Verso il 1870 apparvero i primi “referees” o “umpires”. Stavano a bordo campo e per richiamare l’attenzione dei giocatori usavano la voce. Così a fine partita erano spesso afoni
Il fischietto dell’arbitro fu scoperto “per caso” alla fine dell’Ottocento, quando il neozelandese William Harrington Atack, arbitro di rugby, lo utilizzò durante una partita. In precedenza, gli incontri sportivi non avevano bisogno di arbitri, ma nel corso degli anni ’70 del XIX secolo, gli umpires o referees apparvero per la prima volta. Questi si posizionavano lungo il campo e usavano la voce per richiamare l’attenzione dei giocatori, ma spesso finivano afoni alla fine della partita.
La novità del fischietto piacque molto ad Atack e alla fine di una partita nel giugno del 1884, infilò le mani in tasca, vi trovò il fischietto che usava per i suoi cani e lo usò per interrompere il gioco. L’invenzione fu gradita e adottata prima nel rugby e poi nel calcio.
Nel 1891, l’Ifab (International Football Association Board) definì ufficialmente i compiti dell’arbitro e lo munì di taccuino e fischietto, rendendo il fischietto un elemento fondamentale per l’arbitraggio sportivo.
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