I numeri sono arrivati in Europa grazie a matematici e astronomi arabi che circa mille anni fa li portarono dall’India
Chi ha inventato i numeri? Molti storici ritengono che i concetti di singolare, plurale e duale erano già presenti in moltissime lingue, anche in quelle antiche. Poi, la scoperta di un reperto di oltre 20 mila anni fa confermò che anche nel paleolitico esistevano delle popolazioni che avevano i concetti di numeri e conteggio.
In seguito, in moltissime parti del mondo, cominciarono a spuntare metodi di conteggio e di numeri. Alcuni in “base 10” (come il nostro), altri in “base 2” o in “base 5“. Maya, Incas, egiziani, babilonesi, ecc., tutti nel corso del tempo hanno iniziato a creare il loro sistema numerico.
I numeri come li conosciamo oggi (cioè 1, 2, 3, 4, ecc.) derivano dai numeri arabi, ma in realtà sono nati in India più di 2 mila anni fa. A riprova di questo, nel 2017 si è scoperto che nel Bakhshali, un antichissimo compendio indiano di matematica che fu rinvenuto per puro caso oltre un secolo fa in Pakistan, fossero trascritti i primi esemplari di “zero” della Storia.
Sono arrivati in Europa grazie al lavoro dei matematici e astronomi arabi (soprattutto tramite le opere del matematico persiano al-Khwārizmī, manoscritto è considerato il padre dell’Algebra, che venne tradotto in latino e divenne, sul finire del Medioevo, conosciuto in Francia, in Italia, in Germania) che circa mille anni fa li portarono dall’India all’Europa facendoli diventare i numeri che usiamo oggi.
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