Bella Ciao è un canto popolare italiano associato alla Resistenza partigiana della seconda guerra mondiale
Bella Ciao: origine e significato del canto partigiano. “Bella Ciao” è diventata una delle canzoni italiane più famose al mondo e un simbolo della Resistenza partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Associata alla lotta contro l’oppressione, è stata adottata come inno da parte dei partigiani italiani.
La sua origine è legata alla Brigata Maiella, operante in Abruzzo durante la guerra. Tuttavia, la diffusione del canto è avvenuta principalmente dopo il Festival di Spoleto del 1964. Anche se la canzone è stata utilizzata dalla Resistenza, è stata scarsamente nota durante il periodo della dittatura nazifascista, diventando un simbolo delle idee partigiane solo dopo la fine della guerra.
Il testo di “Bella Ciao” evoca la lotta contro l’invasore e il desiderio di libertà. Cantata in occasione del 25 aprile, giorno della Liberazione, rappresenta un omaggio alla Resistenza italiana e ai partigiani che si sono ribellati al regime fascista e nazista per liberare il Paese.
La canzone continua a essere parte integrante della storia italiana e del ricordo di coloro che hanno lottato per la libertà durante la guerra.
La Liberazione
Dal 1925, Benito Mussolini, fondatore del partito fascista, aveva instaurato una dittatura in Italia, governando da solo e imponendo leggi repressive. Nel 1939, Adolf Hitler, capo del partito nazista tedesco, diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale e l’anno successivo Mussolini decise di unirsi al suo fianco.
Nel 1943, le truppe americane e inglesi iniziarono a liberare l’Italia dai fascisti e dalle truppe tedesche che avevano occupato il territorio, mentre al Nord Mussolini fondò la Repubblica Sociale Italiana per governare le zone sotto il controllo tedesco. Molti italiani decisero di opporsi a questa occupazione, organizzandosi nel movimento di Resistenza.
I partigiani, composti da persone comuni come contadini, operai e studenti, si nascondevano sui monti, specialmente sugli Appennini. Le donne svolgevano un ruolo fondamentale nel mantenere i contatti e trasportare messaggi e ordini.
Armando Gusiani, uno dei partigiani, raccontò la sua esperienza sopravvissuta al campo di concentramento di Mauthausen, in Austria. Lui e suo fratello avevano deciso di non uccidere nessuno e fornivano informazioni alle brigate partigiane, oltre a lavorare per un’azienda tedesca di giorno.
Nel 1945, i partigiani proclamarono l’insurrezione generale, iniziando una serie di attacchi per liberare le maggiori città. I combattimenti durarono fino all’inizio di maggio, ma la Festa della Liberazione viene celebrata il 25 aprile, giorno in cui Milano e Torino furono liberate dall’occupazione straniera.
Origine e significato di Bella Ciao
Il canto di “Bella Ciao” racchiude il suo significato principale nella parola “invasore“. Originariamente, si riferiva agli invasori nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale e ai partigiani come coloro che salvavano il popolo. Nel corso del tempo, questa parola ha assunto varie sfumature di significato, diventando un simbolo di resistenza e solidarietà durante manifestazioni operaie e studentesche, come nel Sessantotto.
La canzone è diventata un inno universale di lotta contro oppressori in diverse parti del mondo, dalla Rivoluzione cubana alla guerra in Vietnam. È un simbolo che unisce le persone, cantato in coro, e ha avuto un impatto storico-sociale globale.
Le origini di “Bella Ciao” sono state oggetto di dibattito. Non ci sono prove documentali della sua esistenza fino agli anni ’50. Originariamente si pensava fosse un canto delle mondine, ma ora si crede che sia stato composto dopo la guerra da Vasco Scansani di Gualtieri. La melodia potrebbe essere stata ispirata da una canzone popolare sovietica chiamata “Fischi al vento“/”Katjuša“, diventata l’inno ufficiale delle Brigate Partigiane Garibaldi.
Alcune teorie suggeriscono che la melodia abbia radici ebraiche, risalendo al ritrovamento di una registrazione Yiddish a New York nel 1919. Tuttavia, altri ritengono che il testo della canzone partigiana sia derivato da un canto popolare piemontese chiamato “Fior di tomba”, risalente alla metà dell’Ottocento.
“Bella Ciao”: il testo
Stamattina mi son svegliato
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
Stamattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
Oh partigiano, portami via
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
oh partigiano, portami via,
che mi sento di morir.
E se io muoio lassù in montagna
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio lassù in montagna
tu mi devi seppellir.
E seppellire sulla montagna,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
seppellire sulla montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E quelle genti che passeranno,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e quelle genti che passeranno
mi diranno: “Che bel fior”.
È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.
Diffusione di “Bella Ciao”
La versione più conosciuta di “Bella Ciao” è stata portata in televisione per la prima volta da Yves Montand, seguito da altri artisti come Giorgio Gaber, Maria Monti e Margot al Canzoniere minimo. Successivamente, è stata interpretata da Manu Chao, Woody Allen e Tom Waits. La canzone ha gradualmente acquisito una diffusione globale nel corso degli anni.
Nel 2013, è stata intonata dai manifestanti ad Istanbul durante le proteste contro il premier turco Erdogan. Nel 2015, è stata cantata in occasione delle commemorazioni delle vittime del giornale satirico francese Charlie Hebdo ed è diventata l’inno dei Fridays for Future. Durante il lockdown per la pandemia nel 2020, è stata cantata dai balconi in diverse parti del mondo, incluso l’Italia. La canzone è stata utilizzata anche come colonna sonora de “La Casa di Carta” e è diventata un simbolo della resistenza in diverse versioni durante eventi come la resistenza ucraina.
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