L’espressione “In bocca al lupo” è largamente diffusa e di uso comune. Perché si dice così e qual è il significato
In bocca al lupo. L’espressione “In bocca al lupo” significa “augurare buona fortuna, prima di un evento in cui si spera che vada per il meglio“. Alla frase si risponde “Crepi”.
Questo augurio nei secoli ha assunto un valore scaramantico (per scongiurare l’eventualità di un avvenimento indesiderato). L’origine dell’espressione risale un’antica formula usata dai cacciatori che al “in bocca al lupo” solevano rispondere “Crepi!“. Il verbo “crepare” viene spesso usato per scongiurare un cattivo presagio “Crepi l’astrologo!“, “Crepi l’avarizia!” e nelle imprecazioni con funzione di malaugurio. Il “lupo” ha assunto un valore simbolico per via delle paure che egli incuteva in Europa.
Nelle varie lingue europee se ne trovano tracce tra modi di dire e proverbi:
- Andare in bocca al lupo (nel senso di “finire nelle mani del nemico”);
- Tempo da lupi;
- Gridare al lupo;
- Il lupo perde il pelo ma non il vizio (nel senso di perseverante nel vizio);
- Agnello tra i lupi;
- Chi pecora si fa il lupo se la mangia (nel senso di esser spietato con i deboli);
- Lupo non mangia lupo (fedele al branco);
- Fame da lupi” (insaziabile).
Perché il lupo?
Il lupo è protagonista di molte fiabe ed è da sempre associato all’idea di un animale selvaggio, affamato, crudele, falso, pericoloso e violento. La storia più famosa è quella di “Cappuccetto Rosso“, dove il lupo mangia la nonna e la bambina prima di essere ucciso dal guardiacaccia. Anche nei “Tre Porcellini” il lupo è rappresentato come un animale feroce e cattivo.
Per calmare il lupo che terrorizzava la città di Gubbio, fu necessario addirittura l’intervento di san Francesco d’Assisi. Con le sue parole riuscì a calmarlo e lo portò con sé nella piazza principale dove si radunò subito una folla che acclamava il miracolo e voleva ascoltare la predica del santo.
C’è, però, anche la leggenda che parla di una lupa che salvò 2 gemelli dalle acque del Tevere e li allevò con il suo latte: Romolo e Remo. La lupa li prese con la bocca (come fanno cani, gatti e in generale gli animali a 4 zampe). Le madri in questo modo proteggono i loro cuccioli e così.
Cosa dice l’Accademia della Crusca
“I dizionari sono concordi nell’attribuire alla locuzione ‘In bocca al lupo!’ una funzione apotropaica, capace di allontanare lo scongiuro per la sua carica di magia. L’origine dell’espressione sembra risalire ad un’antica formula di augurio rivolta per antifrasi ai cacciatori, alla quale si soleva rispondere, sempre con lo stesso valore apotropaico “Crepi!” (sottinteso: il lupo). L’augurio si sarebbe esteso dal gergo dei cacciatori all’insieme delle situazioni difficili in cui incorre l’uomo“.
“Il lupo appare nella tradizione antica e medioevale come il pericolo in persona: animale crudele, falso e insaziabile nella sua voracità egli seminò la morte e il terrore tra abitanti indifesi, pastori e cacciatori, diventando l’eroe di favole nonché di numerose leggende e storie tramandate per generazioni attraverso l’Europa“.
“In quanto alla risposta Crepi (il lupo)!, a partire dall’uso iniziale proprio al gergo dei cacciatori vi si opera un’estensione pragmatica all’insieme di situazioni in cui alla lingua viene attribuito il potere magico di scongiurare la mala sorte“.
La risposta alternativa a “Crepi”
Il lupo, per istinto, quando avverte un pericolo vicino, sposta i cuccioli in bocca. I piccoli tenuti in quel modo (delicato ma anche saldo) sono protetti al massimo. Quindi, augurare a qualcuno di trovarsi tra le fauci di questo animale potrebbe essere un modo per auspicargli di essere protetto. In questo caso, si dovrebbe rispondere con “Viva il lupo“.
Si dice “In bocca al lupo” o “Imbocca al lupo”?
La formula corretta è “In bocca al lupo” e non “Imbocca al lupo“. Imbocca è voce del verbo “imboccare” ed è pertanto una grafia erronea.
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