“L’aborto non è un diritto, nemmeno in caso di stupro”

Nel corso della presentazione della pubblicazione “Biopoetica, breve critica filosofica all’aborto e all’eutanasia”, svoltasi in sala stampa a Montecitorio, due relatori hanno affermato che l’aborto non è un diritto, nemmeno in caso di stupro

L'aborto non è un diritto, nemmeno in caso di stupro
Una conferenza stampa di tre studiosi del centro studio Machiavelli, svoltasi in sala stampa a Montecitorio, ha scatenato una polemica politica. La saletta era prenotata da un parlamentare della Lega, Simone Billi, che però era assente all’evento.

Nel corso della presentazione della pubblicazione “Biopoetica, breve critica filosofica all’aborto e all’eutanasia”, i due relatori, Maria Alessandra Varone e Marco Malaguti, hanno affermato che l’aborto non è un diritto, nemmeno in caso di stupro.

“Il caso dello stupro è un finto dilemma morale”, ha dichiarato Varone. “Non c’è uno che perde e l’altro che guadagna: il feto perde e la madre guadagna, in termini puramente logici”.

“Nulla toglie che questo bambino venga poi dato in adozione, nulla toglie che questa madre possa portare avanti la sua vita con lui: questo non l’autorizza ad ucciderlo”, ha aggiunto Malaguti.

Le affermazioni degli studiosi sono state riprese dalla stampa, scatenando le proteste delle opposizioni. La deputata del Partito Democratico Alessia Morani ha parlato di “posizioni oscurantiste sull’aborto” da parte della Lega.

Il deputato leghista Simone Billi, che ha prenotato la sala stampa per l’evento, ha preso le distanze dalle posizioni espresse dagli studiosi. “Quelle espresse dagli studiosi del centro studi non sono in alcun modo le mie posizioni nè quelle della Lega”, ha dichiarato Billi. “La Lega è tradizionalmente per la libertà di scelta”.

La vicenda ha sollevato un dibattito sul tema dell’aborto in Italia. La legge 194, che regola l’interruzione volontaria di gravidanza, è stata approvata nel 1978 e consente l’aborto fino alla 12ma settimana di gravidanza.

La Lega è tradizionalmente contraria alla legge 194 e ha più volte proposto di riscriverla in senso restrittivo. Tuttavia, finora non è riuscita a ottenere il sostegno del Parlamento.

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