviato, conservare video e immagini, e monitorare tutte le chat private degli utenti
Chat Control, il regolamento Ue per sorvegliare le chat private. L’Unione Europea potrebbe presto implementare un nuovo regolamento, chiamato “Chat Control”, che si propone di analizzare ogni file inviato, conservare video e immagini, e monitorare tutte le chat private degli utenti. Questo regolamento, attualmente in attesa di approvazione, potrebbe diventare operativo entro la fine dell’anno.
La proposta di “Chat Control” risale al 2022 ed è finalizzata a combattere la pedopornografia e il terrorismo online. Tuttavia, pur avendo obiettivi di pubblica sicurezza, incontra critiche legate alla privacy dei cittadini dell’Unione Europea, poiché implica un monitoraggio su larga scala delle comunicazioni private. L’iter di approvazione di “Chat Control” ha incontrato diversi ostacoli, tanto che dopo due anni ancora non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.
Un momento decisivo è previsto per il 5 novembre, data in cui Magnus Brunner, commissario designato agli Affari Interni dell’Unione, presenterà la sua posizione definitiva in occasione della riunione della Commissione parlamentare per i diritti civili. Brunner, infatti, dovrà confermare o ritirare la proposta.
Se approvata dalla Commissione, la decisione passerà poi al Consiglio Europeo, l’unico organo che finora non ha ancora accettato il regolamento. Entro dicembre, potrebbero partire nuove discussioni, anche a causa della volontà del primo ministro ungherese Viktor Orbán, il cui mandato alla presidenza dell’Unione termina a fine anno, di ottenere l’approvazione del regolamento durante il suo incarico.
Se il regolamento dovesse ottenere il via libera, tutte le comunicazioni online su piattaforme come WhatsApp, Telegram, Signal e Messenger potrebbero essere sorvegliate dall’Unione Europea. Nella versione della bozza circolata a settembre, è stato proposto che l’uso dell’intelligenza artificiale per il trattamento dei dati sia “facoltativo”. Inoltre, rispetto alla proposta originale, non verrebbero più monitorati i messaggi di testo, ma rimarrebbe la sorveglianza su immagini, video, file audio e link URL condivisi.
Critiche e allarmi sulla proposta “Chat Control”
La proposta ha sollevato numerosi allarmi e critiche. Il servizio legale del Consiglio Europeo ha dichiarato che il regolamento “imporrebbe il controllo generale e indiscriminato (…) e si applicherebbe indistintamente a tutte le persone che utilizzano quel servizio specifico, senza che tali persone si trovino, nemmeno indirettamente, in una situazione suscettibile di dare luogo a un’azione penale”.
Inoltre, l’associazione svizzera Patron, impegnata nella difesa della privacy sul web, ha definito “Chat Control” come un vero e proprio “controllo di massa“. A queste voci si aggiunge anche la Global Encryption Coalition, che ha espresso preoccupazione per la sicurezza e la privacy delle comunicazioni crittografate.
Dichiarazione della Global Encryption Coalition
“La scansione è sempre una scansione, indipendentemente dal tipo di contenuto che cerca. La scansione potrebbe essere facilmente aggirata e creerebbe nuove vulnerabilità di sicurezza che terze parti potrebbero sfruttare. In breve, non risolverà il problema della diffusione online di materiale pedopornografico, ma introdurrà significativi rischi di sicurezza per tutti i cittadini, le aziende e i governi”.
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