Mentre il Congresso era riunito per ratificare la vittoria del democratico Joe Biden, i sostenitori di Donald Trump sono riusciti a entrare dentro Capitol Hill
I sostenitori di Trump irrompono al Congresso. Mentre il Congresso era riunito per ratificare i voti del Collegio elettorale e quindi la vittoria del democratico Joe Biden, i sostenitori del presidente ancora in carica, Donald Trump, sono riusciti a entrare dentro Capitol Hill, e il Congresso di Washington si è trasformato in un campo di battaglia.
Molte persone sono state arrestate. Ci sono stati diversi feriti (sia tra i manifestanti, sia tra la polizia) e una donna è stata uccisa durante le proteste. Le forze dell’ordine hanno disinnescato 2 ordigni piazzati dai manifestanti (uno negli uffici del Comitato nazionale repubblicano e uno al Campidoglio).
I manifestanti, dopo aver attaccato la polizia, sono riusciti incredibilmente a irrompere dentro Capitol Hill, mentre era in corso la seduta. Gli agenti all’interno dell’edificio hanno dovuto estratte le armi per proteggere i parlamentari. I parlamentari hanno dovuto indossare la maschera anti gas e restare distesi a terra, prima che il Campidoglio fosse evacuato.
Per fermare i manifestanti sono dovuti intervenire la Guardia Nazionale, il Secret Service e lo Swat Team dell’Fbi. Solo alle 23.00 (ora italiana) gli agenti speciali dell’Atf hanno iniziato la perlustrazione del Congresso per verificare se vi fossero ancora manifestanti all’interno dell’edificio. Alle 23.45 il Congresso era di nuovo in sicurezza.
Joe Biden ha definito quanto accaduto “un assalto e una minaccia senza precedenti alla nostra democrazia“. Le scene di caos “non rappresentano quello che siamo, non è la vera America“, puntando il dito contro “un piccolo gruppo di estremisti” che ha provocato “disordine al limite della sedizione“. Poi ha detto a Trump: “Vada in tv e chieda la fine dell’assedio“.
Donald Trump ha postato sui suoi canali social un video in cui ha invitato i suoi sostenitori a interrompere la protesta: “So che siete feriti, è stata un’elezione che ci è stata rubata ma dobbiamo avere la pace, vi amiamo, andate a casa […] “Non vogliamo che nessuno si faccia male“.
Cosa è accaduto e perché
L’azione di protesta è scattata dopo l’ennesimo discorso “incendiario” di Trump, invitando tutti a contestare la vittoria di Joe Biden.
Alcuni sostenitori, quelli più radicali, lo hanno preso alla lettera e sono passati dalle parole ai fatti. Hanno cercato di farsi strada per entrare nel Campidoglio, scontrandosi con la polizia. Migliaia di sostenitori di Trump hanno circondato il Parlamento (salendo sulle gradinate e le balconate) mentre era in corso la certificazione della vittoria di Biden. La polizia è intervenuta con i lacrimogeni per provare a disperdere la folla.
Camera e Senato hanno interrotto il processo di certificazione e il vicepresidente Mike Pence è stato scortato fuori dall’aula del Senato. Poco dopo, i leader del Congresso sono stati evacuati dal complesso di Capitol Hill e trasferiti a Fort McNair. Intanto, i manifestanti sono riusciti a entrare nell’edificio.
“Siamo sotto assedio”, hanno twittato dall’interno di un edificio alcuni giornalisti, allegando immagini in cui si vedono gruppi di manifestanti che si muovono all’interno degli edifici.
La sindaca di Washington, Muriel Bowser, ha proclamato il coprifuoco a partire dalle 18.00 a seguito delle proteste. “Rimanete a casa e state calmi […] Questo comportamento non sarà tollerato“.
E’ già accaduto nel 1814
Un fatto del genere è già accaduto in passato ed è stato molto più violento. Il 24 agosto 1814, le truppe britanniche marciarono sulla capitale e diedero alle fiamme il palazzo del parlamento, la residenza presidenziale e altri monumenti. Solo la pioggia salvò il Campidoglio dalla distruzione totale. L’incendio devastò l’ala del Senato (la più vecchia dell’intero edificio). Le operazioni legislative proseguirono senza interruzione perché il presidente James Madison trasferì i lavori del Congresso in un albergo vicino.
L’azione britannica fu una rappresaglia dopo che gli americani avevano dato alle fiamme la capitale canadese di York (oggi Toronto).
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