DPCM: cos’è, come funziona, significato, a cosa serve, differenza decreto del presidente del Consiglio dei ministri e decreto Legge
DPCM: cos’è e come funziona. I DPCM sono stati utilizzati dal Presidente del Consiglio per imporre misure di sicurezza per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: l’obbligo della mascherina, la restrizione di alcune libertà personali, le sanzioni, ecc. E’ uno strumento che è sempre esistito, anche se usato poco.
DPCM: cos’è
Cos’è il DPCM: il DM (Decreto Ministeriale) è un atto amministrativo emanato da un ministro nell’ambito delle materie di competenza del suo dicastero. Quando questo tipo di atto amministrato è emanato dal presidente del Consiglio dei ministri prende la denominazione di decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DPCM). Quando un atto amministrato richiede la competenza di diversi ministeri si parla di Decreto Interministeriale.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è, quindi, un provvedimento che può essere emanato solo dal Presidente del Consiglio. Il DPCM è un atto amministrativo che può derivare da norme di legge, ma non può promuoverle autonomamente. Infatti, dal punto di vista giuridico-istituzionale, i decreti del Presidente del Consiglio sono atti di secondo grado (hanno un “rango” inferiore) rispetto alla Legge, ai Decreti Legge (DL) e ai Decreti Legislativi Delegati (DLL).
DPCM: come funziona
Come funziona il DPCM: i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, di solito, vengono utilizzati per questioni tecniche e solo per determinati ambiti o settori (nomina di dirigenti ministeriali o enti pubblici, predisposizione di un regolamento sanitario, modifiche ed integrazioni di dettaglio in materia di economia e finanza pubbliche, classificazione di determinati beni o prodotti, organizzazione e procedure amministrative). Invece, in seguito all’emergenza Coronavirus i DPCM sono stati utilizzati come provvedimenti di “sicurezza” nazionale.
Per poter attuare le disposizioni contenute in un DPCM è necessario un decreto attuativo o una Legge. Serve, quindi, un provvedimento di rango superiore che ne stabilisca i principi generali, gli ambiti e i limiti di applicabilità (altrimenti sarebbe incostituzionale). Infatti, i DPCM emanati dal governo per fronteggiare la pandemia si sono sempre poggiati su un Decreto Legge (DL).
Quindi, per limitare alcune libertà espressamente garantite dalla Costituzione, come:
- Libertà di circolazione (art. 16 Cost.);
- Libertà di riunione (art. 17 Cost.);
- Libertà religiosa (art. 19 Cost.);
- Diritto/dovere all’istruzione (art. 34 Cost.);
- Libertà di iniziativa economica (art. 41 Cost.);
- Libertà personale di movimento (art. 13 Cost.).
E’ necessario un Decreto Legge o una Legge.
L’emanazione del DPCM fa venire meno l’ordinanza regionale
Presidenti di Regione, Sindaci e tutte le autorità titolari di poteri di ordinanza non possono adottare ordinanze in contrasto con quelle adottate dallo Stato. La violazione delle misure prescritte dai DPCM è punita con una sanzione amministrativa.
Differenza tra DPCM e DL (Decreto legge)
Qual è la differenza tra DPCM e DL (Decreto legge):
I DPCM:
- Non vengono sottoposti ad alcun intervento di verifica;
- Essendo più veloci vengono utilizzati nei casi straordinari di necessità, e di una certa urgenza;
- Sono di più rapida emanazione perché necessitano solo del Presidente del Consiglio;
- Entrano immediatamente in vigore.
I DL:
- Devono essere sottoposti alla firma del Presidente della Repubblica;
- Hanno un iter più lento perché per loro natura sono provvedimenti collegiali (il cui contenuto è discusso e condiviso da tutto il Governo);
- Hanno bisogno di un passaggio in più prima di entrare in vigore (la conversione in legge del decreto in Parlamento).
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