ILMESSAGGERO – ANDREA PISCINA CONFESSA GLI ABUSI SU MINORI E IL POSSESSO DI IMMAGINI PEDOPORNOGRAFICHE

Andrea Piscina, ex conduttore radiofonico di RTL 102.5, ha confessato davanti al giudice di aver commesso abusi su minori e posseduto oltre mille immagini pedopornografiche. Arrestato il 13 giugno, Piscina adescava giovani tramite piattaforme come Telegram, fingendosi coetaneo

Andrea Piscina, ex conduttore di RTL 102.5, ha confessato in aula di fronte al giudice di aver commesso abusi su minori. Arrestato il 13 giugno, il 25enne è accusato di produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale su ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni. Le indagini hanno rivelato che Piscina adescava le vittime tramite piattaforme come Telegram, fingendosi una coetanea.

Il caso è emerso dalla denuncia di una madre preoccupata per le “attenzioni” insolite che Piscina mostrava verso i minori, anche in qualità di allenatore in una polisportiva. Durante le perquisizioni, sono state trovate oltre mille immagini pedopornografiche sui dispositivi dell’imputato. I familiari di due delle vittime si sono costituiti parte civile nel processo, mentre Piscina ha offerto un risarcimento e sta seguendo un percorso in carcere.

La prossima udienza è fissata per il 19 dicembre, dove si discuteranno le contestazioni dell’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Tarzia.

CHIARA FERRAGNI

CORRIERE – CHIARA FERRAGNI RECITERA’ NEL FILM “MASERATI – A RACING LIFE”?

Il produttore Andrea Iervolino della casa di produzione Iervolino & Lady Bacardi Entertainment (Ilbe) non conferma né smentisce la presenza di Chiara Ferragni nel film “Maserati – A Racing Life”. Tuttavia, ha dichiarato al Corriere della Sera che se Chiara Ferragni farà parte del cast, la notizia sarà confermata a breve. Ha inoltre elogiato le qualità imprenditoriali di Ferragni, definendola indiscutibilmente la numero uno delle imprenditrici digitali, che rappresenta l’Italia in tutto il mondo. Il film “Maserati – A Racing Life” racconta la storia dei tre fondatori del marchio Maserati: Alfieri, Ettore ed Ernesto. La Ilbe ha già prodotto opere cinematografiche su Lamborghini e Ferrari, e secondo Iervolino, Chiara Ferragni ha tutte le caratteristiche per ottenere successo anche nel mondo del cinema, come ha fatto nel campo imprenditoriale digitale. Ha anche sottolineato che i marchi che decidono di non collaborare con lei stanno commettendo un errore. Iervolino vede in Ferragni un volto di attrice internazionale e ritiene che abbia le qualità necessarie per diventarlo, anche se non sa se sta studiando per intraprendere la carriera di attrice. Tuttavia, sarebbe felice di averla nel cast, considerando il suo potenziale contributo alla diffusione del film, che sarà distribuito internazionalmente. Le riprese delle parti drammatiche e d’azione del film sono previste per l’estate e l’autunno, con possibili location a Modena. Riguardo al ruolo di Ferragni, Iervolino ha specificato che nel film c’è un solo ruolo femminile di rilievo, e se Ferragni dovesse far parte del cast, interpreterebbe solo il ruolo della protagonista e non quello della moglie di uno dei fratelli Maserati.

CASO FERRAGNI

WIRED – COSA E’ EMERSO DALLE INDAGINI RIGUARDANTI CHIARA FERRAGNI E IL CASO BALOCCO

La Procura di Milano ha chiuso le indagini riguardanti Chiara Ferragni e altre persone coinvolte nel caso Balocco, aprendo la strada a una possibile richiesta di processo per truffa aggravata. Secondo l’accusa, l’imprenditrice digitale avrebbe ottenuto un profitto di oltre 2 milioni di euro dalle campagne promozionali legate ai pandori e alle uova di Pasqua. Al centro dell’inchiesta ci sono le campagne pubblicitarie del pandoro “Pink Christmas” di Balocco, realizzato per il Natale 2022, e delle uova di Pasqua “Chiara Ferragni” del 2021 e 2022. Queste iniziative erano state presentate come operazioni benefiche. Tuttavia, la Procura contesta che la pubblicità fosse ingannevole, poiché i prodotti venivano venduti a prezzi maggiorati, mascherando così la loro vera natura commerciale. Secondo quanto riportato da Repubblica, l’accusa sostiene che le società di Ferragni abbiano realizzato un “ingiusto profitto” complessivo pari a 2 milioni e 225 mila euro. Di questi, 1 milione e 75 mila euro sarebbero legati alla campagna Balocco, mentre 1 milione e 50 mila euro all’operazione delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi. Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pubblico ministero Cristian Barilli. Gli inquirenti hanno identificato uno schema ripetuto in diverse operazioni commerciali che presentavano profili ingannevoli. Questo ha già portato l’Antitrust a multare Chiara Ferragni con 1 milione di euro. La nota della Procura di Milano, firmata dal procuratore Marcello Viola, evidenzia che le indagini “hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni di natura decettiva [cioè ingannevole ndr], volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche.”
Gli avvocati dell’influencer, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno commentato la chiusura delle indagini preliminari affermando: “Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom.” Hanno aggiunto che avvieranno un confronto con i pubblici ministeri e hanno fiducia nella conclusione positiva della vicenda. I legali hanno anche sottolineato che Chiara Ferragni è “una cittadina modello”. L’inchiesta si concentra su due principali operazioni commerciali. La prima riguarda il pandoro “Pink Christmas”, per il quale si sostiene che una parte del ricavato sarebbe stata destinata all’ospedale Regina Margherita di Torino per sostenere la ricerca su due tipi di cancro. Tuttavia, Balocco aveva già effettuato una donazione all’ospedale nel maggio 2022, indipendentemente dalle vendite del prodotto.
La seconda operazione riguarda le uova di Pasqua “Chiara Ferragni”, anch’esse presentate come parte di un progetto solidale. Oltre a Chiara Ferragni, risultano indagati anche il suo ex manager Fabio Salvatore Maria Damato, la rappresentante legale della Balocco spa Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, presidente del Consiglio di amministrazione di Cerealitalia-ID spa. La difesa ha ora 20 giorni per richiedere l’interrogatorio dei propri assistiti da parte dei magistrati. Questi ultimi dovranno decidere se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio o archiviare il fascicolo. Tuttavia, secondo quanto riportato da Fanpage.it, i presupposti della Procura sembrerebbero orientati verso la richiesta di processo.
Il reato contestato è quello di truffa aggravata e continuata, che prevede sanzioni più severe rispetto alla truffa semplice. Nella sua forma base, la truffa è punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da 51 a 1.032 euro. Tuttavia, le aggravanti della continuazione e del “danno patrimoniale di rilevante gravità” potrebbero portare a pene detentive fino a 5-6 anni e a multe più consistenti.

Altre notizie:

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LEGGO – CHIARA FERRAGNI “SCARICATA” ANCHE DALL’AGENZIA DI COMUNICAZIONE “COMMUNITY”

Dopo il coinvolgimento di Chiara Ferragni nello scandalo del “Pandoro Gate”, l’influencer ha assunto l’agenzia di comunicazione trevigiana Community per migliorare la sua immagine pubblica. Tuttavia, secondo fonti vicine all’agenzia, Ferragni non è più cliente di Community. La decisione di interrompere la collaborazione è emersa dopo il pronunciamento del tribunale di Torino, che ha definito l’operazione di vendita legata al pandoro Balocco come “pratica commerciale scorretta”. Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dai consumatori, complicando così la posizione di Ferragni. Community faceva parte di una task force incaricata di gestire le conseguenze dello scandalo. L’agenzia aveva elaborato una strategia specifica per ripristinare l’immagine dell’influencer, ma sembra che Ferragni non abbia mai applicato questa strategia. Di conseguenza, l’agenzia ha deciso di interrompere la collaborazione con l’influencer.

