In Italia è in corso la creazione di una vasta mappa per prevedere e mitigare i rischi legati ai disastri naturali. Il progetto, denominato Hammon, utilizza un supercomputer per analizzare l’intera penisola
La più grande mappa per prevedere e prevenire i disastri naturali in Italia. In Italia è in corso la creazione di una vasta mappa per prevedere e mitigare i rischi legati ai disastri naturali. Il progetto, denominato Hammon, utilizza un supercomputer per analizzare l’intera penisola e identificare le aree più vulnerabili a terremoti, inondazioni, frane e altri eventi catastrofici. Questa iniziativa è gestita dal Centro nazionale di ricerca in high performance computing, big data e quantum computing (Icsc), con l’obiettivo di fornire una rappresentazione dettagliata e aggiornata dello stato del territorio italiano.
L’obiettivo
In seguito agli ingenti danni causati dalle alluvioni del maggio 2023 in Emilia-Romagna, si sta sviluppando un sistema per aiutare la Protezione Civile a identificare e monitorare le zone più vulnerabili in Italia. L’obiettivo è evitare la necessità di consultare multiple mappe per differenti rischi naturali, semplificando così l’intervento dei soccorritori. Questo approccio è stato evidenziato recentemente nel caso dei Campi Flegrei, dove la capacità di stimare danni e individuare edifici a rischio di crollo ritardato è cruciale anche dopo l’evento.
Il progetto prevede l’uso di gemelli digitali delle aree colpite, creati quasi in tempo reale integrando immagini satellitari da Cosmo-SkyMed e Prisma (entrambi dell’Agenzia Spaziale Italiana – ASI), immagini da drone e street view. Le prime forniscano una visione d’insieme, mentre le seconde utilizzano varie lunghezze d’onda per analizzare dettagliatamente le aree ad alto rischio, supportando la pianificazione degli interventi necessari. Le immagini “a livello strada” documentano lo stato dei singoli edifici, facilitando l’individuazione di danni strutturali come crepe sospette.
Ugo Becciani, leader dello Spoke 3 di Icsc (Astrophysics & Cosmos Observations), spiega che questa mappatura avanzata permette di valutare lo stato del territorio prima e dopo eventi catastrofici, anche da remoto. Inoltre, la realtà virtuale consente di esplorare anche zone normalmente inaccessibili e di rilevare dettagli altrimenti invisibili all’occhio umano, grazie alla varietà di immagini ottenute con diverse lunghezze d’onda.
Il progetto Hammon
Il progetto Hammon non solo supporta la rapida ricostruzione dopo un disastro, ma anche la valutazione dei futuri rischi per l’Italia. Questo include il rischio di crolli strutturali e altre potenziali catastrofi naturali legate alla crisi climatica. Utilizzando dati meteorologici, sismici, vulcanici e altri, Hammon integra queste informazioni in una singola mappa, consentendo ai soccorritori di monitorare facilmente le vulnerabilità dell’intero territorio italiano. Questa sfida tecnologica procede per fasi, con Bologna e l’Emilia-Romagna in prima linea nel rivelare i loro punti deboli, insieme ad altre aree rurali, montane o con attività vulcanica significativa.
Ugo Becciani, tecnologo presso l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), leader del progetto, spiega che la precisione delle analisi varia da regione a regione. Il tempo di aggiornamento delle informazioni dipende dalle probabilità e dall’evoluzione dei rischi specifici. Becciani, un astronomo, sottolinea la sua partecipazione a un progetto così “terrestre”, evidenziando come le tecnologie astronomiche possano essere adattate per integrare e analizzare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti, inclusi studi multidimensionali delle immagini terrestri.
Il progetto Hammon rappresenta un contributo significativo proveniente dall’astronomia, promosso dal Gruppo Unipol e guidato dall’Icsc. Questa iniziativa è cruciale per la creazione di una mappa completa delle vulnerabilità in Italia, fondamentale anche per il settore assicurativo. La mappa consente di migliorare la valutazione dei rischi, ottimizzare la tariffe delle polizze e facilitare le ispezioni in aree temporaneamente inaccessibili. Inoltre, accelera i processi di sottoscrizione delle polizze e aiuta a valutare le condizioni degli edifici prima e dopo eventi catastrofici, riducendo il rischio di frodi.
C’è l’auspicio che Hammon possa anche influenzare positivamente la pianificazione urbanistica, agendo come deterrente contro le costruzioni non regolamentate. Tuttavia, il futuro del progetto dipenderà dai finanziamenti disponibili dopo il 2025, quando scadranno i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che hanno avviato il centro.
Ugo Becciani sottolinea l’importanza delle alleanze interne e dei rapporti stabili con gli enti coinvolti, evidenziando la necessità per un paese vulnerabile come l’Italia di continuare questo tipo di iniziativa.
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