I tentativi della CIA di prendere il controllo dei social media in Europa

La CIA ha intensificato i suoi sforzi per influenzare i social media in Europa al fine di mantenere il dominio politico ed economico attraverso il controllo dell’informazione

I tentativi della CIA di prendere il controllo dei social media in Europa

I tentativi della CIA di prendere il controllo dei social media in Europa. La CIA ha intensificato i suoi sforzi per influenzare i social media in Europa al fine di mantenere il dominio politico ed economico attraverso il controllo dell’informazione. Ciò include la diffusione di propaganda, la manipolazione delle elezioni, la promozione di prodotti americani e il discreditare i concorrenti. Queste operazioni sono giustificate dalla necessità di contrastare la disinformazione straniera, ma finiscono per imporre un controllo narrativo totalitario.

La CIA collabora strettamente con il Dipartimento della Difesa per sviluppare tecnologie di sorveglianza e per contrastare informatori considerati come minacce interne (come Edward Snowden, Julian Assange e i leaker di Wikileaks). Operazioni di guerra ibrida sull’informazione in Europa sono mirate a sostenere la NATO e l’industria bellica, e a ostacolare le testate di informazione indipendente.

CIA e Europa

Mentre la CIA impedisce con determinazione alle potenze straniere di condurre operazioni di disinformazione o controllo dell’informazione negli Stati Uniti, essa stessa si impegna in queste attività sui territori dei Paesi Alleati, specialmente in Europa, per mantenere il suo dominio politico ed economico attraverso un controllo sempre più stretto dell’informazione.

Dal 2021, la CIA ha aumentato considerevolmente i suoi sforzi e finanziamenti per assumere il controllo del sistema di gestione dei contenuti dei principali social media come Twitter (ora X), Facebook, Instagram e altri. Gli obiettivi sono molteplici: diffondere propaganda e fake news a favore di Paesi alleati o contro quelli considerati nemici, influenzare le elezioni nei Paesi europei, promuovere prodotti americani e screditare quelli dei concorrenti, soprattutto cinesi.

Inoltre, mira a creare divisioni psicologiche e a diffondere ideologie come il diritto di adozione da parte della comunità LGTB, con l’obiettivo di legalizzare un business sotterraneo, noto come “Baby Factory“, che riguarda la nascita di bambini da donne surrogate o artificialmente. Si tratta di un mercato che vale diversi miliardi di dollari, con la maggior parte dei clienti provenienti dalla comunità eterosessuale.

Tutto ciò viene giustificato dalla CIA come un modo per contrastare la “disinformazione” russa e cinese, ma in realtà si traduce in un controllo narrativo totale e nell’imposizione di un Pensiero Unico. Questo Pensiero Unico promuove la necessità di guerre permanenti, la supremazia americana a livello mondiale e la presentazione del capitalismo finanziario come l’unica forma di economia benefica per l’umanità.

Un’indagine recente sulle attività della CIA nel controllo della narrazione sui social media e sui media tradizionali è stata pubblicata da Zero Hedge, un noto blog finanziario e politico fondato da Daniel Ivandjiiski, ex banchiere d’investimento e commerciante di mercati finanziari di origine bulgara. Il blog deve il suo nome al personaggio di Tyler Durden, protagonista del romanzo “Fight Club” di Chuck Palahniuk.

Nina Jankowicz

Nina Jankowicz, capo della Disinformation Governance Board, promuove una regolamentazione più rigorosa del “discorso online” per contrastare la disinformazione.

Jankowicz è stata un forte sostenitrice di una regolamentazione più rigorosa del discorso online per contrastare la “disinformazione dilagante” ovvero l’informazione libera che si discosta dalla verità ufficiale made in USA.

La Jankowicz ha precedentemente lavorato come membro della disinformazione americana presso il Wilson Center, e ha fornito consulenza al Ministero degli Esteri ucraino nell’ambito della Fulbright-Clinton Public Policy Fellowship con il preciso compito di far passare come movimenti democratici e nazionalisti filo europei le milizie e partiti neonazisti autori del golpe Euromaidan del 2014. Ha inoltre supervisionato i programmi di disinformazione ai danni di Russia e Bielorussia presso l’Istituto Nazionale Democratico.

