La Russia vuole investire nel gasdotto Nigeria-Marocco?

Mentre l’Europa cerca di chiudere con il gas russo il Cremlino si prepara ad investire nel gasdotto Nigeria-Marocco

La Russia vuole investire nel gasdotto Nigeria-Marocco?
La Russia vuole investire nel gasdotto Nigeria-Marocco? Il conflitto in Ucraina e la conseguente crisi energetica in Europa ha riacceso il dibattito sull’approvvigionamento energetico del vecchio Continente. Così, mentre molti governi europei cercano di smarcarsi dal gas russo, Mosca sarebbe interessata alla costruzione del gasdotto trans-africano.

Quindi, la Russia potrebbe, in futuro, continuare a rifornire di gas l’Europa. Questo perché a progetto completato il gasdotto dovrebbe coprire buona parte della costa africana occidentale, partendo dalla Nigeria fino ad arrivare al Marocco e poi giungere in Europa.

Al lancio del progetto si prevedeva il completamento del gasdotto nel 2046, ma la situazione geopolitica internazionale potrebbe accelerare i tempi.

Cosa si sa

Il ministro delle risorse petrolifere nigeriano, Timipre Sylva, ha annunciato che i russi sarebbero interessati alla costruzione di un gasdotto in Africa. Il progetto, lanciato nel 2017, e finanziato soprattutto da Nigeria e Marocco, prevede un gasdotto trans-africano lungo 7 mila km che passerebbe nelle acque territoriali di 13 Paesi. L’obiettivo sarebbe quello di rifornire di gas naturale sia all’Europa che all’Africa occidentale.

Sylva, in un commento alla State House della Nigeria, ha detto: “I russi erano con me in ufficio la scorsa settimana, sono molto desiderosi di investire in questo progetto e ci sono inoltre molte altre persone che vogliono investire nel progetto“.

Inoltre, in base a quanto riportato dal ministro nigeriano delle risorse petrolifere, Sylva, l’OPEC (l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) e Russia sono pronti ad investire nel progetto del gasdotto Marocco-Nigeria. “Da parte della Russia c’è molto interesse verso il progetto, perché questo è un gasdotto con il quale il nostro gas sarà trasportato verso molti Paesi africani fino ai confini del Continente africano, dove possiamo accedere al mercato europeo“.

Infine, nelle scorse settimane, le autorità marocchine e il Fondo OPEC per lo sviluppo internazionale hanno firmato un documento sul finanziamento (per un importo di 14,3 milioni di dollari) della seconda fase di ricerca nell’ambito del progetto preliminare del gasdotto. Lo studio, finanziato anche dalla Banca di sviluppo islamico, prevede la predisposizione della documentazione per l’attuazione del progetto e il completamento delle relative analisi tecniche, finanziarie e legali. La Banca di sviluppo islamico è controllata per la gran parte dall’Arabia Saudita e in misura minore da altri 56 Paesi.

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