LEGGO – PANTENE NON RINNOVA IL CONTRATTO CON CHIARA FERRAGNI E SCEGLIE UNA MODELLA SIMILE

Chiara Ferragni ha recentemente affrontato la fine di una collaborazione professionale importante con il marchio di prodotti per capelli Pantene. Dopo una serie di controversie, Pantene ha deciso di non rinnovare il contratto con Ferragni e ha scelto invece Havi Mond, una modella israeliana, come nuova testimonial. Mond, con una lunga carriera nel settore della moda, è stata considerata dall’azienda un’immagine ideale per rappresentare la donna moderna e sicura di sé che Pantene desiderava associare al suo marchio. La decisione di Pantene ha suscitato diverse reazioni sui social media, con molti che hanno commentato la somiglianza tra Mond e Ferragni, sottolineando l’aspetto economico e la presunta riduzione di problematiche nella scelta del nuovo volto del marchio. Questo non è il primo marchio a interrompere la collaborazione con Ferragni. Safilo è stata la prima, seguita da Coca-Cola, che ha annunciato lo stop all’utilizzo delle immagini registrate prima che scoppiasse la controversia mediatica. Pantene ha adottato un approccio diverso, invitando i negozi a rimuovere i cartelloni pubblicitari con l’immagine di Ferragni senza prendere pubblicamente le distanze dall’influencer. Si è speculato che la decisione di Pantene potrebbe essere stata influenzata dalla reazione negativa del pubblico nei confronti di Ferragni, che potrebbe aver portato a una diminuzione delle vendite dei prodotti del marchio. Ferragni, d’altra parte, ha smesso di pubblicare annunci pubblicitari da settimane, ma non è chiaro se sia dovuto alla fine dei contratti o a una sua decisione strategica di comunicazione.

ILMESSAGGERO – FENICE, MARCHIO DI CHIARA FERRAGNI, SMENTISCE IN UNA NOTA LE VOCI DI UNA PRESUNTA CRISI ECONOMICA

La società Fenice, che gestisce il marchio dell’influencer Chiara Ferragni e altre royalties, ha emesso una nota per smentire le voci di una presunta crisi economica. La società ha specificato che non ha riscontrato alcuna contrazione del proprio fatturato fino a metà dicembre 2023 e che i dati di bilancio del 2023 riflettono solo parzialmente una potenziale diminuzione delle vendite. Per quanto riguarda il fatturato relativo al 2024, Fenice ha dichiarato di operare in diversi Paesi, le cui performance sono state solo parzialmente influenzate dagli eventi di dicembre 2023. La società ha ribadito che sta lavorando per ottenere i migliori risultati possibili entro la fine dell’anno corrente e che il suo modello di business ha dimostrato resilienza e solidità nonostante le sfide incontrate. Fenice ha anche annunciato che sta valutando nuovi importanti contratti e politiche di rafforzamento sia in Italia che all’estero, e che il suo board sta esaminando diverse proposte per l’ulteriore espansione della società. La nota emessa dalla società ha chiarito che, nonostante le voci circolate, non sono state prese decisioni o delibere riguardo a un possibile aumento di capitale. Fenice ha sottolineato che non vi è alcuna situazione emergenziale che richieda interventi immediati, ma che il management sta valutando attentamente tutti gli scenari possibili per garantire il proseguimento e il rafforzamento del business. Infine, Fenice ha precisato che, nonostante le richieste da parte di investitori e nuovi partner interessati, al momento non è stata avviata alcuna interlocuzione con potenziali nuovi investitori. Ogni proposta sarà valutata nel rispetto delle politiche di espansione della società e nell’interesse degli azionisti.

SKYTG24 – RICAVI DELL’AZIENDA DI CHIARA FERRAGNI CROLLATI DEL 40%

Secondo quanto riportato dal Messaggero, recentemente un team di esperti legali, tra cui Manfredi Vita specializzato in Antitrust, Giuseppe Iannaccone penalista e Alessandro Marina, ha analizzato la situazione e individuato la necessità di ottenere tra i 5 e i 6 milioni di euro per riequilibrare i conti della Fenice. Tuttavia, questa somma risulterebbe difficile da reperire dai vecchi soci dell’azienda, pertanto si sta valutando l’ingresso di nuovi investitori. Attualmente, la maggioranza della Fenice è controllata da Alchimia, una società di investimenti di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli, che detiene il 39,9% delle azioni. Seguono Ferragni Sisterhood con il 32,5%, Esuriens delle famiglie Morgese e Barindelli con il 13,7%, e infine Ni Srl di Pasquale Morgese. Tuttavia, quest’ultima ha avuto problemi legali che potrebbero aver influito sulla sua capacità di contribuire finanziariamente all’azienda. La perdita di importanti partnership con aziende come Coca Cola e Safilo ha ulteriormente aggravato la situazione finanziaria della Fenice. Per cercare di risollevarsi, si sta considerando l’ingresso di nuovi soci, tra cui Francesco Trapani di Vam Investment e Marco Bizzarri, ex amministratore delegato di Gucci e attuale proprietario di Nessifashion.

LEGGO – CHIARA FERRAGNI E IL PANDORO BALOCCO: IL TRIBUNALE CONFERMA LA “PRATICA COMMERCIALE SCORRETTA”

Il Tribunale civile di Torino ha emesso una sentenza riguardante il caso del pandoro Balocco associato all’influencer Chiara Ferragni. La prima sezione civile ha accolto il ricorso presentato da varie associazioni di consumatori, tra cui Codacons, Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, dichiarando la campagna di beneficenza promossa dalla vendita del pandoro griffato come una “pratica commerciale scorretta”. La giudice Gabriella Ratti ha stabilito che l’azienda dolciaria ha ingannato i consumatori con messaggi fuorvianti riguardanti la destinazione dei proventi della vendita del dolce a favore dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. La campagna di comunicazione relativa al pandoro ‘Pink Christmas’, associata all’influencer Chiara Ferragni, è stata ritenuta ingannevole dalla giudice della prima sezione del Tribunale civile di Torino. La sentenza ha accertato che l’azienda dolciaria Balocco, con sede a Fossano (Cuneo), ha condotto una “pratica commerciale scorretta” in violazione del Codice del consumo, in relazione alla promozione della campagna di beneficenza legata al pandoro, con proventi destinati all’ospedale Regina Margherita di Torino. Il Codacons ha commentato la sentenza, definendola “clamorosa” e sottolineando che apre la strada ai risarcimenti per i consumatori che hanno acquistato il pandoro oggetto della controversia. Inoltre, il Codacons ha evidenziato che la decisione del Tribunale di Torino potrebbe aggravare la posizione di Chiara Ferragni nell’inchiesta per truffa aggravata condotta dalla Procura di Milano. La sentenza del Tribunale di Torino ha riconosciuto che la pubblicizzazione della campagna commerciale relativa al pandoro ‘Pink Christmas’ ha tratto in inganno i consumatori. La giudice ha stabilito che i messaggi diffusi al pubblico hanno lasciato intendere, in modo fuorviante, che l’acquisto del pandoro avrebbe contribuito direttamente e proporzionalmente alla raccolta di fondi destinati all’ospedale Regina Margherita di Torino. La differenza di prezzo tra il pandoro griffato e quello classico Balocco ha contribuito a rafforzare questa convinzione tra i consumatori. Secondo la sentenza, la pratica commerciale in questione è stata contraria alla diligenza professionale ed è stata idonea a falsare in modo apprezzabile il comportamento economico dei consumatori rispetto al prodotto. I messaggi pubblicitari diffusi hanno fornito una rappresentazione scorretta dell’iniziativa benefica associata all’acquisto del pandoro, lasciando intendere che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito alla donazione per l’acquisto di un nuovo macchinario medico, quando non era così. Il Tribunale ha dichiarato la responsabilità della società Balocco S.p.A. per pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del Consumo. Questa decisione apre la strada ai risarcimenti per i consumatori ingannati e potrebbe avere implicazioni legali per Chiara Ferragni nell’ambito dell’inchiesta per truffa aggravata a Milano.

