Cos’è la commissione di vigilanza Rai?

La Commissione di Vigilanza Rai ha il compito di sorvegliare sull’attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano

Cos’è la commissione di vigilanza Rai?
Cos’è la commissione di vigilanza Rai? La Commissione di Vigilanza Rai è una commissione parlamentare bicamerale istituita nel 1975 con lo scopo di sorvegliare sull’attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano.

La commissione ha il potere di nominare alcuni dei componenti del consiglio di amministrazione della Rai e definisce l’indirizzo da seguire nella programmazione, nella pubblicità e nell’economia societaria, definendo i piani di spesa pluriennali. Inoltre, la commissione ha anche il compito di determinare gli spazi di accesso al servizio pubblico televisivo dei partiti durante le campagne elettorali, ma tale regolamento non è impugnabile in quanto considerato un atto politico sottratto alla giurisdizione.

Ogni 6 mesi, il Cda Rai deve riferire alla commissione prima dell’approvazione del bilancio. Inoltre, nel corso degli anni, la commissione ha acquisito diverse competenze in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione, in particolare durante le fasi elettorali o referendarie.

La commissione esercita la propria attività di indirizzo approvando risoluzioni con le direttive che devono essere seguite dalla società concessionaria (ovvero la Rai). Inoltre, la legge istitutiva prevede l’esistenza di una sottocommissione a cui le realtà della società civile possono presentare richiesta di accesso per ottenere spazio all’interno del servizio pubblico, ovvero nei programmi dell’accesso.

I componenti della commissione:

I componenti della commissione sono scelti dai presidenti di camera e senato sulla base delle indicazioni fornite dai gruppi parlamentari, rispettando la rappresentanza parlamentare. Ogni aula esprime 21 componenti (in totale, 42 componenti scelti per metà tra senatori e per metà tra deputati). Il consiglio di vigilanza Rai ha 24 componenti espressione della maggioranza e i restanti 18 membri dell’opposizione.

Il presidente della commissione è solitamente un esponente di opposizione, anche se questa non è una regola scritta, ma una prassi parlamentare iniziata nel 1996. Gli ultimi 9 presidenti della commissione sono sempre stati esponenti dell’opposizione.

Storia

La Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi (CPIG) ha origine nel 1947 con un decreto del capo provvisorio dello stato.

Successivamente, nel 1975, il parlamento è intervenuto con una legge sulla diffusione radiofonica e televisiva che ne ha stabilisci i compiti e i poteri della commissione. La corte costituzionale, nel 1974, delineò alcuni elementi chiave, tra cui il fatto che la legge attribuisse al parlamento i poteri necessari a fornire direttive e controllarne il rispetto.

La CPIG è considerata importante per garantire il pluralismo dell’informazione e per evitare il controllo governativo del mezzo pubblico radiotelevisivo. Tuttavia, la riforma del 2015 ha ridotto le competenze della commissione, in particolare per quanto riguarda la nomina del consiglio di amministrazione (Cda). In precedenza, era la commissione a eleggere la maggioranza dei consiglieri, ma ora questo potere è stato trasferito alle aule parlamentari.

La Corte Costituzionale, a partire dalla pronuncia del 1974, come detto, aveva sottolineato l’importanza che la televisione pubblica rappresentasse le diversità presenti nella società italiana, evitando il controllo esclusivo dell’esecutivo. Tuttavia, la riforma del 2015 ha aumentato il numero di membri del Cda Rai espressi dall’esecutivo, anziché dal parlamento, andando in direzione opposta rispetto alla posizione della Corte. Sebbene la presenza di un rappresentante eletto dall’assemblea dei dipendenti possa essere vista come un segnale di apertura verso i lavoratori dell’azienda, non è un passo verso la società civile e il pluralismo.

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