Alla Bocconi di Milano, tre studenti sono stati sospesi per dei commenti ritenuti offensivi sui bagni gender neutral, tra i quali “li puoi usare per andare a trans”
La Bocconi di Milano è al centro di una polemica per la sospensione di 3 studenti accusati di aver pubblicato online commenti ritenuti offensivi e discriminatori sui bagni “gender neutral” dell’Università.
Tutto è iniziato con la segnalazione alla commissione disciplinare da parte di Samuele Appignanesi, studente trans di giurisprudenza e presidente dell’associazione Lgbtqia+ “Best Bocconi”. Appignanesi ha pubblicato su Instagram alcuni screenshot dei commenti incriminati, che secondo lui “deridevano e insultavano le persone transgender e quelle disabili”.
L’Università Bocconi ha preso atto della segnalazione e ha avviato un’istruttoria. Al termine dell’istruttoria, la commissione disciplinare ha deciso di sospendere i tre studenti per sei mesi.
Nella nota ufficiale, l’Università spiega che i commenti degli studenti “violavano il diritto al rispetto nei confronti di tutti gli appartenenti alla comunità accademica e sono inoltre lesivi dell’immagine e della reputazione della Bocconi”.
L’Università Bocconi ha un codice d’onore che tutti gli studenti sottoscrivono al momento dell’iscrizione. Il codice d’onore impegna gli studenti a “rispettare i principi di tolleranza, inclusione e non discriminazione”.
La sospensione dei tre studenti ha scatenato un acceso dibattito. Da un lato, c’è chi sostiene che l’Università abbia fatto bene a punire i commenti offensivi e discriminatori. Dall’altro, c’è chi ritiene che la sospensione sia una punizione troppo severa e che vada a ledere la libertà di espressione degli studenti.
Samuele Appignanesi, che ha segnalato i commenti offensivi, ha dichiarato: “Era necessario intervenire contro questi messaggi di odio”.
Il Senatore di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato ha scritto: “La sospensione di alcuni studenti solo per il fatto di aver espresso sui social un loro libero pensiero contraddittorio riguardo all’installazione di alcuni bagni gender fluid presso l’Università Bocconi di Milano, mi lascia alquanto sbigottito”.
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