Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Turchia potrebbe entrare in Israele come ha fatto nel Nagorno-Karabakh e in Libia
Erdogan evoca la possibilità che la Turchia invada Israele. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Turchia potrebbe entrare in Israele come ha fatto nel Nagorno-Karabakh e in Libia. “Come siamo entrati nel Karabakh e in Libia, potremmo fare lo stesso con loro. Niente è impossibile. Dobbiamo essere forti per fare tali passi,” ha detto Erdogan al canale televisivo Halk, secondo quanto riportato dalla Tass e dai media israeliani. Con queste parole, Erdogan ha ribadito la sua disponibilità a sostenere la Palestina con qualsiasi mezzo.
Nel frattempo, Israele sta preparando la sua risposta all’attacco mortale dal Libano che a Mjdal Shams, sul Golan, ha ucciso 12 bambini e adolescenti drusi in un campo di calcio. Una prima reazione militare israeliana c’è stata la notte scorsa, ma non è stata quella definitiva. Il Gabinetto di sicurezza politico, convocato dal premier Benyamin Netanyahu, sta decidendo il momento e l’ampiezza della risposta, con l’obiettivo di evitare una guerra aperta con Hezbollah. Fonti diplomatiche hanno confermato una risposta certa, ma si lavora per limitare l’attacco a zone specifiche, evitando le grandi città densamente popolate, come Beirut.
Hezbollah ha negato la responsabilità dell’attacco, ma la Casa Bianca ritiene che ci sia la sua responsabilità dietro il razzo che ha colpito il Golan. In preparazione alla risposta israeliana, Hezbollah ha già sguarnito alcune postazioni chiave nel sud del Libano e nella Valle della Bekaa. Anche tutto il Libano è in allerta, con compagnie aeree che hanno rinviato voli e il ministro degli esteri libanese che ha chiesto agli Stati Uniti di fare pressione su Israele per limitare l’attacco.
A livello internazionale, Washington sta lavorando a una soluzione diplomatica lungo la Blue Line per porre fine agli attacchi e permettere ai cittadini di tornare a casa in sicurezza. Anche l’Italia, attraverso il ministro Tajani, sta monitorando la situazione in coordinamento con i governi di Israele e Libano per evitare un’escalation del conflitto.
Dopo l’attacco in Golan, l’aviazione israeliana ha colpito una serie di obiettivi di Hezbollah in Libano. Hezbollah ha rivendicato ulteriori attacchi nel nord di Israele in risposta agli attacchi israeliani in Libano. L’Iran ha avvertito delle conseguenze di qualsiasi nuova azione di Israele, dichiarando che sarà ritenuto responsabile di qualsiasi avventurismo con il pretesto di rappresaglie.
Nel frattempo, a Roma, non ci sono stati progressi sull’accordo per la tregua e gli ostaggi durante la riunione tra Cia, Mossad, Qatar e 007 egiziani. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha indetto per il 3 agosto una giornata di sostegno a Gaza e ai prigionieri, chiedendo una partecipazione popolare continua fino a quando Israele non fermerà la sua aggressione a Gaza.