I corridoi umanitari sono un programma di accoglienza dei profughi provenienti da zone in emergenza umanitaria
Corridoi umanitari: cosa sono e come funzionano. Mesi fa si è parlato dell’apertura di corridoi umanitari in Ucraina. La motivazione sta nel fatto che la fuga delle persone dal paese ha assunto i connotati di una crisi umanitaria senza precedenti. Poi il terremoto tra Siria e Turchia. E ora con i migranti in Italia.
Cosa sono i corridoi umanitari?
I corridoi umanitari sono un programma di accoglienza dei profughi provenienti da zone in emergenza umanitaria. Sono, quindi, “programmi organizzati” che permettono alle masse di persone ritenute in condizioni di fragilità (donne, bambini, persone malate, ecc.) di scappare da una zona di conflitto o da un disastro naturale per trovare rifugio in Paesi stranieri. Tali circostanze vengono definite “emergenze umanitarie“, perché mettono in pericolo l’incolumità di intere popolazioni.
A cosa servono i Corridoi umanitari?
I corridoi umanitari nascono per controllare il flusso di profughi assicurando a coloro che stanno abbandonando le proprie case una via di fuga sicura (senza il pericolo dei trafficanti di esseri umani o di tratte clandestine) e veloce (per l’occasione vengono rilasciati dei “visti” speciali per entrare in una nazione estera evitando la burocratica tipica delle procedure d’immigrazione).
Come funzionano i corridoi umanitari?
L’organizzazione dei trasferimenti e dei programmi di accoglienza richiede una cooperazione tra associazioni umanitarie, autorità locali e istituzioni delle nazioni che accettano di far entrare entro i loro confini i rifugiati.
Le associazioni inviano nei territori interessati esperti e volontari che si mettono in contatto con i referenti del luogo (ospedali, chiese, istituti di carità, Onlus, ecc.) per stilare una lista di coloro che potrebbero sfruttare il “corridoio” per uscire dal proprio Paese. Questa lista viene, poi, verificata e inviata agli organi di controllo degli Stati “accoglienti” (in Italia le liste vengono vagliate dal Ministero dell’Interno). Quando la lista viene approvata, i consolati dei Paesi coinvolti rilasciano dei visti speciali (“visti umanitari” che permettono l’ingresso nella nazione). I possessori del visto possono partire e una volta giunti a destinazione vengono ospitati in strutture attrezzate.
Nel caso dell’Italia si tratta di visti umanitari con validità territoriale limitata. Una volta arrivati in Italia, i profughi sono accolti dai promotori del progetto, che li ospitano in strutture sparse sul territorio utilizzando quello che viene definito “modello dell’accoglienza diffusa” permettendone così l’integrazione nel tessuto sociale e culturale. Vengono avviati a questo proposito corsi di lingua, lezioni scolastiche per i bambini, ecc..
Cos’è e come funziona un visto d’ingresso
Un “visto d’ingresso” è un documento attraverso cui uno Stato concede ad uno straniero di poter entrare per un dato periodo all’interno del suo territorio. Può essere turistico (per visitare il paese in un periodo compreso generalmente fra 30 e 90 giorni), di studio o di transito (a chi vuole fermarsi in un paese per un tempo limitato, per poi raggiungerne un altro).
I paesi europei, dopo l’accordo di Schengen, non sono sottoposti all’obbligo del visto per entrare in un altro paese europeo. Invece, ai cittadini provenienti da Africa e Asia è sempre richiesto, e questo documento può essere rilasciato solo da un consolato italiano all’estero. In zone di guerra chiedere un visto non è semplice, se non proprio un’impresa impossibile.
I viaggi della speranza
I cosiddetti “viaggi della speranza” sono lunghi viaggi che i migranti intraprendono per cercare di emigrare in paesi diversi dal proprio. In Europa, questo tipo di viaggi seguono 2 rotte: la rotta balcanica; il Mediterraneo.
La Rotta balcanica
Chi arriva dall’Afghanistan e dal Pakistan passa attraverso una rotta nord-orientale dalla Serbia. I siriani usano, invece, una rotta meridionale (come Grecia, Albania, Montenegro, Bosnia).
Il Mediterraneo
I migranti partono da Tunisia, Libia, Egitto e Turchia e arrivano in Italia e Grecia. Invece, dal Marocco e dall’Algeria partono le migrazioni verso la Spagna.
Corridoi umanitari in Italia
Il progetto dei corridoi umanitari in Italia è nato ufficialmente il 15 dicembre 2015 con il Protocollo d’intesa tra la “Comunità di Sant’Egidio”, la “Federazione delle Chiese Evangeliche” in Italia, la “Tavola Valdese” e il “Governo italiano”. E’ stato, poi, rinnovato il 7 novembre 2017. I corridoi umanitari sono interamente finanziati dai promotori (attraverso l’8×1000 e a campagne di raccolta o donazioni).
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].
Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.