Stando agli indicatori economici, la Russia non sembra risentire degli effetti delle sanzioni adottate dall’Ue e USA
La Russia cresce più della Cina? Entrambi i Paesi sono in area di contrazione, ma Mosca in aprile ha fatto un balzo avanti permettendo al rublo di tornare ai livelli del 2020 e di ripagare i bond in dollari.
Grazie alla vendita all’estero di gas e petrolio, l’economia russa continua a recuperare terreno. L’indice S&P Global Manufacturing Pmi del Paese è, infatti, aumentato a 48,2 nel corso del mese di aprile (rispetto al 44,1 fatto registrare a marzo). Un livello superiore a quello della Cina, che si trova al momento a 46 (il minimo degli ultimi mesi, dopo la decisione del governo di applicare il lockdown a decine di città per contrastare il ritorno del Covid).
La Russa ha anche evitato un evento di default sul proprio debito, dopo che i pagamenti scaduti un mese fa su 2 dei suoi eurobond sovrani sono stati accreditati nei conti correnti dei creditori. Il denaro è arrivato nonostante gli Stati Uniti abbiano proibito alla banca corrispondente, JP Morgan, di trasferire le somme ai detentori di bond, cercando così di forzare un fallimento tecnico.
La Banca di Mosca ha, però, affermato di aspettarsi un calo del PIL nel Paese compreso tra l’8% e il 10% nel corso del 2022, una previsione in linea con quella fatta dal Fondo Monetario Internazionale: “Il deterioramento generale della salute del settore è stato determinato da ulteriori cali nella produzione, dei nuovi ordini, nell’occupazione e nelle scorte di acquisti, con i tempi di consegna dei fornitori notevolmente allungati“.
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