La Commissione europea ha finanziato le indagini della Corte penale internazionale con 7,25 milioni di euro su un progetto focalizzato sul conflitto tra Russia e Ucraina
Le indagini che hanno portato al mandato di arresto contro Putin sono state finanziate dall’UE?
La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto contro il Presidente russo Vladimir Putin e la commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, per crimini di guerra.
L’accusa contro Putin è di essere “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia“.
Tuttavia, il mandato di arresto non avrà alcuna conseguenza sul Presidente russo poiché la Russia non ha ratificato lo statuto di Roma che istituisce la Corte, e di conseguenza questa struttura non ha alcuna competenza in territorio russo. Anche l’Ucraina non ha ratificato il trattato istitutivo della Corte, pertanto il mandato di cattura nei confronti di Putin si basa su un palese sconfinamento della Corte dalla sua sfera di competenza.
La Commissione UE ha finanziato le indagini
La Commissione europea ha finanziato le indagini della Corte penale internazionale con 7,25 milioni di euro su un progetto focalizzato sul conflitto tra Russia e Ucraina.
L’alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell ha dichiarato che “non ci può essere impunità per i crimini commessi sotto l’occupazione russa. Le indagini della Corte penale internazionale sono fondamentali per assicurare responsabilità e giustizia per gli atroci crimini commessi in Ucraina“.
L’Unione europea appoggia l’Ucraina con l’invio diretto di equipaggiamenti militari e l’applicazione di sanzioni contro la Russia.
Quando gli Stati Uniti definivano la Corte “illegittima”
Il procuratore capo della Corte, Karim Ahmad Khan, giudice di nazionalità britannica, ha emesso il mandato di arresto contro Putin. La Gran Bretagna è apertamente schierata nel conflitto in favore dell’Ucraina.
Khan ha sostituito Fatou Bensouda, di nazionalità gambiana, il cui operato è stato ostacolato dagli Stati Uniti, che hanno imposto sanzioni economiche nei confronti dell’ex procuratrice della Corte nel giugno 2020, bloccandole i conti correnti e le carte di credito. La ritorsione era probabilmente dovuta al tentativo di Bensouda di aprire una procedura sui crimini di guerra commessi dalla coalizione occidentale in Afghanistan.
L’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, ha definito la Corte Penale Internazionale “illegittima“.
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