Corpus Domini: cosa significa e perché si celebra

La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, conosciuta come Corpus Domini, è una delle principali festività dell’anno liturgico della Chiesa cattolica

Corpus Domini: cosa significa e perché si celebra
Corpus Domini: cosa significa e perché si celebra. La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, conosciuta come Corpus Domini, è una delle principali festività dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Prima della riforma liturgica del 1969, era nota come Festum Ss.mi Corporis Christi. Questa solennità è mobile e viene celebrata il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità, oppure, in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, la domenica successiva.

La festa richiama la liturgia della Messa nella Cena del Signore (Missa in cena Domini) del Giovedì Santo, ma in una circostanza liturgica meno intensa. Fu papa Urbano IV a istituire questa solennità cristiana universale ad Orvieto, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264.

Origine

La solennità del Corpus Domini nacque nel 1247 nella diocesi di Liegi (Belgio) per celebrare la reale presenza di Cristo nell’eucaristia in reazione alle tesi di Berengario di Tours, secondo il quale la presenza di Cristo non era reale, ma solo simbolica.

L’introduzione di questa festività nel calendario cristiano la si deve principalmente a una donna, suor Giuliana di Cornillon, una monaca agostiniana vissuta nella prima metà del tredicesimo secolo. Da giovane avrebbe avuto una visione della Chiesa con le sembianze di una luna piena, ma con una macchia scura, a indicare la mancanza di una festività.

Nel 1208 ebbe un’altra visione, ma questa volta le sarebbe apparso Cristo stesso, che le chiese di adoperarsi perché venisse istituita la festa del Santissimo Sacramento, per ravvivare la fede dei fedeli e per espiare i peccati commessi contro il sacramento dell’eucaristia.

Dal 1222, anno in cui era stata nominata priora del convento di Mont Cornillon, chiese consiglio ai maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo per chiedere l’istituzione della festa. Scrisse una petizione anche a Hughes de Saint-Cher, all’arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaléon (futuro Urbano IV) e a Roberto di Thourotte, vescovo di Liegi. Furono proprio l’iniziativa e le insistenti richieste della monaca a far sì che, nel 1246, Roberto de Thourotte convocasse un concilio e ordinasse, a partire dall’anno successivo, la celebrazione della festa del Corpus Domini. All’epoca i vescovi avevano infatti la facoltà di istituire festività all’interno delle loro diocesi.

Dopo alcuni anni dalla morte di suor Giuliana e Roberto de Thourotte, nel 1264 papa Urbano IV, che aveva già contribuito alla prima festa del Corpus Domini in Belgio, riconobbe il miracolo eucaristico di Bolsena e promulgò la bolla Transiturus de hoc mundo. Con questa bolla istituì la solennità del Corpus Domini come festa di precetto e la estese a tutta la Chiesa universale, stabilendo che si celebrasse il giovedì dopo l’ottava della Pentecoste.

Durante il periodo delle guerre di religione in Francia, compreso tra il 1540 e il 1600, la processione del Corpus Domini divenne oggetto di ostilità da parte degli Ugonotti. I Calvinisti, noti in Francia come Ugonotti, negavano la transustanziazione e consideravano la festa come una leggenda priva di fondamento e addirittura offensiva per la loro religione evangelica. Gli Ugonotti provocavano la processione con attacchi alle immagini e all’ostia, o dimostravano la loro diversità religiosa non esponendo le tovaglie alle finestre come facevano le famiglie cattoliche francesi, lavorando apertamente alle finestre o davanti alle porte, ecc.

Fino alla metà del Seicento, in alcune parti della Francia, la processione del Corpus Domini era quindi accompagnata da un forte dispiegamento di forze pubbliche e i fedeli erano soliti armarsi e difendere l’ostia da eventuali profanazioni.

Il nome della festa

Nella bolla del 1264, questa festa è descritta come “festività del santissimo Corpo di nostro Signore Gesù Cristo“, in cui si celebra la divinità di Gesù, soprattutto del Suo Corpo, indicato con l’iniziale maiuscola.

Il nome della solennità è stato cambiato nel Messale successivo alla riforma liturgica in “Sollemnitas Sanctissimi Corporis et Sanguinis Christi“. Questo avvenne quando si decise di sopprimere la festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, che comunque continua a essere celebrata il 1º luglio.

Data della festa

La festa ha un grado liturgico di solennità ed è obbligatoria. In origine, si celebrava il giovedì della II settimana dopo la Pentecoste, ossia il giovedì seguente alla solennità della Santissima Trinità. Tuttavia, in Paesi come l’Italia, dove il giovedì non è festivo nel calendario civile, la solennità è stata spostata alla seconda domenica dopo la Pentecoste, in base alle Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario.

A Orvieto, dove la festività fu istituita, continua a essere celebrata il giovedì dopo la solennità della Santissima Trinità. Alcuni Paesi, invece, festeggiano la solennità in questa data perché è anche una festività civile. Tra questi paesi ci sono i cantoni cattolici della Svizzera, Spagna, Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria, Principato di Monaco e San Marino.

A Roma, il Papa presiede la celebrazione, che inizia con la Messa sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano, seguita dalla tradizionale processione eucaristica fino alla basilica di Santa Maria Maggiore. Fino al 2017, questa celebrazione si teneva di giovedì sera, ma papa Francesco ha deciso di spostarla alla domenica sera per motivi pastorali.

Nella riforma del rito ambrosiano, promulgata dall’arcidiocesi di Milano nel 20 marzo 2008, la festività è stata nuovamente fissata di giovedì nella II settimana dopo la Pentecoste, ma con la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla anche la domenica successiva.

In diverse diocesi in Italia, i fedeli continuano a celebrare e a fare la processione eucaristica diocesana il giovedì, mentre la domenica è riservata alle celebrazioni e processioni parrocchiali.

Celebrazione

Durante la solennità del Corpus Domini si svolge una processione in cui viene portata in ostensorio, sotto un baldacchino, un’ostia consacrata esposta per la pubblica adorazione. In questo modo, i fedeli adorano Gesù vivo e reale presente nel Santissimo Sacramento.

In alcune città (come Orvieto e Bolsena) vengono portate anche le reliquie del miracolo eucaristico accaduto al sacerdote boemo Pietro da Praga nel 1263 presso l’Altare del Miracolo nella basilica di Santa Cristina a Bolsena.

Dal 6 gennaio 2013 al 14 novembre 2014 è stato celebrato un giubileo eucaristico straordinario nelle comunità di Orvieto e Bolsena, organizzato dalla Diocesi di Orvieto-Todi.

Inni

Papa Urbano IV incaricò Tommaso d’Aquino di comporre l’ufficio liturgico per la solennità e la messa del Corpus et Sanguis Domini. In quel periodo, nel 1264, San Tommaso si trovava a Orvieto, nello storico convento di San Domenico, dove risiedeva anche il pontefice. San Tommaso, noto come Doctor Angelicus, insegnava Teologia presso lo Studium, l’università dell’epoca, e si narra che nel convento di San Domenico sia ancora conservata la sua cattedra e il crocifisso ligneo che gli parlò. La tradizione vuole che Gesù stesso abbia detto a San Tommaso attraverso quel crocifisso: “Bene scripsisti de me, Thoma” (Hai scritto bene di me, Tommaso).

Il principale inno del Corpus Domini, cantato durante la processione e i Vespri, è il Pange lingua. Un altro inno dedicato è il Sacris solemniis, specialmente la sua sezione finale che costituisce il Panis Angelicus. Esiste anche una sequenza per il Corpus Domini chiamata Lauda Sion Salvatorem.

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