Nel 2025, la rivalutazione delle pensioni tornerà al meccanismo originario stabilito dalla legge n. 448 del 1998, ma le previsioni indicano un tasso di aumento molto inferiore rispetto a quanto indicato nel Documento di economia e finanza (Def) approvato ad aprile 2024
Di quanto aumenteranno le pensioni nel 2025. Negli ultimi mesi si è parlato della rivalutazione delle pensioni, un meccanismo che prevede, all’inizio di ogni anno, l’adeguamento degli importi delle pensioni in base all’inflazione rilevata negli ultimi 12 mesi. Nel 2025, la rivalutazione tornerà al meccanismo originario stabilito dalla legge n. 448 del 1998, ma le previsioni indicano un tasso di aumento molto inferiore rispetto a quanto indicato nel Documento di economia e finanza (Def) approvato ad aprile 2024, dove si parlava di un +1,6%.
Negli ultimi mesi, infatti, l’inflazione ha rallentato notevolmente. A settembre 2024, l’aumento dei prezzi è stato dello 0,7% su base annua, dopo l’1,1% registrato ad agosto, scendendo ben sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE), che ha deciso di ridurre i tassi di interesse. Questo rallentamento dell’inflazione porterà a una rivalutazione delle pensioni più bassa rispetto a quanto previsto inizialmente.
Il tasso di rivalutazione previsto per il 2025
Secondo fonti governative, il tasso di perequazione per il 2025 sarà inferiore all’1,6% indicato nel Def e si attesterà intorno all’1%. In base alla legge n. 448 del 1998, che verrà applicata senza i tagli introdotti negli ultimi due anni dal governo Meloni, le percentuali di rivalutazione delle pensioni saranno così distribuite:
- Per la parte di importo entro le quattro volte il trattamento minimo (2.394,44 euro lordi): l’aumento sarà pari all’intero 1%, che corrisponde a circa 24 euro lordi in più al mese.
- Per la parte di importo compresa tra quattro e cinque volte il trattamento minimo (2.993,05 euro): la rivalutazione sarà del 90% dell’1%, quindi dello 0,9%, pari a un aumento massimo di circa 5,38 euro.
- Per la parte che supera cinque volte il trattamento minimo: la rivalutazione sarà del 75% dell’1%, ossia dello 0,75%. Ad esempio, su una pensione di 4.000 euro, l’aumento sarà di circa 7,55 euro.
In pratica, la maggior parte dei pensionati vedrà un aumento compreso tra i 10 e i 30 euro al mese, considerando l’importo medio delle pensioni in Italia. Tali cifre, tuttavia, sono da intendersi al lordo delle imposte.
Conguaglio della rivalutazione
Quest’anno non è previsto alcun conguaglio per la rivalutazione delle pensioni, né per il 2024 né per gennaio 2025. Il tasso provvisorio utilizzato a inizio anno, pari al 5,4%, si è confermato come quello definitivo. Pertanto, non ci sarà alcuna differenza da riconoscere ai pensionati.
La rivalutazione dei trattamenti previdenziali e assistenziali
La rivalutazione non riguarda solo le pensioni previdenziali, ma anche quelle assistenziali, inclusi assegni come la pensione di reversibilità e altre forme di sostegno. Per esempio:
- Pensioni minime: oggi pari a 598,61 euro, con la nuova rivalutazione saliranno a 604,59 euro. Tuttavia, in legge di Bilancio è prevista una rivalutazione straordinaria del 2,2%.
- Ex pensione sociale: l’assegno attuale di 534,41 euro aumenterà di circa 5 euro, arrivando a poco meno di 540 euro mensili.
- Pensioni di invalidità civile: l’importo attuale di 333,33 euro sarà rivalutato a 336,66 euro.
Aumento al milione
Questi aumenti andranno sommati all’incremento al milione, che permette di raggiungere importi più alti. Nel caso degli invalidi totali al lavoro, l’incremento si applica a partire dalla maggiore età, mentre per l’assegno sociale e le pensioni minime si applica solo al compimento dei 70 anni, con la possibilità di anticipare tale requisito di un anno ogni cinque anni di contributi, fino a un massimo di cinque anni. Grazie a questa maggiorazione, introdotta nel 2001 dal governo Berlusconi, l’importo finale potrà arrivare fino a 741 euro.
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