I principali reati che un datore di lavoro può commettere e in quali casi è opportuno denunciarlo
Tutti i reati che può commettere il datore di lavoro. Quando un lavoratore ritiene che i propri diritti siano stati violati, in genere può rivolgersi al tribunale civile, nella sezione dedicata al lavoro, oppure all’Ispettorato del lavoro. Tuttavia, in situazioni più gravi, è possibile agire anche per vie penali.
Tra i comportamenti illeciti di un datore di lavoro ci sono la lesione della privacy, l’installazione di telecamere per il controllo a distanza senza l’accordo con i sindacati, le minacce di licenziamento, i maltrattamenti e il mobbing, che può arrivare a configurarsi come stalking. In questi casi, il lavoratore ha la possibilità di presentare una querela per violazione delle norme sul lavoro.
Diverso è il caso del “lavoro in nero“. Anche se potrebbe sembrare un reato, la mancata regolarizzazione del dipendente viene considerata un illecito di natura amministrativa, e non penale. Pertanto, non è possibile sporgere denuncia penale, ma ci si può comunque rivolgere all’Ispettorato del lavoro per far valere i propri diritti e ottenere la regolarizzazione del contratto.
Lesione della privacy e controlli a distanza
Un reato piuttosto frequente nel contesto lavorativo riguarda la violazione della privacy dei dipendenti tramite controlli a distanza non autorizzati. Secondo l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, l’installazione di telecamere per la videosorveglianza è consentita solo in presenza di esigenze organizzative, produttive, di sicurezza sul lavoro o per la tutela del patrimonio aziendale. Tuttavia, affinché tale sorveglianza sia legittima, deve essere preceduta da un accordo con i sindacati o, in mancanza di questi, dall’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.
Se il datore di lavoro installa telecamere senza rispettare queste condizioni, si configura una violazione della privacy dei lavoratori, che può essere denunciata alle autorità competenti. Esistono però eccezioni: la giurisprudenza ha stabilito che la videosorveglianza installata senza l’accordo sindacale e senza segnali visibili può essere considerata legittima se risulta necessaria per confermare sospetti già fondati su gravi violazioni da parte di un dipendente.
Estorsione e minaccia di licenziamento
Un altro reato che può verificarsi in ambito lavorativo è l’estorsione. Questa si manifesta quando un datore di lavoro minaccia di licenziare un dipendente con l’obiettivo di costringerlo a compiere azioni contrarie alla sua volontà o a rinunciare a diritti legittimi. Tale comportamento costituisce un reato e il lavoratore che lo subisce ha il diritto di raccogliere prove e presentare una querela entro tre mesi agli organi giudiziari competenti.
Mobbing e stalking
Il mobbing, invece, si verifica quando un lavoratore è oggetto di continue vessazioni da parte del datore di lavoro o dei colleghi. Questo insieme di comportamenti mira a umiliare o danneggiare il dipendente. Lo stalking, d’altra parte, consiste in condotte moleste o minacciose che provocano nella vittima uno stato di ansia grave e duraturo.
Mentre il mobbing non è considerato un reato ma un illecito civile che dà diritto al risarcimento, può diventare penale in alcuni casi specifici. Ad esempio, se il datore esercita un controllo abusivo creando un ambiente insostenibile. Questo reato è punibile ai sensi dell’articolo 572 del codice penale.
Discriminazione e molestie
La discriminazione sul posto di lavoro è vietata in Italia dal Decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198. Questo tipo di discriminazione comprende anche le molestie sessuali, che possono essere affrontate sia in sede civile che penale. Il reato di violenza sessuale può scaturire anche da minacce di licenziamento nel caso in cui il dipendente non ceda alle richieste del datore.
Violazione delle norme della sicurezza sul lavoro
Un’altra area in cui il datore di lavoro può commettere reato è la violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La mancata osservanza di tali obblighi può causare incidenti sul lavoro e dare luogo a reati come lesioni personali colpose o omicidio colposo. I lavoratori possono denunciare il datore all’Ispettorato del Lavoro o alle autorità giudiziarie.
Omesso versamento dei contributi previdenziali all’Inps
Il datore di lavoro può incorrere in reato anche in caso di omesso versamento dei contributi previdenziali all’Inps. Se l’importo non versato non supera i 10.000 euro, si tratta di un illecito amministrativo; se supera questa soglia, diventa un reato.
Mancato versamento assegni familiari e malattia
Mancato versamento degli assegni familiari: quando il datore indica in busta paga importi relativi agli assegni familiari ma non li versa realmente, commette un reato. Dichiarare falsamente rappresenta quindi una frode con danno economico allo Stato.
Lavoro in nero
Lavoro “in nero”: la mancata regolarizzazione di un dipendente è considerata un illecito amministrativo. Il lavoratore può rivolgersi al tribunale civile o all’Ispettorato del Lavoro per richiedere l’accertamento del rapporto e ottenere il pagamento delle differenze salariali.
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