Il denaro passerà al Consap, la controllata al 100% dallo Stato, e verrà trasferito al capitolo 3382 delle entrate del bilancio dello Stato
Il 21 giugno 2022 poste italiane estinguerà i libretti postali inutilizzati negli ultimi 10 anni. Dopo il primo giorno d’estate, il denaro passerà a Consap, controllata al 100% dallo Stato, e verrà trasferito al capitolo 3382 delle entrate del bilancio dello Stato dove ogni anno istituti di credito e assicurazioni versano i proventi dei cosiddetti “rapporti dormienti“. Quindi, polizze, assegni, libretti di risparmio e conti non movimentati per 10 anni finiranno nelle casse pubbliche.
E’ quanto prevede una norma approvata dal governo nel 2005. Nel 2017, lo Stato ha incassato oltre 2 miliardi di euro. Una cifra che continua ad aumentare con il passare del tempo, anche perché non tutti i titolari di un conto dormiente vengono a saperlo. Ad esempio, c’è chi è morto senza lasciare eredi (o senza che gli eredi sappiano dell’esistenza del conto/libretto), ma c’è anche chi ha cambiato residenza e non riceve più le comunicazioni della banca o della posta.
Come recuperare il controllo dei conti?
La norma prevede una sorta di “salvacondotto“: chi si accorgesse che i propri soldi sono “spariti” ha ancora 10 anni di tempo per recuperarli. Infatti, tra il 2010 e il 2016, sono state finalizzate circa 40mila istanze per quasi 220 milioni di euro.
Il grosso dei denari sui conti dormienti, però, è confluito nelle casse dello Stato. Questo anche perché la legge non impone agli istituti di cercare i familiari per avvertirli che esistono delle somme intestate alle persone che sono morte.
Per evitare che il proprio libretto postale dormiente passi allo Stato è sufficiente effettuare un’operazione, ma è difficile che accada perché la maggior parte dei rapporti sono intitolati a persone che non ci sono più o che neppure sanno di averli.
Per quando riguarda le Poste, non è mai stato comunicato quanti siano i libretti dormienti, ma sul sito è presente l’elenco di tutti i rapporti (decine di file da centinaia di pagine l’uno, all’interno delle quali ci sono migliaia di euro che gli italiani hanno dimenticato da tempo).
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