DAP sta per “Delivery at Place” e DDP sta per “Delivered Duty Paid”. Regolano le modalità di pagamento e consegna nel commercio internazionale
Significato di DAP e DDP. Gli Incoterms DAP e DDP definiscono le modalità di pagamento e consegna nel commercio internazionale.
DAP (Delivery at Place): significato
Se la merce viene fornita in base al DAP, il venditore è responsabile della fornitura della merce, compresi i costi di trasporto fino al luogo di destinazione presso l’acquirente. Invece, i costi per l’espletamento di tutte le formalità necessarie all’importazione sono a carico dell’acquirente (deve pagare tutte le spese relative all’importazione nel Paese di destinazione).
Se l’imposta sul valore aggiunto e/o i dazi sono superiori alla soglia di esenzione, tutte le spese vanno pagate al momento del ritiro della merce sulla porta di casa. Se il destinatario non è presente al momento della consegna o se l’importo in sospeso non può essere saldato, viene lasciato un invito di ritiro.
DDP (Delivered Duty Paid): significato
Se la merce viene consegnata in base al DDP, il venditore supporta tutte le spese, si assume ogni rischio di trasporto fino al luogo di consegna nel Paese di importazione, ed espleta le formalità necessarie. Quindi, oltre ai costi, deve sostenere anche i dazi all’importazione.
L’acquirente non deve sostenere alcuna spesa alla ricezione della merce, che viene inviata come una spedizione nazionale.
Differenza tra DAP e DDP
Il DDP si differenzia dal DAP per l’assunzione dello sdoganamento e delle pratiche fiscali da parte del venditore.
DAP (Dipartimento di amministrazione penitenziaria): significato
In Italia, il termine DAP ha tutt’altro significato. DAP (abbreviazione di “Dipartimento di amministrazione penitenziaria”), è uno dei quattro dipartimenti in cui si divide il Ministero della Giustizia Italiana. Ha il compito di garantire ordine e sicurezza all’interno delle carceri.
Il Dap è stato istituito con la legge 395/1990 e si occupa di:
- Gestione amministrativa del personale impiegato e dei beni dell’amministrazione penitenziaria su tutto il territorio italiano;
- Esecuzione delle misure cautelari, delle pene e delle misure di sicurezza detentive;
- Garantire le leggi vigenti sul trattamento dei detenuti (anche dal punto di vista della tutela sanitaria).
Come funziona il DAP
Il DAP, oltre ad assicurare ordine e sicurezza negli istituti penitenziari, esegue le misure cautelari di custodia in carcere, le misure di sicurezza e quelle alternative alla detenzione (come la detenzione domiciliare). Questo dipartimento ha un ruolo di primo piano anche nel coordinamento tecnico-operativo delle risorse umane impiegate nell’Amministrazione penitenziaria.
Com’è organizzato il DAP
Il DAP si articola in maniera capillare sul territorio italiano attraverso provveditorati regionali, i quali hanno il compito di amministrare gli istituti di competenza.
I provveditorati regionali sono:
- Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta
- Veneto-Friuli VG-Trentino AA
- Lombardia
- Emilia Romagna-Marche
- Toscana-Umbria
- Lazio-Abruzzo-Molise
- Campania
- Puglia-Basilicata
- Calabria
- Sicilia
- Sardegna
Il capo del Dipartimento viene scelto tra le più alte cariche della magistratura (solitamente tra quelle che si sono distinte per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata). La nomina proviene dal Ministro della Giustizia e chi viene incaricato beneficia delle indennità previste per il Capo della Polizia, il Comandante generale dei Carabinieri ed il Comandante generale della Guardia di finanza.
Inoltre, il capo del DAP entra a far parte del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica (organo ausiliario esterno di consulenza del Ministero dell’Interno in materia di sicurezza e ordine pubblico).
DAP e Covid-19
Del DAP se ne parlò molto nel 2020, durante il secondo Governo Conte (M5s e PD).
Durante la pandemia da Covid-19, furono concessi gli arresti domiciliari ad alcuni boss mafiosi. Tra i boss: Francesco Bonura (ex fedelissimo di Provenzano, con diversi problemi di salute tra cui un cancro al colon), lo ‘ndranghetista Vincenzino Iannazzo (reduce da un trapianto non andato bene), e Pasquale Zagaria (l’imprenditore del clan dei Casalesi e fratello del boss Michele, recluso al 41-bis nel carcere di Sassari, dove sconta una condanna a 20 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e altri reati). L’ordinanza dispose il trasferimento ai domiciliari per poter garantire a quest’ultimo la prosecuzione dei trattamenti di cui ha bisogno per curare una grave malattia, dal momento che la clinica che lo aveva in cura in Sardegna era diventata un centro Covid-19.
La decisione scatenò molte polemiche. Sulla scarcerazione fu disposta un’indagine interna dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Nel corso di una puntata del programma di approfondimento “Non è l’Arena” (su La7), vi fu un acceso confronto tra il capo del DAP Francesco Basentini e il conduttore Massimo Giletti.
“Come mai il Dap non ha trasferito Zagaria Pasquale in una struttura idonea il 9 aprile?“, chiese il sostituto procuratore di Napoli Catello Maresca, intervenendo in trasmissione. “Un trasferimento di detenuto per motivi sanitari, come avvenuto in questo caso, è oggetto di valutazione innanzitutto da parte del personale sanitario, che non fa parte del nostro organico“, replicò Basentini.
In seguito alla trasmissione, il conduttore Massimo Giletti è finito sotto scorta per le minacce da parte del boss mafioso Filippo Graviano. Graviano (condannato per le stragi del ’92 e del ’93) era stato intercettato in un carcere di massima sicurezza, mentre parlava di Giletti e del magistrato Nino Di Matteo dicendo: “Il ministro fa il lavoro suo e loro rompono il caxxo“. Era stato intercettato all’indomani della puntata di Giletti nella quale il giornalista aveva letto l’elenco dei nomi di boss che stavano per essere scarcerati per l’emergenza coronavirus, tra cui alcuni al 41 bis.
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].
Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.