LEGGO – FEDEZ E FERRAGNI SI BLOCCANO A VICENDA SUI SOCIAL

La relazione tra Fedez e Chiara Ferragni sembra essere giunta a una svolta significativa, con i due che si sono allontanati sui social media e addirittura si sarebbero bloccati reciprocamente. Questo segna una fase di turbolenza nella loro relazione, che ha attirato l’attenzione dei media e dei fan. La coppia, conosciuta come i Ferragnez, sembra aver attraversato un periodo di separazione, evidenziato dal fatto che hanno smesso di seguirsi sui social e non compaiono più nei tag reciproci nelle foto pubblicate. Questo cambiamento è stato interpretato come un segno di una possibile rottura definitiva, con molti che speculano sull’annuncio ufficiale del divorzio. Secondo alcune voci sui social, sembra che sia stato Fedez a togliere per primo il seguimento dei profili social di Chiara Ferragni e a bloccarla successivamente. La decisione potrebbe essere stata influenzata dal recente seguito di Chiara Ferragni al rapper milanese Diego Naska, con il quale Fedez è stato coinvolto in una rissa in passato. L’episodio della rissa tra Fedez e Diego Naska sembra aver contribuito all’allontanamento tra Fedez e Chiara Ferragni, soprattutto perché riguardava i loro figli, Leone e Vittoria. Nonostante non ci siano stati commenti ufficiali da parte dei due rapper, l’approccio di Chiara Ferragni verso Diego Naska sui social media avrebbe esacerbato la situazione. Fedez, d’altra parte, sembra aver mantenuto una presenza attiva sui social media, condividendo momenti della sua vita tra voli per gli Stati Uniti e partecipazioni a eventi come il Coachella Festival. La sua presenza sui social ha alimentato le speculazioni su un presunto flirt con Giulia Ottorini, un’influencer, anche se nessuna delle voci è stata confermata.

ANSA – ANTITRUST SU FERRAGNI-BALOCCO: “COMMISTIONE TRA BENEFICIENZA E SPONSOR PUO’ PENALIZZARE I CONSUMATORI”

Il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, ha presentato la relazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) riguardo alla vicenda Pandorogate, evidenziando la questione della commistione tra beneficenza e sponsorizzazione e il suo impatto sui consumatori. Rustichelli ha sottolineato che ci sono procedimenti in corso per reprimere comportamenti scorretti legati alle recensioni online e istruttorie nel settore dell’influencer marketing. Le indagini hanno rivelato che la comunicazione ambigua tra sponsorizzazione e iniziative di beneficenza può ingannare i consumatori, facendogli credere di contribuire ad iniziative benefiche attraverso l’acquisto del prodotto, quando non è così. Questo fenomeno ha portato l’AGCM a intervenire nel caso Pandorogate, che coinvolge le società Balocco S.p.A. Industria Dolciaria, Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., queste ultime due collegate all’influencer Chiara Ferragni, riguardante l’iniziativa “Pandoro Pink Christmas”. Nel procedimento, l’AGCM ha accertato che la donazione pubblicizzata come legata alle vendite del “Pandoro Pink Christmas” era stata effettuata dalla sola Balocco diversi mesi prima del lancio del prodotto sul mercato. La donazione era una cifra fissa, senza alcun legame con le quantità di prodotto vendute, e senza la partecipazione diretta dell’influencer coinvolta all’iniziativa benefica. Rustichelli ha evidenziato come la condivisione delle esperienze di consumo sui social media possa influenzare le scelte di acquisto dei consumatori, con le imprese che sfruttano le recensioni dei consumatori e la visibilità degli influencer per promuovere i loro prodotti o servizi. La commistione tra sponsorizzazione e iniziative di beneficenza, se non chiaramente comunicata, può portare a fraintendimenti e danneggiare i consumatori.

SKYTG24 – L’ANTITRUST AVVIA UN’ISTRUTTORIA SU CHIARA FERRAGNI

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), comunemente nota come Antitrust, ha iniziato un’indagine su Chiara Ferragni per presunta promozione ingannevole riguardante la vendita di uova di Pasqua per beneficenza. Il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, ha annunciato questa mossa durante il programma televisivo Cinque Minuti su Rai 1. L’accusa è simile al caso del pandoro Balocco, per il quale Ferragni è già indagata per truffa. Nel caso del pandoro, Ferragni aveva promosso una linea chiamata “Pandoro Pink Christmas” come iniziativa benefica per l’ospedale Regina Margherita di Torino nel 2022. Tuttavia, si è scoperto che la vendita di ciascun pandoro non contribuiva direttamente alle donazioni, ma la quota era già stata decisa in precedenza da Balocco. Nel nuovo caso, l’indagine riguarda una linea di uova di Pasqua realizzate da Dolci Preziosi in collaborazione con Ferragni nel 2021 e 2022, con proventi destinati all’associazione benefica “I Bambini delle Fate”. Si sospetta che le vendite delle uova non siano state correlate alle donazioni in beneficenza: Dolci Preziosi ha donato un totale di 36.000 euro, mentre Ferragni ha ricevuto 1.200.000 euro per l’utilizzo dei diritti d’immagine.

LEGGO – CHIARA FERRAGNI HA “PERSO MEZZO MILIONE DI FOLLOWER”

Chiara Ferragni si trova in una fase di crisi sia sui social che nella vita privata. Diverse vicende, tra cui il cosiddetto “Pandoro gate” e la rottura con il marito Fedez, hanno contribuito a un calo significativo della sua presenza e della sua reputazione online. Secondo un’analisi condotta dall’agenzia Arcadia, la situazione è critica, con una perdita di circa mezzo milione di follower su Instagram e TikTok. Secondo l’esperto Domenico Giordano, la strategia del silenzio adottata da Chiara Ferragni potrebbe portare a ulteriori perdite economiche e di reputazione nel lungo termine. Se la Ferragni vuole preservare la sua credibilità e i suoi interessi finanziari, sarà necessario che riprenda attivamente la narrazione della sua vita e del suo lavoro, adattandola alle nuove circostanze. La perdita dei follower, sebbene inizialmente limitata, ha già avuto un impatto negativo sia a livello percettivo che sostanziale. Molti hanno interpretato il defollowing come una punizione per presunte violazioni dei valori morali, mentre la riduzione delle interazioni sui social ha compromesso l’algoritmo e la visibilità dei contenuti della Ferragni. L’analisi dei dati evidenzia un netto calo nella pubblicazione di contenuti sui social, con un conseguente decremento dell’engagement e delle reaction. Il profilo Instagram di Chiara Ferragni è passato da 72 post mensili a soli quattro, mentre l’engagement è sceso dal 5,8% al 0,18%. Anche su TikTok si registra un drastico calo delle reaction e dell’engagement, passando da quasi sei milioni di reaction nel settembre 2023 a soli 88 mila nel gennaio 2024. Questi dati evidenziano un trend preoccupante per il brand e la reputazione della Ferragni nell’ambito della content economy.

OPEN – RICORSO DI FERRAGNI E BALOCCO CONTRO LA MULTA DELL’ANTITRUST

Chiara Ferragni ha presentato ricorso presso il Tar del Lazio contro la multa da un milione di euro inflittale dall’Agcom. L’accusa è di aver partecipato a una presunta pubblicità ingannevole legata a una campagna di beneficenza sui pandori. Ferragni, tramite i suoi legali, ha definito la sanzione “sproporzionata” rispetto alla condotta contestata. La società Balocco ha adottato la stessa strategia, impugnando il provvedimento dell’Antitrust riguardante l’iniziativa Pandoro Pink Christmas. La nota aziendale esprime la determinazione a dimostrare la correttezza delle proprie azioni e si confida nell’annullamento della sanzione. Entrambi i casi pongono in discussione l’operato dell’Antitrust, che dovrà ora affrontare le argomentazioni delle parti coinvolte dinanzi al Tar del Lazio.

