Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega al governo per la riforma fiscale e al decreto legge “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”, conosciuto come decreto Ponte
Cosa contiene il disegno di legge delega al governo per la riforma fiscale approvato. Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega al governo per la riforma fiscale e al decreto legge “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”, conosciuto come decreto Ponte. Il Consiglio dei Ministri ha inoltre dato il secondo via libera, all’unanimità, al disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata. L’approvazione di questi tre provvedimenti rappresenta una svolta storica per il Paese.
Con il via libera del Consiglio dei Ministri, è stata data l’approvazione ufficiale alla riforma fiscale presentata dal governo Meloni. Il progetto prevede un intervento di riduzione e razionalizzazione di tutti i tributi a partire dall’IRPEF. L’obiettivo è semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti, secondo le esigenze di cittadini e imprese.
La riforma dell’IRPEF prevede l’equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote e con l’obiettivo della flat tax per tutti. Inoltre, viene garantita la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema IRPEF (Redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi). La delega prevede anche la revisione delle tax expenditures (oggi più di 600 voci) e l’equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti (8.174 euro e pensionati 8.500 euro).
Il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, ha dichiarato che le 3 aliquote dell’IRPEF “le avvieremo dal prossimo anno” e che l’obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale. “Da gennaio 2024 entrerà in vigore un modulo di riforma: troveremo le risorse e coperture necessarie. Abbiamo indicato le priorità e a quelle faremo fede“, ha aggiunto.
Per quanto riguarda le imprese, è prevista una riduzione dell’attuale aliquota IRES per chi investe e/o assume. Ci sarà anche una graduale eliminazione dell’IRAP. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha dichiarato che “la tassazione per le imprese rimarrà al 24% ma vogliamo ridurla di molto, anche di nove punti portandola tendenzialmente al 15% per quelle imprese che investono e assumono in Italia“.
Inoltre, con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo, si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale. Il concordato preventivo, infatti, prevede la stipula di un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate per il pagamento dilazionato del debito fiscale. In questo modo, si evitano le procedure di esecuzione fiscale che spesso portano alla chiusura dell’attività imprenditoriale.
Inoltre, l’adempimento collaborativo prevede una sorta di patteggiamento tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate. Il contribuente che decide di collaborare e di mettere a disposizione dell’Agenzia tutte le informazioni sulle attività evasive compiute, beneficia di una riduzione delle sanzioni pecuniarie.
Nel dettaglio:
IRPEF
L’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) sarà riformata per rendere il sistema fiscale più equo attraverso la riduzione delle tasse. Le aliquote attuali, che sono quattro (23%, 25%, 35%, 43%), verranno ridotte a 3: 23% per i redditi fino a 28mila euro, 35% per quelli tra 28mila e 50mila euro, e 43% per quelli sopra i 50mila euro.
Inoltre, si prevede l’introduzione di una tassa unica per tutti, con l’obiettivo di una flat tax. La riforma mira anche a semplificare il sistema Irpef, che attualmente include una serie di categorie di reddito come quelli agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi.
Altre modifiche proposte includono l’equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti e pensionati a 8.500 euro, l’eliminazione delle comunicazioni di tasse a dicembre e agosto, e la possibilità di dedurre le spese per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato. I contribuenti potranno anche dedurre i contributi previdenziali obbligatori dal reddito di categoria e, se necessario, anche dall’imponibile complessivo.
Invece di aliquote per scaglioni di reddito, verrà introdotta un’imposta sostitutiva dell’IRPEF con aliquota agevolata su una base imponibile commisurata all’incremento del reddito del periodo d’imposta rispetto al reddito di periodo più elevato tra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti. È possibile prevedere limiti al reddito agevolabile e un regime particolare per i redditi di lavoro dipendente, al fine di agevolare l’incremento reddituale. La revisione del sistema fiscale includerà anche la revisione delle cosiddette “tax expenditures“, attualmente costituite da 600 voci che rappresentano una spesa di 125 miliardi di euro.
IVA
Per la riforma dell’imposta sul valore aggiunto sono previsti i seguenti cambiamenti:
- la modifica della definizione dei presupposti dell’imposta per renderli maggiormente conformi alle norme dell’Unione europea e alle esenzioni previste dalle leggi;
- la semplificazione del numero e della misura delle aliquote, attualmente al 4, 5, 10 e 22%;
- l’introduzione dell’IVA al 0% per alcuni prodotti: la decisione sui beni di prima necessità da inserire nella lista è ancora in corso, ma si prevede che alcuni prodotti alimentari, come pane e pasta, che attualmente sono tassati al 4%, sarebbero esentati dall’IVA, mentre quelli che attualmente sono tassati al 10%, come carne e pesce, potrebbero essere tassati al 5%. Il costo per le casse dello Stato varierà tra i 4 e i 6 miliardi di euro;
- cambiamenti alle detrazioni fiscali;
- semplificazione delle misure di accesso e applicazione delle detrazioni fiscali.
IRES
Per quanto riguarda le aziende, ci sono altre 2 importanti novità: l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo per agevolare la lotta all’evasione fiscale, che diventa preventiva invece che repressiva.
La seconda novità riguarda una riduzione dell’attuale aliquota dell’IRES per le aziende che investono e/o assumono.
La revisione del sistema di imposizione sui redditi delle società e degli enti si baserà sulla riduzione dell’aliquota dell’IRES, purché siano rispettate entro i due periodi d’imposta successivi a quello in cui è stato prodotto il reddito entrambe le seguenti condizioni:
- una somma corrispondente, in tutto o in parte, del reddito sia impiegata in investimenti, con particolare riferimento a quelli qualificati, e in nuove assunzioni;
- gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa.
In questo caso, a differenza degli incentivi fiscali, la riduzione dell’aliquota precede l’effettuazione degli investimenti. Tuttavia, gli investimenti devono essere effettuati entro i due periodi d’imposta successivi a quello in cui è stato prodotto il reddito assoggettato a imposizione con l’aliquota ridotta.
L’obiettivo della condizione legata ai reali investimenti è quello di favorire la crescita economica e l’aumento dell’occupazione, con particolare attenzione ai soggetti che necessitano di maggiore tutela, come le persone con disabilità, senza intaccare i regimi di decontribuzione esistenti.
IRAP
L’obiettivo è quello di abrogare questa tassa e sostituirla con una sovrapposizione dell’imposta sul reddito delle società (IRES) in modo da garantire il mantenimento del gettito fiscale equivalente. In questo modo si intende finanziare le esigenze del sistema sanitario e le regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario o che sono sottoposte a piani di rientro.
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