La CIA avrebbe sviluppato un’arma in grado di “disabilitare in modo nascosto (e non violento)” le navi, anche di grandi dimensioni, attraverso un sistema segreto che utilizza probabilmente impulsi a microonde
L’arma della CIA in grado di disabilitare una nave senza violenza. Secondo un articolo pubblicato il 31 ottobre da Wired, la CIA avrebbe sviluppato un’arma in grado di “disabilitare in modo nascosto (e non violento)” le navi, anche di grandi dimensioni, attraverso un sistema segreto che utilizza probabilmente impulsi a microonde. Questa tecnologia sarebbe stata presa in considerazione durante la presidenza di Donald Trump per colpire le petroliere che trasportano petrolio tra il Venezuela e Cuba.
Nel rapporto viene descritto come il sistema fosse stato proposto per supportare i tentativi dell’amministrazione Trump, tra il 2018 e il 2020, di destabilizzare il regime di Nicolas Maduro in Venezuela. Tra gli sforzi menzionati nel report, si parla di:
- Attacchi informatici al sistema di paghe dell’esercito venezuelano.
- Incursioni di sabotaggio condotte da agenti colombiani su aerei da combattimento venezuelani di fabbricazione russa.
- Supporto al leader dell’opposizione Juan Guaidó.
Un passaggio del rapporto recita: “Cuba dipende dal petrolio del Venezuela. In cambio, secondo i funzionari statunitensi, i servizi di sicurezza cubani hanno aiutato a proteggere Maduro, servendo essenzialmente come guardia pretoriana in loco per l’autocrate socialista in crisi”. Si spiega inoltre che l’amministrazione Trump pensava di poter colpire entrambi i regimi intercettando o sabotando le petroliere in rotta dal Venezuela a Cuba.
A riguardo, il report specifica: “Almeno un’opzione coinvolgeva la CIA, che disponeva di un sistema mobile in grado di disattivare segretamente (e in modo non violento) le navi. I funzionari dell’amministrazione Trump volevano che l’agenzia spostasse il sistema vicino al Venezuela, per colpire alcune delle sue petroliere”. Tuttavia, la CIA ha respinto l’idea, spiegando che l’arma era unica nel suo genere, si trovava in un altro emisfero e che non era disponibile per essere spostata in Sud America. L’idea è quindi stata accantonata.
Nell’articolo, Wired non fornisce dettagli specifici sul funzionamento del sistema di disabilitazione navale della CIA, ma vengono fatte alcune ipotesi. Una delle possibilità è che il sistema operi inviando impulsi di energia a microonde ad alta potenza (HPM), in grado di disabilitare dispositivi elettronici come radar, sistemi di navigazione e comunicazioni, oltre ai sistemi di controllo dei motori, immobilizzando la nave senza danneggiare l’equipaggio.
In un comunicato del 2023 sul programma HiJENKS dell’Aeronautica e della Marina degli Stati Uniti, si spiega che “le armi HPM creano fasci invisibili di energia elettromagnetica all’interno di uno specifico spettro di frequenze radio e microonde che possono causare una serie di effetti temporanei o permanenti sui bersagli elettronici”. Questi effetti includono:
- Interruzione dei sistemi informatici.
- Danneggiamento di elettronica mirata.
- Blocco dei sistemi di sicurezza.
L’energia può raggiungere l’obiettivo tramite antenne o aperture nei circuiti, causando errori, blocchi o danni.
Sebbene i dettagli sull’HiJENKS siano limitati, Wired cita che questa tecnologia è stata testata con successo nel 2022 presso il centro prove di China Lake, e segue progetti simili come il Counter-Electronics High-Power Advanced Microwave Project (CHAMP), un missile dotato di generatori HPM sviluppato da Boeing. Anche in passato, gli Stati Uniti hanno lavorato su sistemi HPM più piccoli, progettati per bloccare imbarcazioni di dimensioni minori e veicoli terrestri.
Un sistema HPM potrebbe però richiedere una distanza ridotta dall’obiettivo per essere efficace, sollevando questioni riguardo la possibilità di un uso non rilevabile. Piattaforme senza equipaggio o navi “civili” camuffate potrebbero aiutare a ridurre il rischio di rilevamento, e Wired menziona persino l’opzione di una tecnologia simile impiegata da sottomarini.
Un’altra ipotesi è che la CIA possa usare un metodo di attacco informatico per bloccare la nave attraverso attacchi elettronici o cibernetici che interrompano le sue funzioni. Un attacco che “accechi” i sensori o le comunicazioni chiave potrebbe rallentare o fermare la nave, mentre un attacco informatico mirato potrebbe disabilitare i sistemi di controllo, immobilizzando l’imbarcazione.
La questione dell’uso legittimo di queste tecnologie non letali ma ostili rimane un punto delicato, dato che il loro impiego potrebbe essere negato per evitare ripercussioni. Wired accenna anche a metodi più semplici per fermare le navi, come dispositivi che danneggiano le eliche o sistemi che possono causare incidenti accidentali simili a quelli provocati dalle reti da pesca.
L’utilizzo di queste tecnologie richiede tuttavia un’accurata copertura per evitare accuse di violazione del diritto internazionale, che equiparerebbe tali interventi a ispezioni illegittime in mare o persino ad atti di guerra non convenzionale.
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