Cosa sono l’indulto e l’amnistia?

L’indulto e l’amnistia sono due provvedimenti giuridici di “clemenza” del diritto penale, ma vengono spesso confusi, poiché entrambi incidono sulle conseguenze di un reato

Cosa sono l'indulto e l'amnistia?

Cosa sono l’indulto e l’amnistia? L’indulto e l’amnistia sono due provvedimenti giuridici di clemenza del diritto penale, ma vengono spesso confusi, poiché entrambi incidono sulle conseguenze di un reato. In realtà, indulto e amnistia hanno effetti diversi: l’indulto riguarda solo la pena, lasciando intatto il reato, mentre l’amnistia estingue completamente il reato, eliminando qualsiasi rilevanza penale. La distinzione è importante, soprattutto considerando che questi provvedimenti sono spesso al centro del dibattito pubblico e giuridico per il loro ruolo nel bilanciare giustizia e clemenza, influenzando temi come la politica criminale e i diritti dei detenuti.

Di recente, le discussioni sull’indulto e sull’amnistia sono riemerse a seguito di proposte legislative volte ad affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri italiane. Tale problematica solleva questioni sul trattamento dei detenuti e sull’efficienza del sistema penale, richiamando l’attenzione su strumenti come indulto e amnistia, attraverso i quali lo Stato può intervenire in modo straordinario sulle pene. Il dibattito è spesso acceso: da un lato, si invoca una giustizia rigorosa, dall’altro, si evidenzia la necessità di offrire dignità e opportunità di recupero ai detenuti.

Cos’è l’indulto: definizione e significato

L’indulto ha origini antiche, risalenti all’epoca romana, quando l’imperatore poteva concedere clemenza per pacificare la società. Oggi l’indulto viene applicato per rispondere a situazioni di emergenza sociale, come il sovraffollamento delle carceri.

«L’indulto è un provvedimento generale attraverso il quale lo Stato decide di rimettere, in tutto o in parte, la pena inflitta a chi è stato condannato. Attraverso l’indulto la pena si estingue ma non il reato che continua a rimanere presente nel casellario giudiziale».

Quindi, sebbene l’indulto esenti il condannato dall’obbligo di scontare la pena, esso non cancella le conseguenze della condanna, come, ad esempio, l’interdizione dai pubblici uffici.

Tipologie e classificazioni dell’indulto

L’indulto può essere suddiviso in diverse categorie a seconda dell’applicazione e della misura del beneficio:

  • Indulto totale: estingue completamente la pena residua, liberando il condannato dall’obbligo di scontare ulteriori anni di detenzione o di pagare multe.
  • Indulto parziale: agisce solo su una parte della pena, riducendo, ad esempio, la detenzione di alcuni anni o l’importo di una sanzione pecuniaria.
  • Indulto condizionato: è subordinato al rispetto di condizioni specifiche, come non commettere reati per un periodo stabilito. Se il beneficiario dell’indulto viola queste condizioni, ad esempio commettendo un reato nei cinque anni successivi, il beneficio decade e la pena residua dovrà essere scontata.
  • Indulto per categorie di reati: alcuni reati, in particolare quelli considerati di grave allarme sociale, possono essere esclusi dal beneficio dell’indulto per garantire la sicurezza pubblica.
  • Indulto temporaneo: è concesso per un periodo limitato; scaduto questo termine, il beneficio non è più valido.
  • Indulto permanente: è una misura senza limiti temporali, incidendo in modo definitivo sulla pena residua.
Cosa significa amnistia

Il termine amnistia deriva dal greco “amnestía”, che significa oblio. L’amnistia è infatti un atto attraverso il quale lo Stato estingue un reato, considerandolo come se non fosse mai stato commesso.

«L’amnistia è un intervento di ampia portata, volto a promuovere la pacificazione sociale o a risolvere situazioni di tensione nel sistema penale. L’art. 151 del c.p. conferma che l’amnistia ha efficacia retroattiva, estinguendo il reato a prescindere dal momento in cui sia stato commesso, purché rientri nelle categorie stabilite dalla legge di concessione».

L’amnistia ha effetti più estesi rispetto all’indulto: non solo libera il soggetto dalla pena, ma cancella anche il presupposto di colpevolezza. Questa differenza è particolarmente significativa in ambiti come la giustizia minorile, dove gli obiettivi rieducativi trovano maggior coerenza nella concessione dell’amnistia, che meglio si accorda con i principi di riabilitazione e reinserimento sociale.

Tipi di amnistia

L’amnistia si distingue in due principali categorie:

  • Amnistia propria: viene applicata prima che il processo giunga a termine, provocando l’interruzione del procedimento penale. In questo modo, l’accusato non viene né giudicato né condannato, e il reato si considera estinto.
  • Amnistia impropria: interviene dopo una sentenza di condanna e incide sull’esecuzione della pena, interrompendo l’espiazione della pena stessa senza annullare la condanna già emessa.

Inoltre, l’amnistia può essere:

  • Generale: quando copre un ampio numero di reati definiti per categorie;
  • Parziale: se riservata a specifici reati o a determinate fasce di condannati.
Le leggi che regolano indulto e amnistia

I riferimenti normativi per la regolamentazione dell’indulto e dell’amnistia sono contenuti principalmente nell’articolo 79 della Costituzione, che stabilisce le modalità e le condizioni necessarie per la concessione di questi provvedimenti di clemenza. In base a questa norma, l’indulto e l’amnistia possono essere concessi solo tramite una legge approvata con una maggioranza qualificata dei due terzi dei membri di ciascuna Camera, una procedura che sottolinea l’importanza di tali misure.

