Herpes Zoster: cos’è, sintomi, perché viene, cura, rimedi

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Herpes Zoster: cos’è, sintomi, perché viene, cura, rimedi
Herpes Zoster. L’herpes Zoster (o Fuoco di Sant’Antonio) è una malattia molto comune che colpisce entrambi i sessi dopo i 40 anni, ma specialmente gli over 60 e i bambini sotto i 10 anni.

Il fuoco di Sant’Antonio può, però, insorgere anche in persone con malattie del sistema immunitario o sottoposte a cure (chemioterapia e radioterapia) che danneggiano i meccanismi di difesa contro le infezioni. Infine, la malattia può manifestarsi in persone del tutto sane che per fatti banali (stress, freddo o scottature solari) si indeboliscono e diventano più suscettibili ad ammalarsi.

Circa il 90-95% delle persone si ammala di varicella. Di queste, circa il 10-20% viene successivamente colpito dal fuoco di Sant’Antonio. In Italia sono circa 150.000 i casi di Herpes Zoster all’anno.

Herpes Zoster: cos’è

Cos’è l’Herpes Zoster: conosciuto come Fuoco di Sant’Antonio, fa parte del gruppo degli “Herpesvirus” (al quale appartiene anche l’herpes Simplex che colpisce labbra e parti intime).

E una malattia virale (altamente contagiosa tramite contatto) causata dalla riattivazione dello stesso virus che causa varicella: il Virus Varicella-Zoster (VZV). Mentre, però, la varicella è tipica dei bambini, il fuoco di Sant’Antonio colpisce le persone adulte e soprattutto quelle anziane.

Colpisce l’apparato immunitario con manifestazioni di piccole pustole a carico della pelle. La zona maggiormente colpita di solito è la fascia del tronco fino alla vita (il fianco), da qui il nome “Zoster” (che in greco significa “cintura” o “fascia”).

Herpes zoster: significato

Perché si chiama Herpes zoster: deriva dalle parole “herpetón” e “zoster“, che in greco classico significano rispettivamente “serpente” e “cintura“. Infatti, nella maggior parte dei casi, la sensazione di bruciore doloroso e le eruzioni vescicolari sono distribuite sul tronco come una mezza cintura.

Fuoco di Sant’Antonio: significato
Perché si chiama Fuoco di Sant’Antonio: Sant’Antonio Abate, nel deserto, resistette agli insidiosi attacchi del diavolo (che si manifestava sotto forma di serpente). Investito da fuoco e fiamme, i suoi discepoli lo ritrovarono quasi morente, ricoperto di gravi ferite e dolorose ustioni su tutto il corpo. Così, per il suo rapporto con “quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto” conquistò non solo la santità, ma anche un posto nella storia delle gravi affezioni dell’umanità. Infatti, da secoli il suo nome è associato a tutte quelle malattie che provocano dolore e bruciore intensi.

Herpes Zoster: cause

Cause dell’Herpes Zoster: è causato dal virus della varicella infantile. Tale malattia si caratterizza per la comparsa di numerose chiazze rosse che compaiono sulla cute ed evolvono in vescicole.

Il sistema immunitario si attiva per produrre anticorpi specifici. Nonostante la presenza degli anticorpi, l’organismo non riesce a sconfiggere completamente l’Herpes Zoster (si rifugia nei gangli sensitivi delle radici dorsali del midollo spinale e/o dei nervi cranici e può rimane silente per tutta la vita).

Quindi, anche se il bambino guarisce dalla varicella, il virus rimane latente nelle cellule nervose dell’organismo pronto ad una seconda manifestazione chiamata Fuco di Sant’Antonio. Può, quindi, ripresentarsi con successivi episodi di febbre sulle labbra e parti intime.

Herpes Zoster: sintomi

Sintomi dell’Herpes Zoster: l’eruzione (molto dolorosa) è accompagnata da febbre, senso di malessere generale, brividi, mal di testa e di stomaco. Spesso, inoltre, si associa a prurito e formicolii locali. Il dolore varia da paziente a paziente: può essere dolore pulsante, acuto, lancinante o trafittivo. Si può associare anche un dolore circoscritto alla zona colpita (la zona diventa molto sensibile al contatto e allo sfioramento prodotto dai vestiti).

Nel 50-60% dei casi, le lesioni del Fuoco di Sant’Antonio sono localizzate nell’area toracica. Le manifestazioni possono, però, comparire anche in altre zone. E’ possibile, infatti, avere eruzioni cutanee localizzate anche su un lato del viso (fronte, occhio, guance e mento) creando un eritema simile ad una profonda bruciatura della pelle.

In genere, il dolore compare nella “fase prodromica” (arrossamento cutaneo e senso di formicolio o intorpidimento nell’area in cui compaiono le vescicole), si mantiene durante la “fase eruttiva” (48-72 ore, ma può iniziare fino a due settimane) e permane per lunghi periodi dopo la risoluzione dello sfogo.

