L’INDIPENDENTE – Il governo Meloni approva il decreto legge per l’estrazione di “materie prime critiche”

Il governo Meloni ha approvato un decreto legge per l’estrazione di “materie prime critiche” in Italia, elementi essenziali per batterie e dispositivi tecnologici. Tra queste materie, che sono considerate fondamentali per il futuro europeo e italiano, vi sono cobalto, rame, litio, magnesio, grafite, nichel, silicio, tungsteno e titanio. Questi materiali sono ritenuti cruciali per promuovere la transizione digitale e verde dell’industria nazionale, e il governo intende ora cercarli nel sottosuolo italiano.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha indicato che in Italia si trovano almeno 15 di queste materie critiche. Alcune ricerche sono già iniziate, con vari permessi di ricerca rilasciati negli ultimi anni, ma il nuovo decreto legge mira ad accelerare l’intero processo. Le procedure autorizzative verranno semplificate, con permessi rilasciati entro diciotto mesi per le attività estrattive e dieci mesi per quelle di lavorazione e riciclaggio.

Le aree di interesse principali includono Piemonte e Lazio settentrionale per il cobalto, e Toscana, Lazio e Campania per il litio. Altre regioni come Sardegna, Veneto, Toscana, Lombardia, Abruzzo, Sicilia e Calabria contengono diverse altre materie critiche. Alcuni giacimenti sono già stati individuati, ma sarà necessario valutare caso per caso le condizioni di estraibilità.

Un Programma di esplorazione nazionale delle materie prime critiche, con un finanziamento iniziale di 3,5 milioni di euro, sarà promosso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) entro il 24 maggio 2025, e sarà riesaminato ogni cinque anni, in conformità con il Critical Raw Materials Act dell’UE. Il nuovo sistema di royalties prevede una percentuale dal 5 al 7% ripartita tra Stato e Regioni per le concessioni minerarie di progetti strategici.

Il decreto rafforza anche il fondo nazionale del Made in Italy, con una dotazione iniziale di un miliardo di euro, per sviluppare la filiera strategica di estrazione delle materie prime. Inoltre, è stato istituito un Comitato tecnico permanente per le materie prime critiche e strategiche, incaricato di monitorare le catene di approvvigionamento e predisporre un Piano Nazionale delle materie prime critiche.

La nuova legge mira ad allineare la normativa italiana agli standard europei del Critical Raw Materials Act, approvato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo l’11 aprile. Questo atto è stato concepito per ridurre la dipendenza dalla Cina nella raffinazione ed estrazione di minerali fondamentali, cercando di aumentare l’autosufficienza energetica dell’Europa. Gli obiettivi principali sono aumentare l’estrazione e la lavorazione delle materie prime critiche sul suolo europeo e diversificare i partner commerciali. Entro il 2030, l’UE mira ad estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche consumate nell’Unione e a lavorarne il 40% sul territorio europeo.