L’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle (M5s) ha approvato modifiche statutarie, tra cui l’abolizione del limite dei due mandati e l’eliminazione del ruolo di garante attualmente ricoperto da Beppe Grillo. Durante il voto, oltre il 63% degli iscritti ha sostenuto la rimozione del garante, mentre il 72% ha approvato l’innalzamento del limite a tre mandati e la deroga per le candidature a sindaco e presidente di Regione. L’assemblea ha anche stabilito che le funzioni del garante saranno trasferite a un organo collegiale eletto, e ha limitato i poteri del presidente. Grillo non ha partecipato all’evento finale dell’assemblea e ha commentato tramite un post su WhatsApp, esprimendo la sua delusione per i cambiamenti avvenuti nel Movimento
L’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle (M5s) ha approvato importanti modifiche alle regole interne, tra cui l’abolizione del limite dei due mandati e la rimozione del ruolo di garante, attualmente ricoperto da Beppe Grillo. Durante il voto, oltre il 63% degli iscritti ha sostenuto la proposta di eliminare il garante, mentre il 72% ha approvato l’innalzamento del limite a tre mandati e la deroga per le candidature a sindaco e presidente di Regione.
Giuseppe Conte, presidente del M5s, ha dichiarato che il garante ha “entrato a gamba tesa” nel processo costituente, creando confusione e tensioni. Ha precisato che non si è trattato di uno scontro tra lui e Grillo, ma ha evidenziato come le indicazioni dell’assemblea siano chiare: è necessario valorizzare le esperienze e le competenze per non rimanere in svantaggio rispetto ad altre forze politiche.
L’assemblea ha stabilito che le alleanze politiche del M5s devono essere condizionate a un accordo programmatico preciso. L’81,2% degli iscritti ha bocciato la proposta di vietare alleanze nelle regole interne, mentre nella votazione sulla collocazione identitaria generale, l’opzione “progressisti indipendenti” ha ottenuto il 36,7% dei consensi.
Inoltre, l’assemblea ha deciso che le funzioni del ruolo di garante dovranno essere affidate a un organo collegiale appositamente eletto, con il 39% dei voti favorevoli. Sono stati approvati anche diversi quesiti che limitano i poteri del presidente: è stato stabilito un limite al numero di candidati proposti dal presidente e si è deciso che il ruolo di presidente del M5s sia compatibile con quello di premier e ministro. Inoltre, è stato stabilito che il presidente non deve essere iscritto ad altri partiti nei dieci anni precedenti e che il numero di componenti eletti del consiglio nazionale aumenta a otto.
Beppe Grillo non ha partecipato all’evento conclusivo dell’assemblea al Palazzo dei Congressi di Roma, lasciando un commento criptico su WhatsApp: “Da francescani a gesuiti”, un riferimento alla trasformazione del M5s da movimento originale a una struttura più simile a un partito tradizionale. Questo commento è stato interpretato dai militanti come una critica alla nuova direzione intrapresa dal Movimento.
L’assemblea ha anche cancellato la facoltà del garante di richiedere una ripetizione delle votazioni, uno strumento che Grillo avrebbe potuto utilizzare per ostacolare il processo costituente. È stata approvata una ristrutturazione della composizione e della nomina del Comitato di Garanzia e del Collegio dei Probiviri, con la possibilità che questi organi vengano azzerati e rinominati dopo le modifiche statutarie.
Giuseppe Conte ha concluso l’assemblea promettendo di non abbandonare la guida del Movimento fino a quando gli iscritti lo vorranno. Con queste modifiche, il M5s si struttura come partito, introducendo anche un sistema di tesseramento e una giovanile. La nuova direzione segna una fase di cambiamento significativo per il Movimento, con l’obiettivo di rendere la sua organizzazione più inclusiva e partecipativa.