Questo annuncio arriva in un periodo caratterizzato da un’inflazione molto alta e da sanzioni imposte dai paesi occidentali. Nonostante le difficoltà economiche che la Russia sta affrontando, la Banca centrale ha scelto di non aumentare il tasso d’interesse, contrariamente a quanto previsto da molti analisti che si aspettavano un incremento di 200 punti base
La Banca centrale russa ha deciso di mantenere il tasso d’interesse al 21%, una scelta che ha sorpreso sia i mercati finanziari sia gli esperti di economia. Questo annuncio arriva in un periodo caratterizzato da un’inflazione molto alta e da sanzioni imposte dai paesi occidentali. Nonostante le difficoltà economiche che la Russia sta affrontando, la Banca centrale ha scelto di non aumentare il tasso d’interesse, contrariamente a quanto previsto da molti analisti che si aspettavano un incremento di 200 punti base.
Questa decisione è stata presa in un contesto economico difficile, con l’inflazione che continua a crescere e le tensioni politiche che aumentano. La Banca centrale ha giustificato il mantenimento di questo tasso elevato come necessario per rafforzare l’efficacia delle politiche monetarie restrittive adottate negli ultimi mesi. Tuttavia, molti esperti non avevano previsto questa scelta, e ora si pongono domande sul futuro della politica economica russa.
L’inflazione in Russia ha raggiunto l’8,9% a novembre su base annua, rimanendo ben al di sopra degli obiettivi stabiliti dalla Banca centrale. Inoltre, i costi crescenti legati alla guerra in Ucraina continuano a mettere pressione sulle risorse economiche del paese. La decisione della Banca centrale sembra indicare una volontà di prendersi del tempo per valutare le prossime mosse, ma solleva dubbi sulla sostenibilità di questa strategia.
La scelta della Banca centrale russa di mantenere il tasso d’interesse al 21% è stata inaspettata per molti analisti economici. Nel mese di ottobre, l’istituto aveva già aumentato il tasso di 200 punti base, e il mercato si aspettava un ulteriore aumento per contrastare l’inflazione crescente. Tuttavia, la Banca ha ritenuto che le misure già adottate fossero sufficienti per iniziare a ridurre l’inflazione e riportarla verso l’obiettivo dichiarato.
Le autorità monetarie hanno spiegato che l’inasprimento delle condizioni monetarie ha già avuto un impatto significativo sull’economia. Il rallentamento dell’attività creditizia e l’aumento dei costi per i mutuatari stanno influenzando il mercato interno. Nonostante ciò, molti esperti si chiedono se questa strategia possa essere sostenuta nel lungo periodo, dato che l’inflazione rimane alta e i prezzi dei beni alimentari continuano a salire.
I dati più recenti mostrano che l’inflazione era al 9,5% a metà dicembre, più del doppio rispetto all’obiettivo a lungo termine della Banca centrale, fissato al 4% entro il 2026. L’incertezza sul futuro economico della Russia è alimentata anche dalle spese militari legate alla guerra in Ucraina, che sono una delle principali cause dell’aumento dei prezzi. In questo scenario, mantenere il tasso d’interesse attuale potrebbe essere visto come un segnale di attesa per ulteriori aggiustamenti nelle prossime riunioni.
Nonostante il presidente Putin abbia minimizzato l’impatto dell’inflazione, affermando che l’economia russa stia “crescendo” a un ritmo del 3,9-4%, le pressioni inflazionistiche sono evidenti. Durante una recente sessione di domande e risposte con i cittadini, Putin ha riconosciuto che l’economia potrebbe essere “surriscaldata”, ma ha anche parlato di un presunto “aumento del reddito” disponibile della popolazione.
Questa narrativa contrasta con le difficoltà reali affrontate dai cittadini russi, come l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e le segnalazioni di furti legati alla crisi alimentare. Gli osservatori internazionali sono scettici riguardo alle affermazioni del presidente e alla capacità della Banca centrale di gestire efficacemente l’inflazione in un contesto di elevate spese militari e crescente isolamento economico.
Secondo quanto riportato dalla CNBC, la Banca centrale russa valuterà nuovamente la situazione a febbraio. Tuttavia, la prospettiva di raggiungere un’inflazione del 4% entro il 2026 sembra ancora lontana. Nel frattempo, il costo della vita per la popolazione continua a crescere, contribuendo al malcontento sociale.
La sfida principale per la Russia è quindi quella di trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere l’economia interna e quella di combattere l’inflazione crescente. Con i prezzi alimentari in aumento e una domanda interna elevata, c’è il rischio che la politica monetaria attuale non sia sufficiente. Inoltre, il peso delle spese militari – considerato una delle cause principali del problema inflazionistico – potrebbe vanificare gli sforzi della Banca centrale. In un contesto internazionale già complesso, la Russia sembra affrontare una situazione economica difficile con decisioni complicate all’orizzonte.