Il video di Grillo a difesa del figlio non è sessista e non c’entra nulla la cultura dello stupro
In realtà il video di Beppe Grillo a difesa del figlio, accusato di violenza di gruppo con altri 3 ragazzi, ai danni di una ragazza, non è sessista e non c’entra nulla la cultura dello stupro.
Sessismo, maschilista, cultura dello stupro ed altri termini, in questo caso, vengono impiegati da una certa area politica per distruggere.
Siccome non voglio vivere in un mondo dove si deve avere paura di esprimere il proprio punto di vista, e con la paura che una volta espressa la propria opinione verrai assalito da un certo numero di media e associazioni (che tramite tutti i mezzi a loro disposizione aizzeranno l’opinione pubblica), è bene chiarire che questa realtà esiste.
Nel mondo reale (e sempre più in quello giovanile) esistono anche pratiche sessuali cosiddette “violente” o “di gruppo“.
- Un certo numero di persone ama il “sesso violento” e “il sesso di gruppo“.
- Un certo numero di persone prova eccitazione nel subire insulti di vario tipo.
- Un certo numero di persone ama la sottomissione.
- Un certo numero di persone ama la violenza durante il rapporto sessuale (prese al collo, schiaffi, ecc.).
- Un certo numero di persone ama fare sesso con più persone contemporaneamente. Come l’orgia (un certo numero di uomini e un certo numero di donne che fanno sesso insieme) o la gang bang (una sola donna fa sesso con più uomini e viceversa).
Nel video di Grillo non vi è sessismo, ma solo la consapevolezza di questa realtà.
I giovani fanno anche sesso violento e di gruppo. Ad un certo numero di donne piace. Ad un certo numero di donne piace anche l’insulto e la violenza durante l’atto sessuale. Ad un certo numero di donne piace la sottomissione. E, ovviamente, viceversa, ci sono uomini a cui piace essere sottomessi, e tutte le altre cose dette prima.
Omettere che queste pratiche sessuali esistono fa ipotizzare disonestà intellettuale. Ma d’altronde, non mi stancherò mai di ripeterlo, l’Italia è al 41esimo posto per libertà di informazione (dopo alcuni paesi africani), quindi capite bene che è purtroppo la norma che alcuni media pubblichino mistificazioni della realtà o grandissime bugie al solo scopo di fare gli interessi di qualcuno.
Ora, un tribunale dovrà stabilire se questi rapporti sono stati consenzienti. Intanto, continueremo a leggere le bugie di alcuni giornali, e centinaia di bot e profili fake sui social fomentarle. Il tutto come opera di convincimento dell’opinione pubblica.
Devi sapere che...
Seguiamo molte testate giornalistiche e siti di informazione per avere molteplici punti di vista, comprendere meglio la situazione che ci circonda e riuscire a spiegare bene le cose a voi che leggete. Studiamo lo stile nella comunicazione, studiamo i contenuti, cerchiamo di capire quali sono le notizie più importanti, quali interessano di più e quali di meno.
Non vogliamo, però, diventare l'ennesimo sito di parte, ma vogliamo raccontare le notizie per quelle che sono: senza ideologie o opinioni personali che alterano la notizia. E vogliamo farlo utilizzando un linguaggio semplice.
Se, però, abbiamo qualcosa da dire lo facciamo, come in questo caso, in un articolo in cui è ben evidenziato che si tratta di un'opinione.
Altri siti, invece, prendono una notizia da un'agenzia di stampa o da una testata giornalistica di oltreoceano e la infarciscono di opinioni e ideologie. Tanti siti di informazione sono di parte, sia quando affrontano la tematica politica sia quando si tratta di tematiche sociali. Non c'è nulla di male ad essere di parte. E' male quando fai credere di non esserlo.
Molte volte i lettori di questi siti sono convinti che le notizie che stanno leggendo non sono di parte, ma in realtà è il contrario. I temi che affrontano e il modo in cui comunicano alcuni siti sono di parte. Basterebbe fare un sondaggio e chiedere ai loro abbonati che tendenze politiche hanno per scoprire facilmente se un sito è di parte oppure no.
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].
Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.