SKYTG24 – CASO OREO: CHIARA FERRAGNI INDAGATA PER TRUFFA AGGRAVATA

La Procura di Milano ha aperto un’indagine per truffa aggravata nei confronti di Chiara Ferragni in merito all’iniziativa di beneficenza legata al lancio di un packaging in edizione limitata di Oreo. L’indagine coinvolge anche il suo collaboratore Fabio D’Amato, Alessandra Balocco della Balocco e Franco Cannillo della Dolci Preziosi. Le Fiamme Gialle hanno acquisito documenti nelle sedi di Mondelez Italia (titolare del brand Oreo), Cerealitalia (Dolci Preziosi) e Trudi (azienda che ha prodotto la mascotte di pezza con le sembianze di Ferragni). Le indagini si estendono ad altre iniziative di beneficenza promosse da Ferragni, in particolare quelle legate al pandoro “Pink Christmas” e alle uova di Pasqua. Cosa è successo: Ferragni ha disegnato un packaging in edizione limitata di Oreo Double, venduto allo stesso prezzo del prodotto standard. Ha realizzato una “capsule collection” di abbigliamento a marchio Oreo by Chiara Ferragni, in parte legata a un concorso e in parte venduta direttamente da lei. Ferragni aveva promesso di devolvere in beneficenza l’intero ricavato delle vendite degli abiti, ma secondo le aziende coinvolte la beneficenza non era prevista dall’accordo commerciale.
Ferragni non è presente alla Milano Fashion Week.

WIRED – TUTTE LE AZIENDE CHE STANNO “SCARICANDO” CHIARA FERRAGNI

Chiara Ferragni, già al centro di diverse inchieste giudiziarie legate ad iniziative di beneficenza, deve ora fare i conti con l’addio di alcuni importanti sponsor. Tutto è iniziato con il caso del Pandoro Balocco. Secondo l’accusa, Ferragni avrebbe promesso di devolvere in beneficenza il ricavato delle vendite del prodotto, salvo poi non farlo. La vicenda ha portato all’apertura di un’indagine per truffa aggravata, che coinvolge anche le uova di Pasqua Dolci Preziosi e le bambole Trudi. Le prime a voltarle le spalle sono state Safilo e Coca-Cola. A dicembre, Safilo ha interrotto la produzione di occhiali a marchio Ferragni per “violazione di impegni contrattuali”. A gennaio, Coca-Cola ha comunicato di aver lavorato con l’influencer nel 2023, ma di non aver in programma di utilizzare i contenuti realizzati. Nei giorni scorsi, si sono aggiunte altre due aziende: Trudi e Mondelez Italia (proprietaria del marchio Oreo). Trudi ha precisato di essere estranea a qualsiasi attività di beneficenza legata alla bambola di Chiara Ferragni, mentre Mondelez ha sottolineato che l’influencer ha donato in beneficenza i proventi della capsule collection Oreo autonomamente e al di fuori dell’accordo commerciale. L’ultima in ordine di tempo è Cartiere Pigna. L’azienda bergamasca ha rescisso il contratto con Ferragni “nel rispetto del proprio codice etico aziendale”, che esclude la collaborazione con soggetti sanzionati per comportamenti non etici. La società di Ferragni, Fenice srl, ha contestato la decisione di Pigna, definendola “illegittima e strumentale”. Fenice si riserva di agire nelle sedi opportune a tutela dei propri interessi. Intanto, il governo ha adottato un pacchetto sulla beneficenza che prevede multe per chi abusa delle donazioni altrui e una stretta per gli influencer. L’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) ha inoltre adottato un nuovo regolamento per i contenuti online e la pubblicità. Chiara Ferragni ha commentato con favore l’approvazione della legge, sostenendo che eviterà di compiere in futuro altri errori. L’influencer ha sempre attribuito a un errore i casi Balocco e Dolci Preziosi.

ANSA – PIGNA INTERROMPE LA COLLABORAZIONE CON CHIARA FERRAGNI

La Cartiere Paolo Pigna Spa ha ufficialmente terminato la sua collaborazione con le aziende legate a Chiara Ferragni. La decisione è stata confermata dai dirigenti aziendali, affermando che si è basata sul rispetto del codice etico aziendale consultabile sul sito pigna.it. Il codice esclude la collaborazione con individui sanzionati dalle autorità per comportamenti non etici, scorretti o in violazione delle leggi. La società, con sede ad Alzano Lombardo (Bergamo), ha confermato così le voci circolate su alcune testate giornalistiche riguardo alla cessazione della collaborazione con l’influencer. La pagina ‘Chiara Ferragni Limited Edition’ sul sito Pigna è stata rimossa, visualizzando un messaggio di “Errore 404”. La collaborazione tra Pigna e le aziende legate a Chiara Ferragni è stata esclusivamente di natura commerciale, coinvolgendo la creazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e l’ufficio, come specificato dall’azienda.

OPEN – CHIARA FERRAGNI: PROCURA DI MILANO APRE FASCICOLO PER TRUFFA AGGRAVATA

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per truffa aggravata a carico di Chiara Ferragni, accusata di aver ingannato i consumatori con la vendita del pandoro rosa Balocco, della bambola Trudi e delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi. Secondo gli inquirenti, le tre operazioni sarebbero collegate da un “medesimo disegno criminoso”, nel quale la Ferragni avrebbe utilizzato la beneficenza per incentivare la vendita dei prodotti. L’indagine è partita da un esposto presentato dal Codacons nel novembre 2022. L’associazione di consumatori aveva denunciato che il pandoro rosa Balocco, pubblicizzato dalla Ferragni come “il 100% del ricavato sarà devoluto in beneficenza”, non era in realtà interamente benefico. Infatti, secondo il Codacons, il 5% del ricavato sarebbe stato trattenuto dalla Balocco per coprire i costi di produzione e di distribuzione. Nel gennaio 2023, la Ferragni ha lanciato una bambola a sua immagine, prodotta in collaborazione con l’azienda friulana Trudi. La bambola era venduta a 99 euro, di cui 50 euro sarebbero stati devoluti in beneficenza. Anche in questo caso, il Codacons ha presentato un esposto, accusando la Ferragni di aver ingannato i consumatori. L’associazione di consumatori ha sostenuto che la bambola non era un prodotto di beneficenza, ma semplicemente un giocattolo costoso. Nel marzo 2023, la Ferragni ha collaborato con l’azienda Giochi Preziosi per la produzione di una linea di uova di Pasqua. Anche in questo caso, la Ferragni ha pubblicizzato l’iniziativa come benefica, sostenendo che il ricavato sarebbe stato devoluto a un’associazione che aiuta i bambini malati di cancro. Tuttavia, il Codacons ha denunciato che la Ferragni non ha mai reso noto l’importo effettivo devoluto in beneficenza. I legali di Chiara Ferragni hanno respinto tutte le accuse, sostenendo che la loro assistita è innocente. “Siamo totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara”, hanno dichiarato Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone. “Innocenza che emergerà dalle indagini che verranno condotte”. La Procura di Milano ha inviato la documentazione relativa alle tre indagini alla Procura generale della Cassazione, che dovrà decidere a chi spetta procedere. Se la Cassazione dovesse assegnare le indagini alla Procura di Cuneo, significherebbe che il reato sarebbe stato commesso a Fossano, sede della Balocco. In caso contrario, le indagini rimarrebbero a Milano.

