L’impatto ambientale dei super ricchi è largamente sottostimato

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature ha rivelato che l’impatto ambientale delle persone più ricche è ampiamente sottostimato, mentre l’impronta di carbonio delle persone più povere è sovrastimato

L'impatto ambientale dei super ricchi è largamente sottostimato

L’impatto ambientale dei super ricchi è largamente sottostimato. Un nuovo studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori delle università di Copenhagen, Basilea e Cambridge, e pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha rivelato che l’impatto ambientale delle persone più ricche è ampiamente sottostimato, mentre l’impronta di carbonio delle persone più povere è sovrastimata. Questo fenomeno è stato riscontrato in vari paesi del mondo. Il team ha intervistato migliaia di persone provenienti da quattro paesi diversi per ricchezza, stile di vita e cultura: Danimarca, India, Nigeria e Stati Uniti. Dalle risposte raccolte, è emerso che sia le persone di reddito alto sia quelle di reddito basso non hanno una percezione accurata del loro reale impatto sul clima.

Kristian Steensen Nielsen, uno dei coautori dello studio, ha spiegato: “Una maggiore consapevolezza e discussione sulle disuguaglianze esistenti nelle impronte di carbonio personali possono aiutare a creare pressione politica per affrontare queste disuguaglianze e sviluppare soluzioni climatiche che funzionino per tutti.” I dati di altre organizzazioni, come Oxfam, dimostrano che nel 2019 l’1% dei più ricchi ha prodotto la stessa quantità di emissioni di gas serra dei due terzi della popolazione mondiale, con le conseguenze climatiche che colpiscono principalmente i paesi in via di sviluppo.

Lo studio ha evidenziato che la maggior parte delle persone intervistate tende a sovrastimare l’impronta di carbonio del 50% più povero della popolazione e a sottostimare quella del 10% e dell’1% più ricchi. Tuttavia, è interessante notare che i partecipanti appartenenti al 10% più ricco erano più inclini a sostenere politiche climatiche come l’aumento del prezzo dell’elettricità nei periodi di punta, la tassazione del consumo di carne rossa o l’incentivazione di tecnologie per la riduzione dell’anidride carbonica, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Secondo i ricercatori, questo atteggiamento potrebbe essere legato a un livello di istruzione più alto tra i redditi elevati, una maggiore capacità di adattarsi a politiche basate sui prezzi o una preferenza per soluzioni tecnologiche alla crisi climatica.

Ramit Debnath, coautore dello studio e ricercatore all’Università di Cambridge, ha sottolineato che “ci sono gruppi che preferirebbero spostare la responsabilità di ridurre le emissioni di carbonio dalle aziende ai singoli individui, il che è problematico”. Tuttavia, ha aggiunto, l’analisi delle impronte di carbonio personali può mettere in luce le profonde disuguaglianze esistenti all’interno dei paesi e tra loro, aiutando le persone a comprendere come vivere in modo più sostenibile. Debnath ha poi aggiunto: “Abbiamo scoperto che i ricchi, indipendentemente dal paese, hanno preoccupazioni simili, che differiscono notevolmente da quelle del resto della società. C’è un enorme contrasto tra i miliardari che viaggiano in jet privati e il resto di noi che usa cannucce di carta: una di queste attività ha un grande impatto sull’impronta di carbonio, l’altra no.”

Il team ha anche esaminato la correlazione tra la percezione delle disuguaglianze nell’impronta di carbonio e il sostegno alle politiche climatiche. In Danimarca e Nigeria, i partecipanti che avevano sottostimato le disuguaglianze tendevano a sostenere meno le politiche climatiche, mentre in India i partecipanti appartenenti al 10% più ricco erano generalmente più favorevoli a tali politiche, probabilmente grazie a un livello di istruzione e risorse maggiori. Dopo aver appreso l’effettiva portata delle disuguaglianze, molti partecipanti hanno riconosciuto che la situazione è “leggermente ingiusta”. Debnath ha concluso affermando che “a causa della loro maggiore influenza finanziaria e politica, molti impegni climatici riflettono principalmente gli interessi dei più ricchi e raramente comportano cambiamenti fondamentali nello stile di vita o nello status sociale delle persone meno abbienti.”

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