Cosa contiene il ddl Sicurezza approvato alla Camera dei Deputati

La Camera dei Deputati ha approvato il “ddl Sicurezza”. Il provvedimento introduce una serie di misure riguardanti la sicurezza pubblica, la tutela del personale in servizio, le vittime di usura e l’ordinamento penitenziario

Cosa contiene il ddl Sicurezza approvato alla Camera dei Deputati

La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge (ddl) 1660, noto come “ddl Sicurezza”, con 162 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento introduce una serie di misure riguardanti la sicurezza pubblica, la tutela del personale in servizio, le vittime di usura e l’ordinamento penitenziario. La proposta di legge ora passa all’esame del Senato.

Una delle novità principali è la reclusione fino a sei anni per chiunque detenga materiale utile alla preparazione di armi con l’intento di compiere atti di terrorismo, senza specificare ulteriormente la natura di tali atti. Viene inoltre introdotto il reato di “occupazione arbitraria di immobili”, che prevede pene da 2 a 7 anni di carcere non solo per chi occupa abitazioni private, ma anche per chi si impossessa di case pubbliche sfitte.

Un altro punto significativo riguarda l’inasprimento delle misure di sicurezza nelle aree urbane. Il questore avrà il potere di imporre un mini DASPO per vietare l’accesso a determinate aree a persone denunciate o condannate, anche in via non definitiva, per reati contro la persona o il patrimonio. Questa misura è estesa anche ai casi di lesioni contro pubblici ufficiali durante manifestazioni, con la possibilità di arresto in flagranza differita. Simili sanzioni vengono applicate anche nel caso di aggressioni al personale sanitario.

Una parte del disegno di legge si concentra sulla regolamentazione delle manifestazioni pubbliche. L’articolo 14, noto come “norma anti-Ultima Generazione”, prevede pene fino a un mese di carcere o una multa di 300 euro per chi blocca strade o ferrovie. Se il reato viene commesso da due o più persone, la pena aumenta a un periodo di reclusione tra sei mesi e due anni. Questa norma, inizialmente pensata per reprimere le proteste degli attivisti ambientali, estende le sanzioni a qualsiasi cittadino che blocchi il traffico. Un emendamento collegato prevede l’aumento delle pene per chi protesta in modo minaccioso o violento contro grandi opere infrastrutturali, come il Ponte sullo Stretto o il TAV.

Le associazioni per i diritti civili hanno definito gli articoli 15 e 16 come “anti-rom”. Il primo rimuove l’obbligo di rinvio della pena per le donne in stato di gravidanza, mentre il secondo inasprisce le pene per chi organizza o induce all’accattonaggio.

Tra le altre misure, il ddl prevede l’aumento delle pene per reati di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, senza possibilità di considerare circostanze attenuanti. Viene inoltre introdotta una nuova fattispecie di reato per chi promuove o partecipa a rivolte all’interno di carceri o Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), con pene che vanno da 2 a 8 anni di reclusione.

Dall’altra parte, il ddl concede maggiori libertà agli agenti di polizia, che potranno portare armi anche fuori servizio senza bisogno di licenza. Le armi includono pistole di qualunque misura e bastoni animati con lame superiori a 65 cm. Un’altra norma rilevante vieta la coltivazione e la vendita di cannabis light, imponendo restrizioni su prodotti derivati dalla canapa.

Un’altra novità riguarda l’introduzione di dispositivi di videosorveglianza indossabili, le cosiddette bodycam, per le forze di polizia. Il governo ha stanziato oltre 23 milioni di euro per dotare gli agenti di questi strumenti, che saranno utilizzati durante operazioni di ordine pubblico e controllo del territorio. Tuttavia, il Garante per la privacy aveva già espresso riserve su questo tipo di dispositivi, sottolineando il rischio di violazioni della privacy.

Infine, il decreto prevede una serie di benefici per le vittime delle mafie e del terrorismo, riconoscendo ai parenti delle vittime innocenti il diritto ad accedere ai benefici economici dello Stato, anche se hanno legami di parentela con persone condannate o coinvolte in procedimenti penali. Viene inoltre rafforzata la protezione per i collaboratori di giustizia, con l’introduzione di documenti di copertura per garantire la loro sicurezza e riservatezza.

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