LEGGO – DECINE DI RICHIESTE DI RISARCIMENTO DA CHI HA COMPRATO IL PANDORO GRIFFATO CHIARA FERRAGNI

L’associazione dei consumatori Codacons ha ricevuto centinaia di segnalazioni da parte di persone che hanno acquistato il pandoro “Pink Christmas” della Balocco griffato Chiara Ferragni, convinti che parte del prezzo maggiorato da loro pagato fosse destinato in beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Le segnalazioni, che sono già oltre 250, lamentano di essere stati “traditi e truffati” dall’influencer e dall’azienda dolciaria. “Noi abbiamo acquistato il pandoro proprio perché la nostra neonata era stata curata dal Regina Margherita e pertanto abbiamo scelto questo pandoro – scrive una delle vittime – Non abbiamo lo scontrino ma la foto del dolce”. “L’anno scorso – si legge in un’altra email – abbiamo acquistato un pandoro Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni. Nonostante le nostre poche risorse economiche e il prezzo non irrisorio del pandoro, ci sembrava comunque una buona iniziativa per aiutare chi è meno fortunato di noi. Adesso ci sentiamo traditi e truffati, perché per noi è stata una spesa che abbiamo fatto con il cuore; per questo motivo, sono qui a richiedere un rimborso”. “Ho acquistato 15 pandori (stupida) come regali di Natale a cugine ed amiche – scrive un’altra consumatrice – Scherzare e far danaro sulla sorte dei meno fortunati è una cosa pessima, credo che dovrebbero rimborsare oltre al costo del pandoro anche i danni morali”. Il Codacons, che ha presentato un esposto alla Procura di Milano, ha calcolato in 1,65 milioni di euro i presunti danni per gli acquirenti del pandoro griffato.

ILMESSAGGERO – CHIARA FERRAGNI E I NUOVI GUAI CON LA BAMBOLA IN COLLABORAZIONE CON TRUDI

Chiara Ferragni è attualmente al centro delle indagini della Guardia di Finanza per il caso del pandoro Balocco ‘Pink Christmas’. Tuttavia, un nuovo sviluppo potrebbe aumentare i problemi legali all’influencer. Nel 2019, Ferragni ha lanciato una Limited Edition della bambola Chiara Ferragni in collaborazione con Trudi, con l’intento di destinare tutti i profitti a Stomp Out Bullying, un’organizzazione no-profit contro il cyberbullismo. La bambola, alta 34 centimetri, è stata messa in vendita al prezzo di 34,99 euro, successivamente ridotto a 24,99 euro. Ferragni aveva annunciato la collaborazione con un messaggio che sottolineava l’impegno contro il cyberbullismo, definendolo un argomento vicino al suo cuore. La bambola ha rapidamente esaurito le scorte, vendendosi completamente in sole 5 ore. Tuttavia, la Tbs Crew, il team di Chiara Ferragni, ha successivamente rilasciato una dichiarazione specificando che i ricavi dalla vendita della bambola sono stati donati all’associazione “Stomp Out Bullying” nel luglio 2019. La precisazione è stata fatta per specificare che l’impegno benefico riguardava solo le vendite dirette sul canale e-commerce di The Blonde Salad, escludendo altri canali gestiti da terzi.

LEGGO – COSA SI SA DELL’INCHIESTA SU CHIARA FERRAGNI

L’inchiesta della Procura di Milano sul caso del pandoro “Pink Christmas” di Balocco, promosso da Chiara Ferragni, entra nel vivo. I pm stanno analizzando le carte del fascicolo e, secondo quanto si apprende, già dalla prossima settimana potrebbero iniziare a essere sentiti i protagonisti dell’accordo di sponsorizzazione e beneficenza. In particolare, i pm sono interessati a capire i termini dell’accordo tra Balocco e Ferragni (con le srl Fenice e Tbs Crew). L’Antitrust ha già sanzionato le due società per pubblicità ingannevole, contestando loro di aver lasciato intendere ai consumatori che, comprando il pandoro, avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing. In realtà, Balocco aveva già donato 50mila euro all’ospedale a maggio 2022, molto prima del Natale. Le aziende di Ferragni, invece, non hanno versato un solo euro in beneficenza, nonostante abbiano guadagnato più di 1 milione di euro con la vendita del pandoro. L’analisi delle email acquisite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza dovrà stabilire la responsabilità del messaggio che ha portato alla contestazione di truffa aggravata. Le parti coinvolte respingono l’accusa, ma i pm stanno indagando per accertare se vi sia stata una vera e propria intenzione di ingannare i consumatori. L’inchiesta sulla truffa resta confinata al pandoro, ma la Procura sta anche esaminando il caso delle uova di Pasqua brandizzate Dolci Preziosi. Anche in questo caso, Ferragni è indagata per pubblicità ingannevole.

CHIARA FERRAGNI: IPOTESI TRUFFA NELL’INCHIESTA SUL PANDORO

Nuova svolta nell’inchiesta sul pandoro griffato Chiara Ferragni, che rischia di costare caro all’influencer. La Guardia di finanza di Milano ha depositato una prima annotazione, a cui seguirà anche una serie di allegati, al procuratore aggiunto Eugenio Fusco. L’ipotesi di reato, ancora da formulare, potrebbe essere non più frode in commercio bensì truffa. Gli elementi raccolti dagli investigatori sembrerebbero avallare questa ipotesi di reato, in particolare le email tra il gruppo dolciario Balocco e l’imprenditrice digitale che presenterebbero degli aspetti che hanno catturato l’attenzione degli inquirenti. Se inizialmente il reato di truffa era stato ‘scartato’, ora gli elementi raccolti sembrerebbero avallare questa ipotesi di reato. Il reato di truffa è regolato dall’articolo 640 del codice penale. «Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032», si legge. Dunque, è probabile che venga ipotizzato il reato di truffa e che si arrivi a breve alle prime iscrizioni nel registro degli indagati. L’inchiesta milanese riguarda anche le uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi, tutte vendute con la griffe Ferragni e con scopi solidali.

LASTAMPA – COCA COLA SOSPENDE LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA CON CHIARA FERRAGNI

Dopo il ritiro di Safilo Group, anche Coca Cola ha deciso di sospendere la campagna pubblicitaria che vedeva protagonista Chiara Ferragni. La bevanda più famosa al mondo aveva scelto l’imprenditrice digitale lo scorso dicembre, per girare uno spot che sarebbe dovuto uscire a fine gennaio, sfruttando l’avvio di Sanremo previsto il prossimo 6 febbraio. La decisione di Coca Cola arriva a seguito dello scandalo Pandoro gate, che ha coinvolto Ferragni a dicembre 2023. L’influencer era stata accusata di aver sponsorizzato una marca di pandoro senza aver consumato effettivamente il prodotto. La vicenda aveva suscitato un’ondata di indignazione sui social, e aveva portato a un calo di popolarità per l’imprenditrice digitale. Ferragni è tornata a pubblicare sui social nelle ultime ore, dopo il silenzio che andava avanti dallo scorso 18 dicembre. Lo ha fatto attraverso alcune storie Instagram pubblicate a distanza di un giorno le une dalle altre. Nelle ultime, è apparsa sorridente insieme alla mamma Marina Di Guardo e alla figlia Vittoria. Non è chiaro se la campagna pubblicitaria di Coca Cola verrà ripresa in futuro. La bevanda più famosa al mondo non ha rilasciato dichiarazioni in merito.

CORRIERE – CHIARA FERRAGNI E LE INDAGINI SULLA BAMBOLA TRUDI

Chiara Ferragni si trova nuovamente sotto i riflettori dell’indagine. Dopo le inchieste sul pandoro Balocco e sull’uovo di Pasqua Dolci Preziosi, ora gli investigatori puntano la lente d’ingrandimento anche sulla bambola Trudi raffigurante l’influencer. Venduta a partire dal 2019 dopo il matrimonio con Fedez, il ricavato delle vendite sarebbe stato devoluto in beneficenza, specifica “La Verità”. Gli inquirenti stanno esaminando come i proventi della vendita della mascotte raffigurante Chiara Ferragni siano stati distribuiti. I peluche, venduti su The Blonde Salade, avrebbero contribuito a finanziare “Stomp out bullying”, un’organizzazione no-profit contro il cyberbullismo. Tuttavia, l’indagine si concentra sulle modalità di questa donazione. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco potrebbe iscrivere Ferragni e collaboratori nel registro degli indagati lunedì. Al contempo, si indaga sulle donazioni in altri casi di beneficenza, inclusa la devoluzione del cachet da Ferragni all’Associazione Nazionale D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza durante il Festival di Sanremo. La showgirl di Cremona aveva destinato interamente i centomila euro ricevuti per la conduzione a fini benefici.