Altri riferimenti normativi includono:

  • Articolo 174 del Codice Penale: disciplina gli effetti dell’indulto: «L’indulto o la grazia condona, in tutto o in parte, la pena inflitta […]»;
  • Articolo 151 del Codice Penale: riguarda l’amnistia: «L’amnistia estingue il reato, e, se vi è stata condanna, fa cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie […]».

La giurisprudenza ha chiarito i limiti dell’amnistia e dell’indulto, definendone le conseguenze legali. In particolare, la Corte Costituzionale ha confermato la legittimità costituzionale delle norme che escludono i reati gravi e di particolare allarme sociale, come quelli di stampo mafioso o terroristico, da queste misure di clemenza (Corte Cost., sent. n. 236 del 1974). Questa linea di orientamento è stata ripresa e consolidata dalla giurisprudenza successiva, stabilendo che tali limitazioni sono compatibili con il principio costituzionale di uguaglianza, poiché rispondono all’esigenza di garantire la sicurezza collettiva e di prevenire la recidiva.

Riforma Cartabia del 2021

La Legge n. 134 del 2021, nota come riforma Cartabia, ha introdotto importanti modifiche nel sistema penale italiano. Tra le novità, spiccano l’introduzione di meccanismi di giustizia riparativa e l’incentivo all’uso di pene alternative alla detenzione, specialmente per i reati minori. Sebbene non sia paragonabile a un’amnistia o a un indulto, questa misura contribuisce a contenere la popolazione carceraria e a favorire una gestione più sostenibile del sistema penitenziario.

Inoltre, la riforma Cartabia ha introdotto modifiche procedurali volte a velocizzare i processi penali, riducendo i tempi di custodia cautelare e limitando il numero di persone detenute in attesa di giudizio. In particolare, prevede la possibilità di estinzione del reato per prescrizione del processo in appello e in Cassazione, riducendo ulteriormente la permanenza di persone detenute prima della condanna definitiva.

Le differenze fra indulto e amnistia

L’indulto e l’amnistia, pur essendo entrambi provvedimenti di clemenza, si distinguono per effetti e finalità, offrendo uno strumento di approfondimento sulle politiche di clemenza dello Stato, sui limiti costituzionali e sui principi di proporzionalità e sicurezza richiesti al sistema penale.

Conseguenze penali

L’indulto interviene esclusivamente sulla pena, riducendola o estinguendola, ma non modifica le conseguenze penali del reato. Questo significa che, pur essendo sollevato dall’obbligo di scontare la pena, il condannato mantiene un precedente penale che può influenzare possibili recidive e le sanzioni accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici o l’accesso a benefici successivi.

L’amnistia, invece, agisce sul reato stesso, estinguendolo completamente e cancellando ogni conseguenza penale. In pratica, con l’amnistia, il reato non è più perseguibile e viene eliminato dal casellario giudiziale, come se non fosse mai stato commesso.

Responsabilità civile

In entrambi i casi, l’indulto e l’amnistia non alterano le obbligazioni civili; pertanto, anche se la pena viene ridotta o estinta, restano in vigore le responsabilità civili, come l’obbligo di risarcire i danni causati alla vittima. Ad esempio, se il reato ha provocato danni materiali o morali, l’autore rimane comunque tenuto a risarcire il danneggiato secondo quanto stabilito dalla sentenza.

Retroattività

L’amnistia ha effetto retroattivo, estinguendo i reati commessi prima della data di entrata in vigore della legge che la concede. Questo effetto retroattivo permette di “dimenticare” il reato, cancellando ogni conseguenza penale per chi l’ha commesso entro il periodo stabilito dalla legge.

L’indulto, invece, generalmente non è retroattivo: agisce sulle pene già inflitte e stabilisce il momento in cui decorre la riduzione o la remissione della pena, applicabile solitamente alle pene in corso di esecuzione al momento dell’entrata in vigore della legge.

Come vengono concessi indulto e amnistia?

L’iter per approvare una legge di indulto o di amnistia prevede l’iniziativa da parte di uno o più parlamentari o del Governo. Il testo proposto viene poi esaminato dalle Commissioni parlamentari competenti, che approfondiscono e revisionano il provvedimento. Durante questo processo, vengono valutati sia gli effetti sul sistema carcerario e giudiziario sia le implicazioni sociali, inclusa la reazione dell’opinione pubblica e l’impatto sulla sicurezza.

Dopo l’esame in Commissione, il testo viene discusso e votato in entrambe le Camere, con l’obbligo di ottenere la maggioranza qualificata dei due terzi, una soglia elevata rispetto a quella delle leggi ordinarie. Questa disposizione costituzionale è stata pensata per garantire ponderazione e prudenza, limitando il rischio che amnistia e indulto siano approvati per ragioni politiche contingenti.

Requisiti necessari

La legge che concede l’indulto o l’amnistia stabilisce dettagliatamente le condizioni e i requisiti per accedere a tali misure di clemenza. Tra questi requisiti, spesso figurano specificazioni sulle categorie di reati inclusi o esclusi dal beneficio. Nel caso dell’indulto, la legge può anche prevedere che il condannato dimostri buona condotta o soddisfi altre condizioni per ottenere la riduzione o remissione della pena.

Quando non sono concessi

Per legge, l’amnistia e l’indulto non possono essere concessi per alcuni reati considerati particolarmente gravi o incompatibili con la clemenza statale, poiché ritenuti lesivi di valori fondamentali. In particolare, sono esclusi dal beneficio i reati che rappresentano un elevato rischio per la sicurezza sociale, come quelli di associazione mafiosa (art. 416-bis c.p.), terrorismo e reati sessuali. Questa esclusione rispecchia un principio di equilibrio tra clemenza e sicurezza, rispondendo all’esigenza di garantire l’ordine pubblico e la coesione sociale.

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