Nel 2017 i giornalisti del quotidiano The Guardian hanno pubblicato un video che mostra come vengono addestrati i ragazzi da 9 a 17 anni a difendere Ucraina
I “campi estivi” dove il battaglione Azov preparava i bimbi alla guerra. Mentre facta tenta di capire se questa foto pubblicata su facebook è vera (l’immagine mostra dei bambini seduti attorno al tavolo con indosso una mimetica militare), nel 2017, The Guardian ha pubblicato un video che mostra come vengono addestrati i ragazzi da 9 a 17 anni a difendere Ucraina.
I giornalisti hanno visitato e documentato i “Campi estivi per bambini” gestiti dal battaglione Azov (l’organizzazione paramilitare di estrema destra) per insegnare la guerra e la difesa della “grande Ucraina“.
Alcuni di quei “ragazzi“, che all’epoca erano minori da 9 a 17 anni, ora potrebbero essere nei sotterranei dell’acciaieria di Mariupol, a mettere in pratica quel che hanno imparato al “camping” tra bombe da lanciare, barelle da trasportare, simulazioni di attacchi e difese, costruzione di trincee.
“Ci prepariamo a tutto, a diventare i guerrieri di domani che sapranno difendere l’Ucraina che amano“, dice una giovane istruttrice, mentre ragazzini corrono e cadono lungo il percorso di addestramento fatto di reti e copertoni dei camion. “Granata“, si sente a un certo punto e tutti al frastuono d’un petardo si buttano a terra con le mani sulla testa. “Noi prepariamo questi ragazzi a tutto, perché in futuro non siano dei miserabili“, dice l’istruttore.
Di campi così ce n’erano attorno a Kiev, Kharkiv, Chernihiv, Dnipro, ciascuno ospitava da 50 a 80 bambini a diventare degli “warrior“. Gli opuscoli per reclutare i volontari dei “camping” venivano distribuiti direttamente nelle scuole.
Il campi estivi ricordano i campi scuola dell’Opera nazionale Balilla dei tempi del fascismo, e pure la Hitler Jugend, la Gioventù hitleriana (l’organizzazione giovanile fondata dai nazisti per accogliere i giovani a partire dai 10 anni, e addestrarli alla vita militare). Nei campi, infatti, i più grandi hanno tatuaggi con svastiche, teschi e scritte suprematiste che inneggiano ai bianchi, ma addestratori e addestrati negano che l’organizzazione abbia una precisa matrice politica. “Ognuno può tatuarsi quello che vuole, ma quelli che lavorano coi ragazzi non hanno svastiche, simboli delle Ss e così via“.
I campi esistono dal 2015 e l’Azov si richiama apertamente alle gesta del fondatore del nazionalismo di destra Stepan Bandera che durante la seconda guerra mondiale collaborò con le truppe naziste di Hitler.
Dal novembre 2014, il Battaglione Azov è stato integrato dal governo di Petr Poroshenko nella Guardia Nazionale per combattere contro le autoproclamate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk al fianco dell’esercito ucraino regolare.
Amnesty International nel 2016 ha inserito l’Azov tra le formazioni armate che non rispettano i diritti umani dei prigionieri. In un rapporto pubblicato dall’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani si afferma che il battaglione “commette regolarmente crimini di guerra: saccheggio, pestaggio di civili, tortura, violenza sessuale“.
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