Pensione di vecchiaia: cos’è e come funziona

Pensione di vecchiaia: cos’è, come funziona, requisiti, a chi spetta, come fare domanda, calcolo importo, novità

Pensione di vecchiaia: cos'è e come funziona
Pensione di vecchiaia. La pensione di vecchiaia è una prestazione previdenziale riconosciuta a una determinata età anagrafica e con un minimo di anni di contributi. Non esiste, però, una sola pensione di vecchiaia. E’, infatti, possibile ottenere il pensionamento con condizioni differenti.

Pensione di vecchiaia: novità

Novità sulla Pensione di vecchiaia: in base a quanto previsto dal D.L. 201/2011 cd. Legge Fornero, è cambiata l’età minima per il pensionamento: uomini e donne, infatti, possono accedere alla pensione di vecchiaia in base all’età anagrafica (67 anni di età) e a un minimo di contributi versati (almeno 20 anni).

Con la riforma Fornero è stata, poi, abolita la pensione di anzianità (il pensionamento in base al numero di anni di lavoro) e sostituita dalla pensione anticipata (42 anni e 3 mesi per gli uomini e 41 anni e 3 mesi per le donne).

Un’altra novità introdotta sempre dalla Legge Fornero, è l’adeguamento della pensione in base alla speranza di vita e l’aumento dei contributi versati per alcune categorie di lavoratori (artigiani, commercianti, lavoratori agricoli e lavoratori autonomi).

E’ stata, poi, bloccata la rivalutazione delle pensioni 2020 superiori a 4 volte il trattamento minimo.

Per quanto, invece, riguarda la pensione anticipata, c’è la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro, utilizzando l’Ape social, Quota 100, e Opzione donna.

Riconfermata, infine, la pensione di cittadinanza per i pensionati a basso reddito e il reddito di cittadinanza per chi è in età da lavoro.

Pensione di vecchiaia: cos’è

Cos’è la Pensione di vecchiaia: è una prestazione economica erogata dall’INPS previa presentazione di una apposita domanda da parte dei lavoratori dipendenti e di quelli autonomi (iscritti all’AGO o ad altre forme di assicurazione sostitutiva, esclusiva, integrativa ivi compresa la famosa gestione separata).

Questo trattamento pensionistico viene erogato (al perfezionamento di determinati requisiti (età anagrafiche e contribuzione):
  • Dall’assicurazione generale obbligatoria;
  • Dai fondi ad essa sostitutivi, esclusivi o esonerativi;
  • Dalla gestione separata dell’Inps.
Pensione di vecchiaia: come funziona

Come funziona la Pensione di vecchiaia: il lavoratore in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge, può presentare domanda all’INPS. L’INPS, una volta ricevuto il modulo con la domanda e la documentazione, verifica la correttezza dei dati e i requisiti.

Accolta la domanda, si passa al calcolo della pensione di vecchiaia:

  • Contributivo: per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995;
  • Retributivo fino al 31 dicembre 2011 e poi contributivo: per chi ha maturato almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • Misto (retributivo fino al 31 dicembre 1995 e poi contributivo): per chi al 31 dicembre 1995, ha lavorato senza però maturare 18 anni di contributi.

Accettata la domanda, il pagamento parte dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile. Se invece i requisiti non sono ancora soddisfatti, la pensione parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono maturati i requisiti. Il lavoratore può anche richiedere la liquidazione del pagamento dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda. Per gli iscritti alla gestione esclusiva dell’AGO, la pensione decorre dal giorno successivo alla maturazione dei requisiti.

E’ richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Non è richiesta la cessazione dell’attività svolta per il lavoratore autonomo.

Pensione di vecchiaia: requisiti

Requisiti per la Pensione di vecchiaia: per avere diritto alla pensione di vecchiaia, i lavoratori, devono essere in possesso di determinati requisiti (sia in termini di età pensionabile che di contributi versati).

Quali sono:
  • Aver raggiunto una determinata età pensionabile;
  • Aver versato il minimo di contribuzione richiesta per andare in pensione.

E’ possibile ottenere la pensione di vecchiaia anche senza aver versato contributi. Si tratta di un assegno sociale che l’INPS eroga ai cittadini con 67 anni di età.

Per le lavoratrici autonome, la Riforma prevede un innalzamento graduale dei requisiti anagrafici al fine di parificare l’età pensionabile tra uomini e donne.

