Chi è Mario Draghi, l’ex presidente della BCE

Mario Draghi è un economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano, ex governatore della Banca d’Italia e della BCE

Chi è Maria Draghi, l’ex presidente della BCE
Mario Draghi è un economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano. L’ex presidente della Banca d’Italia e della Banca centrale europea (BCE), dopo essere stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha accettato (con riserva) l’incarico di provare a formare un governo.

E’ uno degli italiani più noti nel mondo perché ha avuto un ruolo fondamentale nel determinare la politica economica e finanziaria sia in Italia, sia in Europa. Come presidente della BCE, è stato definito “il salvatore dell’euro dalla grande crisi del debito sovrano“. Da giornali e politici è stato spesso indicato come possibile candidato a varie cariche nelle istituzioni italiane (tra cui presidente della Repubblica, ministro dell’Economia e presidente del Consiglio).

Scheda
  • Segno zodiacale: Vergine
  • Altezza: 181 cm
  • Professione: Economista, Accademico, Banchiere, Dirigente pubblico
Vita privata

Mario Draghi è nato il 3 settembre del 1947 a Roma. Il padre Carlo era un dirigente presso la Banca d’Italia (IRI di Donato Menichella e la Banca Nazionale del Lavoro), e la madre Gilda Mancini una farmacista di origine campana (nata a Monteverde nella provincia di Avellino). Ha una sorella e un fratello più piccoli: Andreina e Marcello.

Nel 1962 rimane orfano di entrambi i genitori all’età di 15 anni. Dei 3 si prende cura una sorella del padre. La situazione familiare non ferma gli studi dei fratelli Draghi. Andreina studia presso il Liceo Tasso di Roma (diventando una teorica d’arte e portando alla luce, nel 1999, diversi affreschi medioevali presso il complesso dei Santi Quattro Coronati). Marcello studia presso l’Istituto Massimo della capitale (diventando un imprenditore).

Mario Draghi studia nello stesso Istituto del fratello e dopo essersi diplomato prende la strada dell’Università presso La Sapienza. Nel 1970, si laurea presso la Facoltà di Economia, avendo come relatore l’economista italiano Federico Caffè. Discute la tesi di laurea dal titolo: Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio. La tesi gli fa ottenere il massimo dei voti e la lode. La tesi di laurea è molto critica verso la moneta unica europea (all’epoca ancora un progetto).

Nel 1971 entra presso una delle migliori ed importanti università del mondo, la MIT (Massachusetts Institute of Technology) che ha sede a Cambridge nel Massachusetts (Stati Uniti). Questa esperienza lo mette in rilievo nel mondo dell’economia e nel 1977 ottiene un dottorato di ricerca dal titolo: Essays on Economic Theory and Applications. Il dottorato avviene con la supervisione dell’economista e premio Nobel statunitense Robert Solow e di Franco Modigliani (anche lui premio Nobel).

Torna in Italia e dopo qualche anno a insegnare economia in alcune università italiane (tra cui Trento, Padova, Venezia e Firenze), nel 1982 diventa consigliere del ministro del Tesoro Giovanni Goria.

Carriera

Negli anni ’80 è considerato tra i più promettenti di una nuova generazione di tecnici che cresceva all’ombra dell’allora governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 1982 diventa consigliere del ministro del Tesoro Giovanni Goria.

Nel 1991 diventa direttore generale del Tesoro (nominato dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti).

Negli anni ’90 è protagonista di alcune manovre economiche di grande impatto (tra cui la liberalizzazione dei mercati finanziari, la privatizzazione del 15% dell’economia italiana, le manovre di rigore e di riduzione del debito pubblico per consentire l’ingresso dell’Italia nell’euro). A Draghi si deve la principale norma che regola il funzionamento del mercato finanziario italiano (conosciuta come “legge Draghi”).

Dopo 10 anni come direttore generale del Tesoro, nel 2002 diventa Vice Chairman e Managing Director per l’Europa della banca d’affari Goldman Sachs. Dal 2004 al 2005 diventa membro del Comitato esecutivo. Questo secondo titolo mette in discussione la sua candidatura a presidente della Bce, per il suo coinvolgimento nella vendita di derivati alla Grecia che la resero eleggibile a entrare nell’Euro. Tuttavia, Draghi si è sempre dichiarato ignaro alla vicenda.

Nel 2005 viene nominato governatore della Banca d’Italia. Antonio Fazio, il governatore uscente, si era dimesso perché coinvolto in un grosso scandalo finanziario soprannominato “Bancopoli“. Cambiarono anche le caratteristiche del ruolo di governatore (il mandato, che era a vita, divenne rinnovabile ogni 6 anni). Nei suoi discorsi pubblici continuò a esortare il governo a ridurre il debito pubblico, tenere a freno l’inflazione, riformare il mercato del lavoro e a innalzare l’età pensionabile.

