E’ da gennaio 2021 che l’EMA (l’Agenzia europea per i medicinali) non pubblica i report (mensili) sui vaccini anti Covid
I dati sui vaccini sono coperti dal segreto militare? Le case farmaceutiche sono obbligate a presentare periodicamente i rapporti sulla sicurezza dei vaccini anti covid che producono. C’è una determina dell’Aifa (l’agenzia nazionale del farmaco) a stabilirlo (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale).
Questa regola, però, sembra non essere applicata ai vaccini anti Covid di Pfizer-Biontech, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson. Infatti, a distanza di 1 anno e mezzo dalla somministrazione del primo vaccino, l’EMA ha pubblicato un solo report e risale al 29 gennaio 2021.
Nel documento, di sole 2 pagine, si faceva un chiaro riferimento a futuri report di aggiornamento: “L’EMA pubblicherà aggiornamenti mensili sulla sicurezza per tutti i vaccini COVID-19 autorizzati, in linea con le misure di trasparenza eccezionali per COVID-19“. Quindi, mancano all’appello oltre 24 report di aggiornamento sui vaccini Covid.
Le associazioni che ne hanno fatto richiesta non hanno ancora potuto visionare i documenti. 2 associazioni di promozione sociale, la Idu (Istanza diritti umani) di Novara, e la Dus (Diritti umani e salute) di Roma, ne hanno fatto richiesta, ma sono stati negati loro i documenti. Così, le associazioni che ha fatto richiesta di accesso agli atti si sono trovate costrette a presentare una querela alla Procura di Roma contro Aifa, il ministero della Salute, il Comitato tecnico-scientifico, l’Istituto superiore di sanità indicando varie ipotesi di reato, dall’omissione di atti d’ufficio al falso ideologico.
Il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ha risposto alla richiesta delle associazioni spiegando che i rapporti sulla sicurezza dei vaccini hanno natura riservata, sono di proprietà delle case farmaceutiche e soprattutto che Aifa non detiene la documentazione richiesta.
L’EMA (l’Agenzia europea per i medicinali) per motivare il diniego alle richieste ha parlato anche di “ordine pubblico” e “segreto militare“. Nello specifico, ha indicato 3 motivi: “Primo: i report non possono essere divulgati per non pregiudicare il processo decisionale sull’autorizzazione incondizionata. Secondo: rientrano nelle eccezioni del loro regolamento, che attengono all’ordine pubblico e al segreto militare. Terzo: l’interesse di non incidere sulla decisione finale, che riguarda appunto l’autorizzazione, prevale sull’interesse pubblico“.
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