Il progetto del ponte sullo stretto di Messina, presentato come una soluzione per agevolare gli spostamenti dei cittadini, ha suscitato l’interesse anche della NATO
Anche alla Nato interessa costruire il ponte sullo Stretto. Il progetto del ponte sullo stretto di Messina, spesso presentato come una soluzione per agevolare gli spostamenti dei cittadini, ha suscitato l’interesse anche del Patto Atlantico, ovvero la NATO.
L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) per la Sicilia, guidata da Paolo Amenta, si è dichiarata sorpresa riguardo a questo aspetto emerso nel disegno di legge di conversione del decreto 35 del 2023, che dovrebbe dare inizio alla costruzione del ponte. L’iniziativa sembra essere collegata alle “importanti basi militari della NATO nell’Italia meridionale“, come sottolineato dalla premier Meloni, e dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, durante la presentazione alle Camere del progetto.
Tuttavia, vi sono perplessità riguardo al progetto, poiché mancano studi che dimostrino la connessione tra la dimensione strategica del ponte e la sua effettiva utilità per i mezzi militari. Anche lo Stato Maggiore dell’esercito italiano dubita che il viadotto possa facilitare il rapido movimento di strumenti bellici e teme che possa diventare un obiettivo di attacchi terroristici o rappresaglie da parte di nemici, data la sua funzione simbolica una volta completato.
Alcuni ipotizzano che Giorgia Meloni possa puntare ad accattivarsi la Commissione Europea tramite questo progetto. Bruxelles sembra essere favorevole a sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia, finanziando opzioni che agevolino lo spostamento di soldati e attrezzature in Europa. Infatti, la realtà guidata da Ursula von der Leyen ha stanziato un cospicuo finanziamento di un miliardo e 700 milioni di euro all’interno del programma Trans-European Transport Network per questo scopo.
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