CODACONS HA PRESENTATO UNA NUOVA DENUNCIA CONTRO CHIARA FERRAGNI

l Codacons ha presentato un nuovo esposto contro Chiara Ferragni, questa volta alla procura della Repubblica di Milano. La denuncia riguarda i disservizi denunciati da alcuni clienti del marchio Chiara Ferragni Collection. In particolare, il Codacons ha raccolto le segnalazioni di diversi consumatori che hanno lamentato di aver ricevuto prodotti difettosi o non conformi agli ordini effettuati. In alcuni casi, i clienti hanno anche denunciato di aver avuto difficoltà a contattare il servizio clienti per ottenere assistenza. Il Codacons ha chiesto alla procura di Milano di avviare un’indagine per verificare le segnalazioni dei consumatori e di accertare eventuali responsabilità. La vicenda ha suscitato notevole scalpore sui social, dove Chiara Ferragni è stata criticata per la sua gestione del marchio. L’imprenditrice ha risposto alle critiche pubblicando un post su Instagram in cui ha annunciato che sta lavorando per migliorare il servizio clienti. La vicenda ha avuto anche un impatto negativo sull’immagine di Chiara Ferragni. L’imprenditrice ha perso oltre 100mila follower su Instagram, mentre il marito Fedez ha perso circa 200mila follower.

SKUOLANET – CHIARA FERRAGNI HA PERSO 100 MILA FOLLOWER

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo per indagare su Chiara Ferragni, accusata di frode in commercio per la pubblicità del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi. L’ipotesi degli inquirenti è che la Ferragni, insieme alle aziende coinvolte, abbia ingannato i consumatori facendoli credere che l’acquisto dei prodotti fosse finalizzato a una donazione benefica, quando in realtà si trattava solo di una strategia di marketing. Nel caso del pandoro, il prezzo del prodotto era stato aumentato notevolmente, lasciando intendere che una parte del ricavato sarebbe stata devoluta all’ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà, l’azienda Balocco ha donato solo 100mila euro all’ospedale, una cifra molto inferiore a quella che i consumatori avevano creduto di contribuire. Per quanto riguarda le uova di Pasqua, l’azienda Dolci Preziosi ha versato alla Ferragni un cachet di 1,2 milioni di euro per la sua immagine, ma ha donato solo 36mila euro all’associazione ‘I bambini delle fate’. La Procura ha già acquisito i documenti necessari per avviare le indagini. Nel frattempo, Chiara Ferragni è scomparsa dai social network, dove aveva pubblicato un video di scuse dopo la multa da 1 milione di euro inflitta dall’Antitrust.

ANSA – APERTA UN’INCHIESTA ANCHE SULLE UOVA DI PASQUA PUBBLICIZZATE DALLA FERRAGNI

La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulle uova di Pasqua, oltre al Pandoro Pink Christmas promosso da Chiara Ferragni, senza identificare indagati o reati. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha delegato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF per verifiche relative alle uova pasquali di Dolci Preziosi. L’azienda ha smentito qualsiasi coinvolgimento nella controversia della beneficenza. La campagna benefica legata alle uova pasquali è stata aggiunta al fascicolo di indagine, ampliando l’attenzione del caso. Al momento non ci sono accusati né chiarezza sui presunti reati. La procura ha esteso le indagini per comprendere meglio il coinvolgimento e le dinamiche di questa operazione pubblicitaria.

OPEN – INDAGINE SUL CASO CHIARA FERRAGNI-BALOCCO

La Procura di Milano ha avviato un’indagine riguardo alla sponsorizzazione del pandoro benefico della Balocco, promosso da Chiara Ferragni. Le indagini sono affidate alla Guardia di Finanza, senza attualmente indagati o reati. Le Fiamme Gialle acquisiranno i documenti che hanno portato l’Antitrust a sanzionare Ferragni e Balocco per pratiche commerciali scorrette, verificando possibili irregolarità nell’accordo di sponsorizzazione per il pandoro Pink Christmas. Il fascicolo è stato aperto dopo gli esposti di Codacons e Assourt contro Ferragni e Balocco, accusati di truffa nei confronti dei consumatori, depositando esposti in 104 procure diverse. L’Antitrust ha multato Ferragni e Balocco per aver falsamente collegato l’acquisto del pandoro a una donazione ospedaliera, generando un guadagno di oltre un milione per Ferragni, sebbene la donazione fosse stata effettuata in precedenza. La Guardia di Finanza acquisirà i documenti dell’istruttoria Antitrust entro fine anno.

ANSA – SAFILO HA INTERROTTO LA COLLABORAZIONE CON CHIARA FERRAGNI

L’azienda di occhiali Safilo ha interrotto la partnership con Chiara Ferragni, influencer e imprenditrice. L’accordo pluriennale, annunciato nel 2021, per una linea di occhiali “Chiara Ferragni” è stato interrotto da Safilo a causa di presunte violazioni contrattuali dell’influencer. La nota ufficiale di Safilo non ha collegato direttamente la fine della collaborazione alla recente multa dell’Antitrust verso società di Ferragni per una campagna promozionale ingannevole riguardante una linea di pandori. L’Antitrust ha sanzionato Ferragni e altri per aver presentato in modo fuorviante la campagna, suggerendo una donazione benefica legata alle vendite di pandori, nonostante l’ammontare fosse predeterminato. Ferragni si è scusata pubblicamente e ha promesso una donazione di un milione di euro. Le procure di Cuneo e Milano stanno indagando, ma al momento nessuna ipotesi di reato è stata avanzata né ci sono indagati.

OPEN – CHIARA FERRAGNI E LE UOVA DI PASQUA: “DONATI 36MILA EURO SU 1,2 MILIONI DI INCASSO”

Dopo le polemiche per il pandoro Balocco, Chiara Ferragni è ora accusata di opacità anche per le uova di Pasqua Dolci Preziosi. Nel 2021 e nel 2022, l’influencer ha collaborato con l’azienda per realizzare una linea di uova di Pasqua in edizione limitata. Le confezioni riportavano la scritta “Sosteniamo i bambini delle fate”, un’impresa sociale che crea percorsi di inclusione sociale per minori affetti da autismo. Secondo il Fatto Quotidiano, però, la donazione da 1,2 milioni di euro annunciata da Dolci Preziosi non sarebbe legata alle vendite delle uova, ma sarebbe stata un pagamento diretto a Chiara Ferragni. L’imprenditore Franco Cannillo, che ha acquisito Dolci Preziosi, ha confermato al quotidiano che l’influencer ha ricevuto un cachet di 500mila euro nel 2021 e di 700mila euro nel 2022. La donazione a “I bambini delle fate”, invece, sarebbe stata di 36mila euro nel 2021 e di 48mila euro nel 2022. Il responsabile della comunicazione di “I bambini delle fate”, Antonello, ha confermato al Fatto Quotidiano che l’azienda ha stretto un accordo con Dolci Preziosi per una donazione di 1,2 milioni di euro. Tuttavia, ha precisato che la donazione non era legata alle vendite delle uova e che la scritta “Sosteniamo i bambini delle fate” non significava che ogni uovo venduta avrebbe portato benefici all’impresa sociale.

