Scoperta una nuova tecnologia per identificare i tumori più aggressivi

Un team di ricercatori dell’UCL Cancer Institute e del Francis Crick Institute ha sviluppato un algoritmo, chiamato SPRINTER, che analizza le singole cellule all’interno di un tumore, identificando quelle che crescono più rapidamente e che contribuiscono maggiormente alla progressione della malattia

Scoperta una nuova tecnologia per identificare i tumori più aggressivi

Un team di ricercatori dell’UCL Cancer Institute e del Francis Crick Institute ha sviluppato un algoritmo chiamato SPRINTER, che potrebbe rivoluzionare la lotta contro il cancro. Questa tecnologia avanzata analizza le singole cellule all’interno di un tumore, identificando quelle che crescono più rapidamente e che contribuiscono maggiormente alla progressione della malattia. Lo studio, sottoposto a revisione paritaria, è stato recentemente pubblicato sulla rivista Nature Genetics.

Secondo gli scienziati, SPRINTER potrebbe trasformare la diagnosi precoce e il monitoraggio delle cellule tumorali, favorendo lo sviluppo di terapie sempre più mirate e personalizzate. Simone Zaccaria, ricercatore dell’UCL e coautore dello studio, ha spiegato: «Ci ha aiutato a elaborare grandi quantità di dati complessi in modo rapido e accurato, scoprendo modelli nella crescita cellulare che sarebbero impossibili da individuare manualmente».

La complessità dei tumori e il ruolo di SPRINTER

Una delle principali difficoltà nella lotta contro il cancro deriva dalla natura eterogenea dei tumori: all’interno dello stesso tumore convivono popolazioni cellulari con caratteristiche molto diverse. Alcune cellule crescono lentamente, mentre altre si sviluppano rapidamente, sviluppano resistenza ai trattamenti o si adattano in modi imprevisti, accelerando la progressione della malattia.

SPRINTER è stato progettato proprio per affrontare questa complessità, consentendo di distinguere le cellule più aggressive da quelle meno pericolose. «I progressi futuri nella ricerca sul cancro dipendono dall’uso di tecnologie all’avanguardia per aprire la strada a interventi più precisi e migliori risultati per i pazienti», ha aggiunto Zaccaria.

I risultati dello studio

L’algoritmo è stato applicato a circa 15.000 cellule tumorali provenienti da un paziente con carcinoma polmonare non a piccole cellule, uno dei tumori polmonari più comuni. SPRINTER ha permesso di identificare le cellule in rapida crescita responsabili della diffusione del cancro in altre parti del corpo.

Uno dei risultati più significativi dello studio è stata la scoperta che queste cellule rilasciano nel sangue una maggiore quantità di DNA tumorale circolante (ctDNA). Questa scoperta apre la possibilità di sviluppare esami del sangue minimamente invasivi per identificare precocemente le cellule più aggressive.

Implicazioni per il futuro

Secondo i ricercatori, SPRINTER non solo permette di monitorare la progressione del tumore, ma offre anche la possibilità di personalizzare le terapie in base al comportamento specifico delle cellule tumorali. Iain Foulkes, direttore esecutivo di ricerca e innovazione del Cancer Research UK, non coinvolto nello studio, ha commentato: «Questa ricerca è un altro passo cruciale nei nostri sforzi per migliorare le prospettive per le persone colpite dal cancro ai polmoni, fornendo al contempo preziose informazioni sulla biologia fondamentale di tutti i tumori».

SPRINTER rappresenta quindi una nuova speranza nella diagnosi e nel trattamento del cancro, segnando un importante progresso nella comprensione della malattia e nella personalizzazione delle cure.