Pensione di vecchiaia: a chi spetta
A chi spetta la Pensione di vecchiaia:

I requisiti per le donne:

  • Dipendenti pubbliche (67 anni sia nel 2020 che nel 2021);
  • Dipendenti private iscritte all’AGO (67 anni sia nel 2020 che nel 2021);
  • Lavoratrici autonome (67 anni sia nel 2020 che nel 2021).

I requisiti per gli uomini:

  • Dipendenti pubblici (67 anni sia nel 2020 che nel 2021);
  • Dipendenti privati iscritti all’AGO (67 anni sia nel 2020 che nel 2021);
  • Lavoratori autonomi (67 anni sia nel 2020 che nel 2021).
Pensione di vecchiaia: come fare domanda

Come fare domanda per la Pensione di vecchiaia: per richiedere la pensione di vecchiaia bisogna rivolgersi all’INPS e presentare l’apposita domanda per via telematica (online).

La domanda a presentata accedendo ai servizi telematici dell’INPS in 3 modalità:
  • Online: se il lavoratore possiede lo SPID o il PIN INPS dispositivo;
  • Tramite numero verde INPS;
  • Tramite intermediari abilitati ed autorizzati (CAF, Patronati, commercialisti, associazioni di categoria, ecc.).

I dipendenti che compiono 67 anni di età entro il 31 agosto 2021 e sono in possesso di almeno 20 anni di contributi saranno collocati a riposo d’ufficio l’1 settembre 2021 (quindi, non devono presentare domanda di cessazione). Devono, invece, presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 7 dicembre soltanto colo che compiranno i 67 anni tra l’1 settembre 2021 ed il 31 dicembre 2021.

Pensione di vecchiaia: calcolo importo

Calcolo importo della Pensione di vecchiaia: l’importo della pensione di vecchiaia cambia in funzione dell’anzianità contributiva ed al meccanismo di calcolo che si deve applicare per legge (sistema contributivo o retributivo).

  • Con i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi prima del 31 dicembre 1995, per il calcolo si usa il sistema retributivo;
  • Con i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995, per il calcolo si usa il sistema misto (a metà strada tra retributivo e contributivo).

Sistema contributivo: l’importo è calcolato in base a quanti contributi si sono versati ogni anno (come previsto dall’aliquota di computo che si è applicata ai lavoratori dipendenti e al montante individuale). Poi, viene applicato un determinato coefficiente di trasformazione INPS.

Sistema retributivo: l’importo è calcolato in base al numero di contributi versati e alla media delle retribuzioni percepite nell’ultimo periodo di lavoro.

In qualsiasi momento è possibile calcolare la misura dell’assegno pensionistico prima della pensione, utilizzando un apposito servizio messo a disposizione dall’INPS e che si chiama “La Mia Pensione INPS“. Questo servizio online permette di simulare la futura pensione, tenendo conto dei 3 fattori principali (età, storia lavorativa e retribuzione).

Sistema Retributivo (o Misto)

I lavoratori e le lavoratrici (settore pubblico, privato e autonomi) che possono vantare contribuzione al 31 dicembre 1995, rientrano nel sistema Retributivo (o Misto) e possono accedere alla pensione di vecchiaia dall’1 gennaio 2019 al perfezionamento di 67 anni.

I requisiti anagrafici sono oggetto dell’adeguamento alla stima di vita Istat a partire dall’1 gennaio 2013. Il primo aumento è stato di 3 mesi, il secondo di 4 mesi (scattato il 1 gennaio 2016) e il terzo di 5 mesi (scattato il 1° gennaio 2019), e il quarto adeguamento (previsto dal 1 gennaio 2021) sarà nullo (i requisiti anagrafici resteranno invariati sino al 31 dicembre 2022).

Sistema Contributivo

I lavoratori e le lavoratrici (settore pubblico, privato e autonomi) per i quali il primo accredito contributivo decorre dall’1 gennaio 1996, possono ottenere la pensione al perfezionamento dei medesimi requisiti anagrafici e contributivi previsti per i lavoratori nel sistema retributivo (o Misto).

Tuttavia, per conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia, oltre alla presenza del requisito contributivo e anagrafico, devono soddisfare il requisito di avere un importo della pensione superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. In caso contrario possono accedere alla pensione di vecchiaia al compimento di 70 anni di età con almeno 5 anni di contribuzione effettiva (cioè obbligatoria, volontaria e da riscatto) a prescindere dall’importo della pensione.