CORRIERE – CHIARA FERRAGNI CHIEDE SCUSA PER LA VICENDA DEL PANDORO BALOCCO

Chiara Ferragni ha pubblicato su Instagram un video di scuse riguardo alla campagna promozionale dei pandori di Balocco. L’influencer ha ammesso un “errore di comunicazione” dopo la multa di 1,4 milioni di euro inflitta dall’Antitrust. Quest’ultima accusava la campagna di essere fuorviante: si faceva credere che l’acquisto dei pandori contribuisse a donazioni per l’ospedale Regina Margherita di Torino, ma la somma era già prestabilita indipendentemente dalle vendite. La reazione di Ferragni sembra essere una risposta indiretta alle critiche della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, anche se non ne fa menzione. Nella dichiarazione, Ferragni ha annunciato una donazione di 1 milione di euro all’ospedale Regina Margherita per i bambini e ha garantito una separazione totale tra iniziative benefiche e attività commerciali future.

ANSA – CHIARA FERRAGNI IMPUGNERA’ LA DECISIONE DELL’ANTITRUST SULLA MAXI MULTA DA 1 MILIONE DI EURO

Chiara Ferragni risponde dopo la multa dell’Antitrust per la promozione del Pandoro Pink Christmas. Sanzionata per aver comunicato erroneamente la donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, ha dichiarato che l’operazione è stata mal interpretata. La Ferragni si è scusata se la sua comunicazione è stata fraintesa, sottolineando che l’obiettivo principale era evidenziare la donazione di Balocco all’ospedale. Ha espresso il suo dispiacere per il dubbio sulla sua buona fede e ha ribadito l’impegno continuo nella beneficenza, considerandola parte integrante della sua vita. Contestando la sanzione di oltre 1 milione di euro, afferma che la decisione sarà impugnata nelle sedi appropriate. La vicenda, nata per supportare la ricerca sull’osteosarcoma e il sarcoma di Ewing, si è conclusa con una multa di 1 milione per le società legate a Chiara Ferragni e 420 mila euro per Balocco.

ANSA – MULTA DA 1 MILIONI DI EURO A SOCIETA’ LEGATE A CHIARA FERRAGNI

L’Antitrust impone una multa di oltre 1 milione alle società legate a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. La decisione segue l’accusa che le aziende avrebbero creato una pubblicità ingannevole. Secondo l’Antitrust, le società hanno suggerito che l’acquisto del pandoro “griffato” Ferragni contribuisse a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, quando in realtà la donazione di 50 mila euro era già stata fatta solo da Balocco mesi prima. Le società legate a Ferragni avrebbero incassato oltre 1 milione dall’iniziativa. Il pandoro, venduto a 9,90 euro, presentava un prezzo superiore alla media. La promozione faceva intendere che il maggior prezzo contribuisse alla donazione ospedaliera, ma l’Antitrust afferma che la somma destinata all’ospedale fosse già predeterminata indipendentemente dalle vendite dei pandori Ferragni.

EREDITA’ AGNELLI

AGI – TRIBUNALE DI TORINO SEQUESTRA 74 MILIONI DI EURO NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA SULL’EREDITA’ DI GIANNI AGNELLI

Il tribunale di Torino ha deciso di sequestrare preventivamente beni per un valore totale di 74,8 milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta riguardante l’eredità di Gianni Agnelli. Questo provvedimento coinvolge diverse persone, tra cui John, Lapo e Ginevra Elkann, figli di Margherita Agnelli e del suo primo marito, lo scrittore Alain Elkann. Sono coinvolti anche Gianluca Ferrero, presidente della Juventus e commercialista della famiglia Agnelli, e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen, che si occupa della gestione dell’eredità di Marella Caracciolo di Castagneto, moglie di Gianni Agnelli, deceduta nel 2019. Le accuse rivolte a queste persone includono “dichiarazione infedele” e truffa ai danni dello Stato. Margherita Agnelli è la secondogenita di Gianni Agnelli, figura centrale nella storia industriale italiana, presidente del gruppo Fiat dal 1966 fino al 1996 e poi presidente onorario fino alla sua morte nel 2003. L’inchiesta si concentra su alcuni versamenti effettuati da Margherita alla madre Marella Caracciolo di Castagneto, per i quali non sarebbero state correttamente versate le tasse in Italia. Questi versamenti non sono stati dichiarati nelle dichiarazioni fiscali di Marella per gli anni 2018 e 2019. Secondo l’accusa, le dichiarazioni fiscali suggeriscono che Marella abbia evaso il fisco italiano. La difesa sostiene invece che Marella non fosse tenuta a pagare le tasse in Italia poiché risultava formalmente residente in Svizzera. L’inchiesta è stata avviata a seguito di un esposto presentato dalla stessa Margherita Agnelli. La questione delle presunte tasse non pagate da Marella Caracciolo e la sua residenza potrebbero avere ripercussioni significative su una questione più ampia riguardante l’eredità di Gianni Agnelli.

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ILFATTOQUOTIDIANO – RESPINTO IL RICORSO DI MARGHERITA AGNELLI: IL CONTROLLO DELLA SOCIETA’ “DICEMBRE” RESTA A JOHN ELKANN

Nel contenzioso tra i fratelli Elkann e la madre Margherita riguardo alle quote di controllo della società Dicembre, i giudici del Tribunale delle Imprese di Torino hanno emesso una decisione che va a favore dei fratelli Elkann. Il giudice Enrico Astuni ha confermato l’attuale assetto societario di Dicembre, con il 60% della società nelle mani di John Elkann e il restante 40% diviso tra i fratelli Lapo e Ginevra. Questa decisione potrebbe avere ripercussioni anche sull’inchiesta penale della Procura torinese riguardo all’eredità di Marella Caracciolo Agnelli. L’indagine era stata avviata nel 2021 dopo che il Tribunale di Torino aveva annullato una precedente conferma delle quote societarie da parte del giudice delle Imprese, seguita da una nuova iscrizione delle stesse da parte degli Elkann. Margherita Agnelli, figlia di Marella Caracciolo, aveva presentato un nuovo ricorso legale contestando la validità dell’originale cessione delle quote. Secondo Margherita, mancherebbe l’originale della cessione delle quote da parte della madre, poiché il notaio si era limitato a depositare copie dei documenti. Tuttavia, il giudice delle Imprese ha stabilito che l’atto notarile accompagnato dai documenti allegati è valido, poiché il controllo qualificatorio è svolto dal notaio rogante. La decisione a favore di Margherita riguarda una successiva cessione delle quote di Dicembre certificata da un notaio svizzero. Secondo il giudice, le scritture private presentate risultano prive di autentica, registrazione e bollo, e l’autentica elvetica non ha valore giuridico in Italia perché manca dell’apostille in base alla Convenzione dell’Aja.

ANSA – EREDITA’ AGNELLI: TRIBUNALE DEL RIESAME RESPINGE IL RICORDO DEGLI ELKANN E CONFERMA IL SEQUESTRETO DELLE CARTE

Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro dei materiali legati all’eredità di Gianni Agnelli, su indicazione della procura di Torino. Il provvedimento, emesso dai pubblici ministeri il 6 marzo scorso, è stato confermato nonostante il ricorso presentato dagli avvocati dei fratelli Elkann e del commercialista Gianluca Ferrero, che avevano contestato la legittimità del sequestro. Il sequestro riguarda parte del materiale preso in consegna dalla guardia di finanza e si inserisce nell’inchiesta relativa all’eredità di Gianni Agnelli, che coinvolge anche l’ipotesi di una residenza fittizia della vedova dell’avvocato, Marella Caracciolo, in Svizzera, con conseguente evasione fiscale. Le indagini sono condotte dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio insieme ai colleghi Mario Bendoni e Giulia Marchetti. Il provvedimento di sequestro, emesso inizialmente il 6 marzo, ha ampliato il numero delle persone indagate e introdotto nuovi reati nell’ambito dell’inchiesta. I legali dei fratelli Elkann e di Gianluca Ferrero avevano già presentato un primo ricorso contro il sequestro, ottenendo la restituzione di parte del materiale precedentemente sequestrato, compresi documenti, dispositivi informatici e telefoni cellulari. Tuttavia, i pm hanno disposto un secondo sequestro su una parte del materiale precedentemente restituito, il quale è stato confermato dal tribunale del Riesame. Tra gli indagati figurano anche il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen, nonché Lapo e Ginevra Elkann, nipoti di Marella Caracciolo. L’indagine ha avuto origine da un esposto presentato da Margherita Agnelli, figlia di Marella e Gianni Agnelli, e si concentra principalmente sulla presunta residenza fittizia di Marella Caracciolo in Svizzera e sulle implicazioni fiscali correlate. Secondo l’accusa, Marella Caracciolo risultava residente in Svizzera per motivi fiscali, mentre in realtà dimorava a Torino, assistita da personale domestico. I pm ipotizzano che ciò abbia portato a dichiarazioni fraudolente relative ai redditi di Marella Agnelli per gli anni 2016 e 2019.