Nel 2011 diventa presidente della BCE. All’inizio del suo mandato si trova a fronteggiare la cosiddetta “crisi del debito sovrano” (iniziata con la crisi finanziaria del 2008 negli Stati Uniti, legata al fallimento della banca Lehman Brothers). In quegli anni il debito di alcuni paesi (tra cui Grecia, Portogallo, Spagna e Italia) era aumentato così tanto da far temere il loro fallimento, e la conseguente “rottura” dell’unione monetaria. E’ così che, nel 2012, Draghi pronuncia il discorso più importante della sua carriera, e della storia recente dell’Europa. Disse che la BCE avrebbe fatto “whatever it takes” per salvare l’euro (“All’interno del nostro mandato, la BCE è pronta a fare tutto quel che è necessario per preservare l’euro… […] E credetemi, sarà abbastanza“). Il giorno seguente gli spread iniziarono a calare.

Draghi, per dare forza alle sue parole, abbassò i tassi d’interesse, approvò un piano di rifinanziamento a basso costo delle banche europee (LTRO) e annunciò un piano di “Quantitative Easing” (un piano di acquisto di titoli di stato e di altro tipo dalle banche per immettere nuovo denaro nell’economia europea, incentivare i prestiti bancari verso le imprese e stimolare l’economia). Il QE (ribattezzato dai giornalisti economici “bazooka”), portò la BCE a immettere nell’economia europea 60 miliardi di euro al mese per 4 anni.

Nel 2020 ha rilasciato solo 2 interventi pubblici importanti: alla fine di marzo, sul Financial Times, ha detto: per impedire che la recessione provocata dalla pandemia da coronavirus “si trasformi in una depressione duratura” i sussidi e le misure di protezione dell’occupazione, per quanto necessari, devono essere accompagnati da “un approccio su scala assai più vasta“, che richiede un intervento forte dello stato e un aumento inevitabile del debito; ad agosto, al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, ha parlato dell’esigenza di investire nella scuola, nell’istruzione, nella formazione dei giovani: “Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani”. […] È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre“.

Amori e figli

Draghi è sposato con Maria Serenella Cappello. La signora Serena proviene da una famiglia nobile, essendo una discendente di Bianca Cappello, sposa del Granduca di Toscana Francesco de’ Medici.

La coppia ha 2 figli: Giacomo e Federica. Giacomo è laureato presso la Bocconi ed è attualmente trader finanziario presso la Morgan Stanley. Federica è laureata in biologia con tanto di master preso a New York sul business, ed attualmente dirige una multinazionale che cura le biotecnologie. L’ultimo componente della famiglia è il bracco ungherese, il cane a cui Draghi è molto affezionato e con il quale condivide buona parte del tempo libero.

Curiosità

Riservato e lontano dai riflettori, è una persona schiva a cui non piace essere al centro dell’attenzione.

Ha una villa a Lavinio (località di vacanza della provincia di Roma) ed è stato spesso avvistato senza auto blu e in tenuta sportiva.

E’ un grande appassionato di sport, dal jogging al trekking, fino al tennis e al golf.

La moglie di Draghi, grazie alla sua discendenza nobiliare, possiede diverse proprietà tra l’Umbria, il Lazio e il Veneto. A Città della Pieve (in provincia di Perugia), possiede una villa di 24 vani e 2 magazzini, e un altro magazzino e un terreno di 3 mila metri quadrati. A Padova detiene un’abitazione e una cappella a Noventa Padovana. A Roma si trova la casa dove vive la coppia (la proprietà è divisa a metà tra moglie e marito), con 2 garage. Oltre alla casa di proprietà, hanno anche l’intera proprietà di una casa ad Anzio di 7 vani con garage, e un terzo di una villa di 13 stanze con terreni intorno per 8 mila 500 metri quadrati a Stra (in provincia di Venezia).

Alla Goldman Sachs, guadagnava 10 milioni di euro all’anno. Alla Banca d’Italia guadagnava 350mila euro l’anno (rispetto ai 620mila percepiti dal suo predecessore). Nel 2017, quando svolgeva l’incarico di Presidente della Bce è arrivato a guadagnare 389.000 euro l’anno (al mese percepiva uno stipendio di circa 32.500 euro). Se diventasse il nuovo Presidente del Consiglio andrebbe a percepire 80.000 euro all’anno netti (circa 6.700 euro al mese).

Tiene l’orologio 5 minuti più avanti rispetto all’orario corrente.

Ha frequentato l’Istituto Massimiliano Massimo (severissima scuola gesuita) e tra i compagni di classe ha avuto personaggi famosi come Giancarlo Magalli, Luca Cordero di Montezemolo, e Cristiano Rattazzi.

Dorme solo 3 ore a notte. Il resto del tempo lo impiega a leggere, scrivere e riordinare le idee.

Nel 2012 è stato nominato uomo dell’anno dal Financial Times e dal Times.

E’ un salutista, non fuma e beve poco.

Detiene 6 lauree honoris causa da università italiane e straniere.

Non usa il cappotto. È un’abitudine che hanno gli studenti di Harvard: anche sotto la neve, solo con la sciarpa.

E’ stato insignito di 3 tra le più alte onorificenze italiane e straniere: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e Gran Collare dell’Ordine dell’infante Dom Henrique (Portogallo).

E’ autore di 3 libri: Produttività del lavoro, salari reali, e occuapazione (1980), Il testo Unico della finanza. Banche, mercati, gestione del risparmio (1999), e Transparency, Risk Management and International Financial Fragility (2003).

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