La Cina sta sviluppando armi per influenzare le funzioni cerebrali dei leader di governo o intere popolazioni?

La Cina starebbe sviluppando armi ad alta tecnologia progettate per influenzare le funzioni cerebrali dei leader di governo o intere popolazioni

La Cina sta sviluppando armi per influenzare le funzioni cerebrali dei leader di governo o intere popolazioni?
La Cina sta sviluppando armi per influenzare le funzioni cerebrali dei leader di governo o intere popolazioni? L’Esercito Popolare di Liberazione della Cina sarebbe coinvolto nello sviluppo di armi ad alta tecnologia progettate per influenzare le funzioni cerebrali e manipolare i leader di governo o intere popolazioni. Secondo un rapporto di tre analisti di intelligence open-source citati dal Washington Times, queste armi potrebbero utilizzare microonde o altre forme di energia diretta per attaccare o controllare direttamente il cervello, e potrebbero essere integrate in pistole portatili o dispositivi più complessi che utilizzano onde magnetiche e microonde.

Il rapporto, intitolato “Enumerating, Targeting and Collapsing the Chinese Communist Party’s Neurostrike Program” e ottenuto dal Washington Times, afferma che il Partito Comunista Cinese (PCC) e il suo Esercito Popolare di Liberazione (PLA) si sono posizionati come leader mondiali nello sviluppo di queste armi, chiamate “neurostrike“. Secondo gli autori del rapporto, il PCC considera il neuroattacco e la guerra psicologica come componenti fondamentali della sua strategia di guerra asimmetrica contro gli Stati Uniti e i suoi alleati nell’Indo-Pacifico.

Il rapporto menziona che nel dicembre 2021 il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha imposto sanzioni all’Accademia cinese di Scienze Mediche Militari e a 11 entità collegate, accusandole di utilizzare processi biotecnologici per sviluppare armi per il controllo del cervello. Queste sanzioni potrebbero essere correlate alla ricerca e allo sviluppo di armi neurostrike.

Tuttavia, ci sono ancora molte incertezze su questo campo scientifico, e il termine “neurostrike” si riferisce a un targeting ingegnerizzato del cervello utilizzando tecnologie non cinetiche, con l’obiettivo di compromettere il pensiero, ridurre la consapevolezza situazionale e offuscare le normali funzioni cognitive.

Il rapporto è stato redatto da 3 autori:
  • Ryan Clarke, senior fellow presso l’East Asian Institute della National University di Singapore;
  • Xiaoxu Sean Lin, un ex microbiologo dell’esercito ora al Feitan College;
  • L.J. Eads, un ex ufficiale dell’intelligence dell’Air Force e attuale specialista in intelligenza artificiale per la comunità di intelligence degli Stati Uniti.

Gli autori sottolineano che la Cina sta sviluppando anche altre armi per danneggiare le funzioni cognitive, tra cui interfacce uomo-computer utilizzate per controllare intere popolazioni.

Si ritiene che la ricerca si concentri sulle armi per la guerra cerebrale a breve termine, che potrebbero essere utilizzate in scenari di conflitto come un possibile assalto militare a Taiwan. I leader militari degli Stati Uniti hanno dichiarato che tale assalto potrebbe avvenire entro i prossimi quattro anni. Secondo il rapporto, se la Cina progredisse in questa ricerca, avrebbe strumenti senza precedenti per stabilire un nuovo ordine mondiale e raggiungere gli obiettivi strategici del presidente cinese Xi Jinping.

Le armi per la guerra cerebrale potrebbero essere parte della strategia militare cinese denominata “anti-accesso, negazione dell’area” per l’Indo-Pacifico, che mira a impedire agli Stati Uniti di intervenire e inviare truppe per sostenere Taiwan. Questo potrebbe portare alla negazione della superiorità militare convenzionale degli Stati Uniti in quella regione.

Il rapporto conclude che l’Accademia cinese di Scienze Mediche Militari è stata inserita nella lista nera del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per il suo ruolo nello sviluppo delle capacità di guerra cerebrale. Si ritiene che una branca speciale dell’esercito cinese, nota come Strategic Support Force (SSF), sia responsabile di condurre la guerra cerebrale.

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