Perché la Befana riempie la calza di dolci o carbone?

Epifania e curiosità: ecco perché la Befana riempie la calza di dolci o carbone e i Magi venuti da lontano adorano il bimbo Gesù

Perché la Befana riempie la calza di dolci o carbone?
Perché la Befana riempie la calza di dolci o carbone? Il 6 gennaio si celebra l’Epifania (dal greco, significa “rivelazione improvvisa”, “manifestazione”). Coincide anche con il giorno che mette fine alle festività natalizie. Nella tradizione cristiana si ricorda l’adorazione dei Magi che, venuti da lontano, si dirigono verso Betlemme per festeggiare la nascita di Gesù Bambino, portandogli in omaggio: oro, incenso e mirra.

Solo nel Vangelo di Matteo sono citati i Magi che arrivano da lontano per rendere omaggio al piccolo Gesù. Nel capitolo 2 (versetti 1-3) si legge): Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. Solo secondo la leggenda i re magi erano tre. I nomi (Melchiorre, Baldassare e Gaspare) sono anch’essi frutto della tradizione. Inoltre, Matteo non parla di cometa, ma di astro, cioè una stella. Matteo, però, fa riferimento ai tre doni: oro, incenso e mirra.

Un’occasione che non si festeggia allo stesso modo e nello stesso giorno in tutto il mondo. Ad esempio, la chiesa ortodossa festeggia l’Epifania il 19 gennaio.

Le calze della Befana

L’Epifania tutte le feste porta via“, recita un popolare proverbio.
La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…“, recita una filastrocca diffusi in Italia.

In Italia, uno dei simboli legati alla festività del’Epifania è la Befana. Nell’immaginario collettivo è una donna anziana che porta dolciumi o carbone ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Perché ad essere riempite sono le calze?

La leggenda narra che è i Magi, diretti a Betlemme, non trovando la mangiatoia chiesero informazioni a un’anziana, incontrata lungo il cammino. La donna, pur sapendo che i Magi si recavano da Gesù, in un primo momento non volle seguirli. Poi si pentì, preparò un cestino di dolci e si mise in cammino alla ricerca dei Magi, sperando di raggiungerli. Bussò a ogni casa per trovarli e a ogni bambino incontrato regalò dei doni, nella speranza di imbattersi anche nel piccolo Gesù. Da allora, la Befana gira il mondo regalando dolci per farsi perdonare e i piccoli mettono fuori dall’uscio di casa calze e scarpe per la vecchia signora.

Il carbone

La Befana, nella tradizione, incarna anche l’anno vecchio che lascia il posto al nuovo. In molte Regioni italiane c’è l’usanza di bruciare un fantoccio, per salutare l’anno passato. Il carbone è una reminiscenza di quel falò: il carbone dolce è stato associato nel tempo a una punizione per i bambini cattivi.

Calze e arance

In altri Paesi (come gli Stati Uniti) è a Natale che si appendono le calze al camino. Santa Claus (Babbo Natale per noi) scende dal camino e oltre a portare doni, riempie di dolciumi le calze che trova appese. In altri paesi questo ruolo è affidato a San Nicola. In questo caso, protagonisti non sono solo i dolci ma anche le arance. Il frutto richiama il colore dei tre lingotti d’oro che San Nicola (vescovo di Myra, in Turchia, morto nel 343 dopo Cristo) avrebbe regalato a tre fanciulle povere, permettendo loro di sposarsi.

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