Il governo del Regno Unito vieta a tempo indeterminato i farmaci bloccanti della pubertà

Il governo del Regno Unito ha annunciato che i farmaci bloccanti della pubertà saranno vietati a tempo indeterminato. Questi farmaci, utilizzati per ritardare lo sviluppo sessuale in bambini e adolescenti trans, erano già stati sospesi in un provvedimento d’emergenza a maggio. La decisione è stata presa dopo un rapporto della Commission on Human Medicines, che ha evidenziato un rischio di salute inaccettabile nella prescrizione di questi farmaci. Il ministro della Salute, Wes Streeting, ha dichiarato che il divieto servirà a dare tempo per ulteriori ricerche sui loro effetti. I bloccanti della pubertà continueranno a essere utilizzati solo nelle sperimentazioni cliniche e per i minori a cui erano già stati prescritti prima di una certa data. Il divieto sarà nuovamente discusso nel 2027. Questa decisione segue un dibattito acceso nel paese riguardo all’uso di questi farmaci e alla gestione della disforia di genere nei giovani

Il governo del Regno Unito ha annunciato che i farmaci noti come bloccanti della pubertà verranno vietati a tempo indeterminato. Questi farmaci, che sono principalmente a base di ormoni, venivano prescritti a bambini e adolescenti transgender per ritardare l’inizio della pubertà e modificare il loro sviluppo sessuale. Il divieto entrerà in vigore dopo che a maggio era stato emesso un provvedimento d’emergenza che aveva già sollevato un ampio dibattito nel paese.

I bloccanti della pubertà continueranno a essere utilizzati all’interno di sperimentazioni cliniche e per i minori che avevano già ricevuto una prescrizione prima di una certa data, che varia da stato a stato. Questa decisione è stata presa in seguito alla pubblicazione di un rapporto, conosciuto come “rapporto Cass”, redatto dalla pediatra Hilary Cass. Il rapporto ha evidenziato delle lacune nelle conoscenze scientifiche riguardo agli effetti di queste terapie, portando il National Health Service (NHS) a interrompere le prescrizioni per gli adolescenti con disforia di genere, ovvero quelli che non si sentono a proprio agio nel genere assegnato alla nascita.

Il governo britannico ha reso definitivo il divieto dopo aver ricevuto un rapporto dalla Commission on Human Medicines (CHM), un ente che si occupa della regolamentazione dei farmaci. Questo rapporto ha messo in evidenza un “rischio di salute inaccettabile” nella prescrizione dei bloccanti della pubertà ai bambini. Il ministro della Salute, Wes Streeting, ha dichiarato che il divieto serve a dare tempo alla ricerca per approfondire la questione.

Il divieto sarà riesaminato nel 2027. Quando è stato emesso il provvedimento d’emergenza, il governo era guidato dal partito conservatore, ma ora è al potere il partito Laburista. A luglio, un gruppo di attivisti per i diritti delle persone transgender ha cercato di contestare la legittimità del divieto, ma la Corte suprema britannica ha confermato la decisione del governo.

I bloccanti della pubertà agiscono sul sistema endocrino e interrompono lo sviluppo di caratteristiche sessuali secondarie, come la crescita del seno o dei peli, e modificano i cambiamenti fisici legati alla pubertà. Per molti adolescenti transgender, questo periodo può essere vissuto con grande disagio a causa dell’affermazione dei caratteri sessuali legati al genere biologico, causando in alcuni casi gravi problemi psicologici.

Il dibattito riguardo ai bloccanti della pubertà è molto delicato e le evidenze scientifiche disponibili sono limitate. Il rapporto Cass ha suscitato interesse e polemiche all’interno della comunità medica e tra coloro che si occupano di identità di genere. In Italia, i bloccanti della pubertà sono ancora prescritti, ma anche qui il dibattito è attivo e si è intensificato negli ultimi mesi, in parte a causa dell’impatto del rapporto Cass e delle posizioni conservative del governo italiano.