Una recente ricerca mette in evidenza un problema importante: le orecchie umane non sono progettate per ascoltare musica o altri file audio a un volume superiore ai 100 decibel. Nonostante ciò, molte persone continuano a farlo. Gli auricolari wireless presentano alcuni rischi per la salute uditiva, e uno studio condotto da tre ricercatori dell’Università di Manchester ha esaminato le potenziali problematiche legate all’uso di questi dispositivi, con particolare attenzione ai giovani. I pericoli associati a questa pratica e il “compromesso” da adottare sono stati delineati.
L’orecchio umano “soffre” oltre i 100 decibel
Ascoltare musica a un volume eccessivo può portare a sviluppare gradi significativi di sordità o addirittura alla perdita totale dell’udito. Come riportato dal Daily Mail, la legislazione dell’Unione Europea e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stabiliscono che il livello di rumore sicuro per le cuffie è di 100 decibel (dB), che corrisponde al suono di una sirena di ambulanza. Tuttavia, il dottor Sam Couth, docente di audiologia presso l’Università di Manchester, ha avvertito che alcuni auricolari sul mercato possono raggiungere i 120 dB, un livello paragonabile al rumore prodotto da una motosega o da un aereo in fase di decollo. Inoltre, il dottor Couth ha sottolineato che «non è solo il livello di esposizione ad essere importante, ma anche la durata dell’esposizione». In ambienti dove i suoni raggiungono gli 85 dB, il tempo massimo sicuro di esposizione è di otto ore. Ogni incremento di 3 dB dimezza il tempo sicuro: diventano quattro ore per 88 dB e solo due ore per 91 dB. «Dunque, a 120 dB – conclude il dottor Couth -, il tempo massimo di esposizione per non creare danni permanenti all’udito è di circa 30 secondi».
Il compromesso: la regola del 60/60
Un altro studio condotto l’anno scorso ha lanciato l’allerta sull’uso improprio delle cuffiette: circa 1 miliardo di giovani tra i 12 e i 34 anni nel mondo rischia di perdere l’udito a causa del volume eccessivo impostato sui loro dispositivi. Questo studio ha spiegato che il danno deriva dall’effetto del rumore su migliaia di minuscoli peli nell’orecchio interno, che sono responsabili della traduzione delle vibrazioni in suoni. Un’eccessiva stimolazione di questi delicati peli può portare alla loro rottura e alla mancanza di rigenerazione, causando così la perdita dell’udito. La soluzione suggerita è quella di ascoltare musica, podcast e altri file audio tramite auricolari sovraurali di nuova generazione che riducono i rumori esterni; in questo modo l’utente non si troverà costretto ad alzare notevolmente il volume. Tuttavia, il professor Michael Stone ha osservato che ci sono diversi rumori che anche le cuffiette più avanzate non possono annullare, come lo stridio dei treni della metropolitana. La ricerca si conclude con il consiglio di Gordon Harrison, che raccomanda agli utenti la regola del 60/60: «utilizzare le cuffie solo per 60 minuti al giorno, a un volume massimo del 60 per cento del totale raggiungibile».