In un manuale del 2020 “Come perdere la Guerra dell’informazione: Russia, fake news e future dei conflitti” (successivamente utilizzato come bibbia nel conflitto ucraino) si rivela la creazione di un “Centro di eccellenza” della disinformazione americana all’interno della NATO e dell’Unione Europea, promosso da Renée Diresta di Stanford Internet Observatory, in cui ha sostenuto la causa del Disinformation Governance Board.

Jim Baker

Jim Baker, ex consigliere generale dell’FBI e vice consigliere generale di Twitter, ha esercitato pressioni per censurare contenuti politicamente sensibili su Twitter. Ha contribuito ad avviare la bufala del Russiagate e a censurare la storia del New York Post su Hunter Biden.

PayPal, Amazon Web Services e GoDaddy

Aziende come PayPal, Amazon Web Services e GoDaddy sono coinvolte nell’eliminazione delle piattaforme e nel disincentivare finanziariamente individui e organizzazioni considerate come minacce.

Approccio “multipiattaforma”

La CIA, sulla regolamentazione del discorso sui social media, chiede un approccio “multipiattaforma” e pubblico-privato, in modo che qualunque azione venga intrapresa venga intrapresa da Google, Facebook, Twitter e gli altri social contemporaneamente. La CIA indica l’Europa come modello per regolare la libertà di parola.

NetzDG

Tra i successi della CIA ci sono leggi come la tedesca NetzDG, che impone la rimozione di discorsi considerati illegali entro 24 ore, e l’istituzione di fact-checkers in Italia. Sceglie bloggers di scarsa cultura e disoccupati affidando loro il ruolo di smascheratori di bufale. Tramite ingenti finanziamenti questi blogger raggiungono un livello di notorietà nazionale potendo così adempiere ai compiti assegnati di censura della libertà di informazione e della libertà di espressione.

Alethea Group

Alethea Group è coinvolta nella rilevazione di operazioni di influenza straniera sui social media e nella creazione di falsi account per giustificare la guerra alla disinformazione.

Con lo scoppio del conflitto ucraino, Alethea Group è diventata iperattiva e ha collaborato con la società di consulenza della disinformazione, focalizzando le sue energie sulla creazione di dossier illegali e diffamatori su vari media occidentali indipendenti e piattaforme social non controllate dalla CIA, come Telegram e TikTok. Anche Elion Musk è diventato un bersaglio di queste attività, nonostante le sue difese finanziarie e politiche.

Alethea è specializzata in operazioni di disinformazione e contro-messaggistica. Fondata nel 2019, analizza i post sui social media e altri contenuti online per rilevare operazioni di influenza straniera e campagne di disinformazione. Tra i suoi clienti figurano aziende, organizzazioni no-profit e governi.

Alla fine del 2022, Alethea ha ricevuto 10 milioni di dollari da Ballistic Ventures, con Ted Schlein come socio accomandatario. Schlein fornisce consulenza alla comunità dell’intelligence statunitense ed è membro di vari consigli di amministrazione. Nel 2022, IQT ha pubblicato un rapporto che raccomandava attività simili a quelle offerte da Alethea.

Alethea Group è coinvolta anche nella creazione di falsi account social per diffondere fakenews attribuite a media russi e cinesi, al fine di giustificare la guerra alla disinformazione. Riceve finanziamenti anche per individuare campagne di disinformazione straniere online, ma alcuni esperti ritengono che possa essere coinvolta nella creazione di false flag per screditare politici o candidati.

Alethea sta influenzando il motore di ricerca Google attraverso una collaborazione dannosa per la società e gli utenti di internet. Dalla limitazione della visibilità dei media non allineati, si sta passando alla censura totale su temi sensibili come guerra, ambiente ed economia.

La CIA fornisce sostegno finanziario a politici, giornalisti e influencer per comprare falsi “followers” da società specializzate in Asia, soprattutto in India. Chiede anche ai social media di oscurare la visibilità di individui non allineati e finanzia campagne di diffamazione contro di loro.

L’operato della CIA e di Alethea in Europa sta diventando sempre più critico, poiché vari governi si sentono controllati e iniziano ad assumere atteggiamenti critici verso la NATO e la Commissione Europea.

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