Dopo circa una settimana dalla comparsa dei primi sintomi, nella zona si iniziano a formare delle piccole eruzioni cutanee (una specie di eritema composto da tante piccole bollicine e pustole gonfie di liquido molto simile a quelle che si sviluppano con la varicella).

La fase di formazione e rottura delle vescicole coincide con il picco di contagiosità della malattia. I pazienti smettono di trasmettere il virus quando tutte le lesioni si sono essiccate e si sono formate le croste. Le croste tendono, poi, alla desquamazione spontanea nell’arco di 10 giorni. Quindi, la cute torna integra nell’arco delle successive 2-4 settimane.

Herpes Zoster: perché e come avviene il contagio

Perché e come avviene il contagio con l’Herpes Zoster: è un virus molto contagioso che può essere trasmesso solo a soggetti che non hanno mai contratto l’infezione primaria (varicella). Chi, invece, ha già avuto la varicella non può contagiare altre persone con il Fuoco di Sant’Antonio, ma può trasmettere la varicella se queste non l’hanno mai avuta: il contagio, in questo caso, può avvenire per via aerea perché il virus colpisce le prime vie respiratorie.

Il contagio può verificarsi attraverso il contatto diretto con il fluido contenuto nelle lesioni vescicolari. Quindi, è importante che le pustole siano ben coperte in modo da evitare la trasmissione della malattia.

Per non trasmettere il virus ad altre persone è opportuno che il paziente:
  • Eviti di toccare o graffiare le vescicole;
  • Lavi spesso le mani;
  • Mantenga l’eruzione coperta;
  • Eviti di condividere oggetti personali;
  • Eviti di andare in piscina;
  • Eviti di praticare sport di contatto.
Herpes Zoster e gravidanza

Quali sono i rischi dell’Herpes Zoster legati alla gravidanza: in gravidanza è molto pericoloso perché può essere trasmesso al feto e provocare diversi effetti a seconda della settimana di gestazione.

Se il contagio avviene durante le prime 30 settimane di gravidanza, il bambino potrebbe nascere con malformazioni congenite.

Se a colpire la donna in gravidanza (tra i 21 e i 5 gironi prima del parto) è la varicella, il piccolo potrebbe nascere con la malattia o manifestarla dopo pochi giorni dalla nascita (senza, però, causare danni di rilievo perché gli anticorpi sono stati già trasmessi dalla mamma nella pancia). Secondo le statistiche, una piccola percentuale di bambini che non ha manifestato subito il virus, può ammalarsi di varicella entro i primi 5 anni di vita.

Herpes Zoster: complicanze

Le complicanze dell’Herpes Zoster: la più comune è la nevralgia posterpetica (un dolore neuropatico cronico, che si sviluppa dopo almeno 30 giorni dalla guarigione delle lesioni cutanee e che può continuare per mesi o anni).

Se viene coinvolto anche il viso, soprattutto nella zona degli occhi, la malattia prende il nome di herpez zoster oftalmico. In questi casi è importante rivolgersi tempestivamente al medico, dato che in assenza di trattamento la vista può subire gravi ripercussioni. Infatti, in assenza di terapia, herpes zoster oftalmico può portare alla cecità.

Altre complicanze sono l’infezione polmonare e l’interessamento del sistema nervoso centrale (mielite, meningite asettica e meningoencefalite).

Infine, l’infezione da Herpes Zoster nei giovani adulti può aumentare il rischio di un evento cardiovascolare (incremento del rischio di ictus del 75% e di infarto del 50%).

Herpes Zoster: cura e rimedi

Cura e rimedi per l’Herpes Zoster: la terapia si basa sull’impiego di farmaci antivirali da assumere per via orale dietro prescrizione medica. I farmaci antivirali, oltre che a curare l’herpes, impediscono alla malattia di ripresentarsi a distanza di qualche mese.

Invece, contro il prurito e le pustole viene utilizzata una crema da spalmare almeno 3 volte al giorno sull’eruzione cutanea (facendo attenzione a coprirla solo con del tessuto in cotone naturale). La guarigione avviene entro 3-5 settimane e non lascia cicatrici visibili sulla zona colpita da pustole, bruciore e prurito.

Esiste anche un vaccino contro l’herpes chiamato Zostavax®. E’ un farmaco approvato dalla Food and Drug Amministration (FDA) che però non è venduto in Italia. Questo vaccino consente di prevenire e ridurre la probabilità di manifestare l’herpes degli over 60 che hanno già avuto la varicella. In uno studio condotto su 38.000 adulti (di età pari o superiore a 60 anni), il vaccino ha ridotto l’incidenza della malattia del 51,3%.

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