Sono rare le ipotesi in cui siamo costretti a mostrare la carta d’identità
Chi può trattenere la carta d’identità? La carta d’identità è un documento contenente le nostre generalità, talmente importante che il suo smarrimento deve essere denunciato presso le autorità. Proprio perché così rilevante, la carta d’identità non può essere mostrata a chiunque, né in qualsiasi circostanza.
La polizia può chiedere la carta d’identità?
Le forze dell’ordine (carabinieri, poliziotti, ecc.) sono legittimati a chiedere l’esibizione dei documenti personali solo in casi eccezionali.
Secondo la legge, infatti, solamente colui che rifiuta di fornire indicazioni sulla propria identità personale al pubblico ufficiale in servizio che ne faccia richiesta commette reato. Quindi, da nessuna parte c’è scritto che si commette un illecito rifiutando di esibire la carta d’identità. Ciò significa che nemmeno polizia e carabinieri possono chiedere i documenti per procedere all’identificazione. Possono, invece, chiedere di identificarti fornendo le generalità (nome, cognome, residenza, ecc.).
Solo in determinate ipotesi le autorità possono obbligarti a portare con te e a mostrare su richiesta il documento d’identità (ad esempio, se è una persona pericolosa o sospettata di aver commesso un crimine).
Chi può chiedere i documenti d’identità?
Mostrare la carta d’identità potrebbe essere necessario nei seguenti casi:
- Identificazione prima di procedere ad un concorso o al seggio elettorale prima di votare;
- Quando si compie un’importante operazione giuridica davanti al notaio;
- All’avvocato quando deve autenticare la firma del proprio cliente;
- Quando si chiede una fotocopia del documento d’identità ad un cittadino (o ad un cliente) per poi trattenerla, archiviarla, o utilizzare i dati personali (ad esempio, per acquistare una scheda Sim di un telefono cellulare in virtù della legge sul contrasto al terrorismo internazionale o nel caso in cui venga chiesta dalla Pubblica amministrazione o dal gestore di un’utenza pubblica);
- In banca perché occorre registrare le tue generalità e identificarti prima di compiere l’operazione da te richiesta (ad esempio, l’apertura di un conto corrente, un prelievo, il ritiro di una raccomandata o di un plico per delega, ecc.).
La banca e le Poste possono chiedere e trattenere i documenti?
Secondo l’Autorità garante della privacy, la banca (o le Poste) deve identificare l’interessato con modalità proporzionate caso per caso, avendo anche riguardo alla circostanza se l’operazione è effettuata di persona, oppure online.
La banca (o le Poste) ha l’onere di verificare l’identità dell’interessato basandosi su idonei elementi di valutazione, quali:
- La propria conoscenza personale;
- Atti o documenti acquisiti in precedenza;
- L’esibizione di un documento di riconoscimento quando il caso concreto lo richiede;
- L’eventuale annotazione degli estremi del documento esibito.
Quindi, un istituto di credito potrà chiederti i documenti solamente se non c’è possibilità di identificarti in base alla conoscenza personale oppure a documenti acquisiti in precedenza (cioè, i documenti possono essere legittimamente richiesti solamente se sei un nuovo cliente).
La fotocopia di un documento d’identità può essere richiesta e trattenuta dalla banca (o dalle Poste) se:
- C’è una normativa che prevede espressamente l’acquisizione e la conservazione temporanea di tale copia;
- La banca (o la Posta) deve dimostrare di avere identificato l’interessato con modalità accurate (ad esempio, lo sconosciuto che si presenta ad incassare un assegno). Non è possibile, però, chiedere ogni volta la fotocopia di un documento di identità oppure utilizzarla per altri fini. Accertata l’identità, la fotocopia deve essere restituita. Non può essere trattenuta.
La pubblica amministrazione può chiedere e trattenere i documenti?
Secondo la legge, i dati relativi a nome, cognome, luogo e data di nascita, cittadinanza, stato civile e residenza attestati in documenti di identità o di riconoscimento in corso di validità, possono essere comprovati mediante esibizione dei documenti medesimi.
Nei casi in cui l’amministrazione procedente acquisisce informazioni relative a stati, qualità personali e fatti attraverso l’esibizione di un documento di identità o di riconoscimento in corso di validità, la registrazione dei dati avviene attraverso l’acquisizione della copia fotostatica non autenticata del documento stesso. Se, invece, l’interessato è in possesso di un documento di identità o di riconoscimento non in corso di validità, gli stati, le qualità personali e i fatti in esso contenuti possono essere comprovati mediante esibizione dello stesso, purché l’interessato dichiari (in calce alla fotocopia del documento) che i dati contenuti nel documento non hanno subìto variazioni dalla data del rilascio.
Quindi, la Pubblica Amministrazione può trattenere una fotocopia della carta d’identità.
Hotel e alberghi possono trattenere la carta d’identità?
La legge dice che i gestori di esercizi alberghieri e di altre strutture ricettive (comprese quelle che forniscono alloggio in tende, roulotte, nonché i proprietari o gestori di case e di appartamenti per vacanze e gli affittacamere, ivi compresi i gestori di strutture di accoglienza non convenzionali, ad eccezione dei rifugi alpini inclusi in apposito elenco istituito dalla regione o dalla provincia autonoma) possono dare alloggio esclusivamente a persone munite della carta d’identità o di altro documento idoneo ad attestarne l’identità.
Sono considerati documenti equipollenti il passaporto, la patente di guida, la patente nautica, il libretto di pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d’armi, le tessere di riconoscimento, purché munite di fotografia e di timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un’amministrazione dello Stato.
Entro le 24 ore successive all’arrivo, gli albergatori comunicano alle questure territorialmente competenti, le generalità delle persone alloggiate, sentito il Garante per la protezione dei dati personali.
Gli albergatori sono, quindi, obbligati ad identificare i propri clienti al fine di trasmetterne le generalità in questura. Tuttavia, la legge non parla di obbligo di trattenere i documenti, quindi possono chiederti di esibire i documenti, ma non possono trattenerli (nemmeno in fotocopia). Possono solo trascrivere i dati personali dei clienti per poi compilare un’apposita scheda da inviare all’autorità di pubblica sicurezza.
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