Anche il requisito anagrafico di 70 anni è soggetto agli adeguamenti in materia di stima di vita (dal 2019 sono quindi necessari 71 anni).

Pensione di vecchiaia ordinaria: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia ordinaria: è un trattamento che gli iscritti all’INPS (assicurazione generale obbligatoria, gestioni sostitutive ed esclusive, gestioni dei lavoratori autonomi, gestione separata, ecc.) possono ottenere dopo aver maturato determinati requisiti.

Quali sono:
  • 67 anni di età (dal 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2022);
  • Almeno 20 anni di contributi;
  • Assegno superiore a 1,5 volte l’assegno sociale (cioè, superiore a 689,75 euro per chi non possiede versamenti alla data del 31 dicembre 1995);
  • Aver cessato l’attività lavorativa dipendente (in seguito, è possibile rioccuparsi);
  • 66 anni e 7 mesi di età per gli addetti ai lavori gravosi con almeno 30 anni di contributi.
I requisiti anagrafici aumentano nel tempo:
  • 2019: 67 anni;
  • 2020: 67 anni;
  • 2021: 67 anni (come confermato da un recente decreto);
  • 2022: 67 anni;
  • 2023: 67 anni e 3 mesi;
  • 2024: 67 anni e 3 mesi; 2025: 67 anni e 6 mesi;
  • 2026: 67 anni e 6 mesi;
  • 2027: 67 anni e 9 mesi;
  • 2028: 67 anni e 9 mesi.
Pensione di vecchiaia in regime di cumulo: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia in regime di cumulo: è un trattamento che si ottiene sommando gratuitamente i contributi di casse diverse, comprese le gestioni dei liberi professionisti.

Il cumulo non comporta il ricalcolo contributivo della prestazione, ma, anzi, per quanto riguarda le gestioni INPS, in alcuni casi consente di ottenere il calcolo retributivo sino al 2011. Mentre, per quanto riguarda le casse professionali, diverse gestioni applicano il ricalcolo contributivo (salvo il raggiungimento di requisiti minimi).

Pensione di vecchiaia in totalizzazione: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia in totalizzazione: è un trattamento che si ottiene sommando tutti i contributi accreditati in diverse gestioni pensionistiche e decorre dal primo giorno del 19esimo mese successivo a quello di raggiungimento dei requisiti. La totalizzazione ha il vantaggio di essere gratuita, ma ha lo svantaggio di comportare il calcolo contributivo dell’assegno.

Quali sono i requisiti:
  • 66 anni di età (per il biennio 2019-2020, confermati per il biennio 2021-2022);
  • Almeno 20 anni di contributi (complessivamente, tra tutte le casse in cui si possiede contribuzione);
  • Eventuali ulteriori requisiti (diversi da quelli di età ed anzianità contributiva) previsti dai singoli ordinamenti;
  • Aver cessato l’attività lavorativa dipendente (in seguito, è possibile rioccuparsi).
Pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi: questo trattamento è dato da specifiche deroghe (dette deroghe Amato).

La prima deroga Amato prevede l’accesso alla pensione se si possiedono 15 anni di contribuzione (780 settimane) accreditate prima del 31 dicembre 1992. Sono utili tutti i contributi (volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, anche quelli versati all’estero, in Paesi europei o convenzionati con l’Italia). Per beneficiare della deroga è necessario essere iscritti al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS (la deroga si applica anche agli iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost).

La seconda deroga Amato prevede l’accesso alla pensione con 15 anni di contributi, se si è stati autorizzati al versamento dei contributi volontari, con un provvedimento di autorizzazione anteriore al 24 dicembre 1992 (non è necessario l’effettivo versamento di contributi volontari). Sono utili tutti i contributi (volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, anche quelli versati all’estero, in Paesi europei o convenzionati con l’Italia). Per beneficiare della deroga è necessario essere lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dell’INPS o ex Enpals (non per gli iscritti all’ex Inpdap ed all’ex Ipost).

La terza deroga Amato prevede l’accesso alla pensione con 15 anni di contributi, per i soli lavoratori dipendenti, iscritti all’assicurazione generale obbligatoria o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima, se si possiedono determinati requisiti.

