Perché non si possono prevedere i terremoti?

La comunità scientifica attualmente non è in grado di prevedere i terremoti, ma la ricerca sta progredendo

Perché non si possono prevedere i terremoti?
Perché non si possono prevedere i terremoti? Il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha confermato che non è attualmente possibile prevedere i terremoti. In un’intervista ha dichiarato che “è fondamentale essere consapevoli che i terremoti possono accadere e quindi dobbiamo costruire in modo antisismico. La prevenzione è la prima linea di difesa contro i terremoti. Se un giorno saremo in grado di prevederli, la cosa più importante sarà avere edifici sicuri“.

Anche il Dipartimento della Protezione Civile in Italia ha detto che la previsione dei terremoti è attualmente impossibile. Secondo il sito ufficiale, “la scienza non è ancora in grado di prevedere il tempo e il luogo esatti in cui si verificherà il prossimo terremoto“.

La sola previsione possibile è di natura statistica, basata sulla conoscenza storica della sismicità del territorio italiano e sulla frequenza dei terremoti che vi hanno colpito in passato. Però, anche se sappiamo quali aree del Paese sono a maggior rischio sismico, non è possibile stabilire con precisione il momento in cui si verificherà un evento sismico di forte intensità.

La ricerca, però, sta progredendo e riconosce che una faglia emette segnali prima di un evento sismico. I ricercatori stanno cercando modelli predittivi utilizzando informazioni raccolte e big data, con la speranza di ottenere risultati soddisfacenti.

Terremoti in Italia

L’Italia è particolarmente interessata ai progressi della ricerca in materia di sismologia, a causa della sua importante storia sismica, con una serie di eventi anche recenti che hanno causato ingenti danni alle strutture e molte vittime.

La Protezione Civile ha classificato il nostro paese come ad alto rischio sismico, e per questo motivo, oltre alla previsione, è essenziale porre l’accento sulla prevenzione: è fondamentale costruire edifici sempre più sicuri e resistenti, nonché ristrutturare o ricostruire quelli che non sono a norma antisismica. Potrebbe sembrare scontato ma al momento è l’unica strategia in grado di garantire risultati concreti.

Prevedere i terremoti in futuro?

Sebbene sia attualmente impossibile prevedere con esattezza un terremoto, i ricercatori stanno cercando di avvicinarsi a questo obiettivo.

Secondo il Dipartimento della Protezione civile, negli ultimi anni “la scienza ha fatto progressi notevoli nello studio dei precursori sismici“, ovvero “i parametri chimici e fisici del suolo e del sottosuolo che subiscono variazioni osservabili prima di un terremoto“. In futuro, “lo studio sistematico di questi precursori potrebbe permettere di individuare l’istante iniziale del terremoto, anche se sarà necessario evitare falsi allarmi, che potrebbero causare ancora più danni“. Al momento, “per evitare gli effetti di una scossa sismica, è necessario ridurre i fattori di rischio, soprattutto agendo sulla qualità delle costruzioni. La prevenzione rimane l’unico modo efficace per mitigare le conseguenze di un terremoto“.

Gli animali possono prevedere i terremoti?

Nonostante le informazioni a disposizione siano carenti, esiste una certa evidenza di questo fenomeno. Ad esempio, in Italia, uno studio pubblicato sul Journal of Zoology ha dimostrato che i rospi si sono nascosti poco prima del principale terremoto in Abruzzo nel 2009.

Una revisione sistematica della letteratura scientifica del 2018 sul bollettino della Società sismologica americana ha concluso che al momento ci sono poche prove scientifiche che dimostrano la correlazione tra il comportamento animale e i terremoti. Nonostante le numerose testimonianze, i dati a disposizione sono eterogenei e spesso associati a racconti retrospettivi e aneddotici. In generale, il potere predittivo dei comportamenti animali sembra essere di scarso aiuto nella rilevazione anticipata di scosse di forte entità.

Comprendere ciò che gli animali riescono a percepire potrebbe, tuttavia, fornire un’ulteriore via di ricerca per migliorare i modelli predittivi.

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