Il nuovo governo di Michel Barnier riflette la sua visione politica orientata a destra, ma include anche figure con background diversi, cercando di bilanciare competenze e nuove energie in un momento delicato per la Francia
Michel Barnier ha annunciato in serata la lista completa dei 39 ministri che comporranno il suo governo, un esecutivo orientato a destra, in linea con la famiglia politica del primo ministro francese. Il suo primo compito sarà l’approvazione del bilancio nazionale.
Tra le numerose conferme, spiccano figure come Rachida Dati e Sébastien Lecornu, ma ci sono anche molti nuovi volti. Tra questi, emerge la nomina di Bruno Retailleau come ministro dell’Interno, che sostituisce Gérald Darmanin. Retailleau, conosciuto per le sue posizioni rigide su temi come l’immigrazione, la sicurezza e il rispetto della laicità, è stato a capo del gruppo Les Républicains al Senato dal 2014. Ha costantemente criticato quella che definisce la politica “lassista” di Macron, opponendosi anche a temi come il matrimonio per tutti e la legge sul fine vita. Le sue posizioni hanno attirato critiche, e oggi alcuni esponenti dei Verdi sono scesi in piazza per manifestare contro di lui, accusandolo di omofobia e razzismo.
Jean-Noël Barrot, 41 anni, è stato nominato ministro degli Esteri. Figlio dell’ex ministro e commissario europeo Jacques Barrot, Jean-Noël ha avuto una rapida ascesa nel mondo politico francese. Dopo essersi occupato di temi digitali e aver ricoperto il ruolo di ministro delegato per l’Europa, ha presieduto la commissione Affari Esteri dell’Assemblea Nazionale. A febbraio, è arrivato al Quai D’Orsay, il ministero degli Esteri francese, grazie a un rimpasto di governo che ha visto la sostituzione di Laurence Boone. Barrot è considerato un convinto europeista, una qualità che ha ereditato dal padre.
Un altro nome di spicco è quello di Antoine Armand, appena 33enne, nominato ministro dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria. Nonostante la giovane età, Armand dovrà gestire uno dei ministeri più cruciali del governo. A lui si affiancherà Laurent Saint Martin, ex deputato, che avrà la responsabilità del Bilancio, riferendo però direttamente a Matignon, la sede del primo ministro.
Sébastien Lecornu, uno dei fedelissimi del presidente, mantiene il suo posto alla Difesa, con un bilancio in crescita in risposta alla crisi internazionale. Anche Rachida Dati, una figura spesso controversa della destra, mantiene il suo ruolo come ministro della Cultura.
Una sorpresa nel nuovo esecutivo è la nomina dell’ex deputato socialista Didier Migaud come ministro della Giustizia, che prende il posto di Eric Dupond-Moretti. Migaud, 72 anni, ha una lunga carriera istituzionale, avendo ricoperto il ruolo di presidente della Corte dei Conti e, più recentemente, quello di capo dell’Alta autorità per la trasparenza nella vita pubblica. Nonostante provenga dalla sinistra, ha lasciato la politica attiva nel 2010.
Maud Bregeon, deputata e stretta collaboratrice di Gérald Darmanin, è stata scelta come portavoce del governo. Bregeon è una fervente sostenitrice dell’energia nucleare, un tema di grande importanza per il futuro del paese.
Agnès Pannier-Runacher, esponente dell’ala sinistra del partito di Macron, è stata nominata ministro della Transizione ecologica e dell’Energia. Nel campo dell’agricoltura, la deputata Annie Genevard, vice presidente del partito Les Républicains, ha preso il posto di Marc Fesneau come ministro dell’Agricoltura.
I 17 principali Ministeri
Didier Migaud: Ministro della Giustizia
Catherine Vautrin: Ministro del partenariato con i territori e del decentramento
Bruno Retailleau: Ministro dell’Interno
Anne Genetet: Ministro dell’Istruzione
Jean-Noël Barrot: Ministro dell’Europa e degli Affari esteri
Rachida Dati: Ministro della Cultura e del Patrimonio
Sébastien Lecornu: Ministro delle Forze Armate e dei Veterani
Agnès Pannier-Runacher: Ministro della Transizione ecologica, dell’Energia, del Clima e della Prevenzione dei rischi
Antoine Armand: Ministro dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria
Geneviève Darrieussecq: Ministro della Sanità e dell’accesso alle cure
Paul Christophe: Ministro della Solidarietà, dell’Autonomia e della Parità di genere
Valérie Létard: Ministro dell’edilizia abitativa e del rinnovamento urbano
Annie Genevard: Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste
Astrid Panosyan-Bouvet: Ministro del Lavoro e dell’occupazione
Gil Averous: Ministro dello Sport, della Gioventù e del Volontariato
Patrick Hetzel: Ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca
Guillaume Kasbarian: Ministro della Funzione Pubblica, della Semplificazione e della Trasformazione dell’Azione Pubblica
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/09/21/dal-duro-allastro-nascente-i-39-ministri-di-barnier_cbd158aa-73b8-4d88-a924-23d84e769019.html
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