Quali sono:
  • 25 anni di anzianità assicurativa;
  • 15 anni di contribuzione;
  • Almeno 10 anni lavorati discontinuamente (cioè per periodi inferiori alle 52 settimane).
Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità: il decreto Amato ha anche introdotto la possibilità di fruire della pensione di vecchiaia anticipata per i non vedenti e per chi possiede un’invalidità riconosciuta almeno pari all’80%. Oltre al riconoscimento dell’invalidità, il lavoratore deve soddisfare determinati requisiti.

Quali sono:
  • Almeno 20 anni di contributi;
  • 61 anni se uomini e 56 anni se donne (dal 2019 al 2022);
  • Per i non vedenti, sono 56 anni per gli uomini e 51 anni per le donne (dal 2019 al 2022).
Pensione di vecchiaia per non vedenti: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia per non vedenti: i lavoratori divenuti non vedenti (cecità assoluta o residuo visivo inferiore a 1/10) prima dell’inizio del rapporto lavorativo hanno diritto alla pensione di vecchiaia (dal 2019 al 2022) se possiedono determinati requisiti.

Quali sono:
  • 56 anni di età, più 12 mesi di finestra, e 10 anni di contributi, se uomini;
  • 51 anni di età, più 12 mesi di finestra, e 10 anni di contributi, se donne.

Possono usufruire del beneficio anche coloro che, nonostante siano divenuti ciechi dopo il primo rapporto di lavoro, possono far valere almeno 10 anni di contributi (successivi all’insorgere della cecità).

Ai lavoratori autonomi (con contribuzione mista, da lavoro subordinato e autonomo), sono richiesti 5 anni di età in più, e la finestra di attesa è pari a 18 mesi.

Pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi: chi non possiede versamenti al 31 dicembre 1995 può ottenere la pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi. L’età anagrafica richiesta (da 2019 al 2022) è di 71 anni.

In seguito, è previsto un aumento del requisito di età anagrafica pari a 3 mesi per ogni biennio.

Per avere accesso alla pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi non è prevista una soglia minima di accesso (cioè un assegno minimo).

Possono usufruire del beneficio sono richiesti i seguenti requisiti:
  • Iscrizione presso la gestione separata e versamento di almeno un mese di contributi;
  • Meno di 18 anni di contributi versati o accreditati alla data del 31 dicembre 1995;
  • Almeno 5 anni di contributi versati o accreditati dal 1 gennaio 1996;
  • Almeno 15 anni di contributi complessivi.

In base ai requisiti osservati, la pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi può essere ottenuta soltanto da chi non ha contributi versati prima del 1 gennaio 1996.

Pensione di vecchiaia presso le casse professionali: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Pensione di vecchiaia presso le casse professionali: i requisiti richiesti per ottenere la pensione di vecchiaia sono differenti rispetto ai requisiti previsti per la generalità delle gestioni INPS.

Presso Cassa Forense, il requisito di età anagrafico previsto è di 69 anni per il biennio 2019-2020 e di 70 anni per il 2021.

Presso la Cassa dei dottori commercialisti (la Cnpadc, per i nati dopo il 1944), i requisiti richiesti sono 68 anni di età e 33 di contributi, ma in tutti i casi può essere ottenuto a 70 anni di età, con 25 anni di contributi.

Presso Inarcassa (la cassa degli ingegneri e degli architetti), i requisiti richiesti sono 66 anni e 3 mesi di età e 33 anni di contributi.

Presso la Cnpr (la cassa dei ragionieri), i requisiti richiesti sono 68 anni di età e 40 anni di contributi.

Presso la Cipag (la cassa dei geometri), i requisiti richiesti sono 70 anni di età e 35 anni di contributi.

Presso l’Enpacl (la cassa dei consulenti del lavoro), i requisiti richiesti sono 68 anni di età (69 dal 2022, 70 dal 2025) e 5 anni di contributi.

Presso l’Enpap (la cassa degli psicologi), i requisiti richiesti sono 65 anni di età e almeno 5 anni di contributi.

Presso l’Enpapi (la cassa degli infermieri), i requisiti richiesti sono 65 anni di età e almeno 5 anni di contributi.

Presso il fondo di previdenza generale dell’Enpam (riguarda i medici):

  • Pensione di vecchiaia (68 anni di età e almeno 5 anni di contribuzione effettiva);
  • Pensione di vecchiaia con anticipo (65 anni di e tà e almeno 20 anni di contribuzione);
  • Pensione di vecchiaia anticipata, o di anzianità (62 anni di età un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’anzianità di laurea non inferiore a 30 anni).

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