ANSA – JOHN ELKANN QUERELA UNA TROUPE RAI

I legali di John Elkann, noto imprenditore e nipote dell’Avvocato Agnelli, hanno reso noto di aver presentato una querela contro una Troupe della Rai per interferenze illecite nella vita privata. Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, rappresentanti legali di Elkann, hanno dichiarato che la decisione è stata presa in seguito a un episodio avvenuto nei giorni scorsi. Una troupe televisiva, secondo quanto riportato, ha effettuato riprese video mediante un drone all’interno di uno spazio privato presso l’abitazione torinese di John Elkann. Queste riprese, successivamente emerse, sarebbero state destinate alla trasmissione televisiva “Porta a Porta”. Gli avvocati di Elkann hanno sottolineato che tale intrusione nella vita privata del loro assistito, nonché della sua famiglia, che comprende anche tre minori, è da considerarsi ingiustificabile e inaccettabile, specialmente considerando l’origine pubblica della rete televisiva coinvolta. A seguito di questo episodio, i legali di Elkann hanno annunciato l’avvio di azioni legali contro tutti i soggetti responsabili, esigendo il rispetto della privacy e la non diffusione delle immagini ottenute in modo illecito. Inoltre, hanno emesso una diffida nei confronti della redazione di “Porta a Porta”, invitandola a evitare comportamenti simili in futuro e a non utilizzare le immagini in questione in alcun modo. Tuttavia, la trasmissione “Porta a Porta”, condotta da Bruno Vespa, ha risposto attraverso un comunicato ufficiale. Essi hanno dichiarato che il film maker della trasmissione, munito di regolare licenza di volo, ha cessato le riprese dopo essere stato invitato a farlo dal personale di sicurezza della casa di Elkann. Inoltre, hanno assicurato che le suddette immagini non sono state trasmesse né lo saranno in futuro.

ANSA – EREDITA’ AGNELLI: INDAGATI I TRE FRATELLI ELKANN

Un nuovo capitolo si apre nella complessa vicenda dell’eredità Agnelli. La Procura di Torino ha infatti iscritto nel registro degli indagati i tre fratelli Elkann – John, Lapo e Ginevra – per presunte evasioni fiscali legate alla gestione del patrimonio di famiglia. L’indagine, nata da un esposto presentato da Margherita Agnelli, madre dei tre, si concentra su un vitalizio di 500mila euro annui che la figlia avrebbe versato alla madre, Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli. Secondo l’accusa, questo vitalizio non sarebbe stato dichiarato correttamente, configurando un’evasione fiscale stimata attorno ai 30 milioni di euro. Le indagini ipotizzano infatti l’esistenza di un “tesoro nascosto” nei paradisi fiscali, emerso grazie alla scoperta di mezzo miliardo di euro in conti esteri da parte della Guardia di Finanza. Al centro dell’inchiesta ci sono anche Gianluca Ferrero, commercialista e presidente della Juventus, e il notaio svizzero Urs Robert von Grueningen, accusati di aver contribuito a eludere il pagamento delle tasse di successione, per un importo stimato di 700 milioni di euro. L’esame delle dichiarazioni dei redditi degli anni 2016 e 2017 ha acceso i riflettori sulla società Bundeena Consulting Inc. Bvp, ritenuta di proprietà di Marella Caracciolo e utilizzata per veicolare ingenti somme verso le società dei nipoti con sede in Liechtenstein. Le accuse ipotizzano che Ferrero e il notaio svizzero abbiano architettato un sistema di dichiarazioni fiscali ingannevoli, con John Elkann che avrebbe addirittura assoldato personale e utilizzato società come “Fca Security” e “Stellantis Europa” per operazioni sospette all’interno delle proprietà della nonna. Un complesso network di società anonime riconducibili agli Elkann è stato scoperto da un’ispezione antiriciclaggio condotta nel luglio 2023. Gli avvocati degli Elkann respingono le accuse, sostenendo che i fondi in questione erano già stati dichiarati e tassati e che le firme sul testamento di Marella Caracciolo sarebbero false. Margherita Agnelli, dal canto suo, ha ampliato le sue denunce ad altri beni di famiglia, come quadri e opere d’arte, avviando diverse cause legali in diverse città. L’intera vicenda si inserisce in una più ampia battaglia legale che vede Margherita Agnelli contestare le disposizioni testamentarie che la escluderebbero, insieme ad altri cinque figli, dalla successione. In ballo c’è il controllo di società cruciali come Stellantis, Ferrari e Juventus. La causa principale ruota attorno alla società Dicembre, fulcro del controllo del gruppo Agnelli, con Margherita che contesta un accordo del 2004 e mira a rinegoziare i termini della successione e della proprietà.

ANSA – EREDITA’ AGNELLI: ACCOLTO PARZIALMENTE IL RICORSO PRESENTATO DA ELKANN

Il tribunale del riesame ha accolto parzialmente il ricorso presentato dagli avvocati di John Elkann, amministratore delegato di Exor, e di Gianluca Ferrero, commercialista della famiglia, riguardo alle perquisizioni ordinate dalla procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli. Sebbene sia solo il primo round, Elkann ha ottenuto un risultato favorevole, anche se la partita è ancora lungi dall’essere conclusa. Il decreto dei pubblici ministeri è stato annullato solo parzialmente, ma la decisione del tribunale sembra significativa. Sono stati restituiti i dispositivi elettronici, inclusi telefonini e computer, oltre a una vasta quantità di documenti. Tra questi, spiccano quelli relativi a “Dicembre”, la cassaforte che controlla tutte le società del gruppo. Gli avvocati di Elkann hanno sottolineato che il materiale sequestrato superava le necessità legate all’ipotesi di reato, che riguardava la presunta dichiarazione infedele dei redditi di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli, per gli anni 2018 e 2019. Gli avvocati di Elkann si sono detti soddisfatti per il riconoscimento da parte del tribunale di un principio di garanzia del cittadino, specialmente quando coinvolge un professionista vincolato dal segreto professionale. Anche i legali di Ferrero hanno espresso soddisfazione per la decisione del tribunale. Il tribunale sembra aver limitato lo spazio di manovra dei pubblici ministeri, che avevano accennato a possibili tesoretti nascosti all’estero e società in paradisi fiscali, oltre a pagamenti non documentati e altre questioni legate al patrimonio di Marella Agnelli. Rimangono sotto sequestro il testamento redatto nel 2011 dalla donna e le integrazioni del 2012 e 2014, oltre alle carte relative al presunto giallo sul suo domicilio in Svizzera, comprese quelle riguardanti l’immobile a Roma e altre proprietà.

SKYTG24 – INIZIATA L’INCHIESTA SULL’EREDITA’ DI AGNELLI

Ieri, 28 febbraio, si è tenuta l’udienza al Tribunale del Riesame di Torino nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta dichiarazione fraudolenta delle denunce dei redditi del 2018 e 2019 di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli. Al centro dell’indagine ci sono le firme di Marella su alcuni documenti, tra cui le aggiunte testamentarie, che una consulenza grafologica ha definito “ragionevolmente apocrife”. L’inchiesta è nata da un esposto presentato da Margherita Agnelli, figlia di Marella, che accusa i figli di John Elkann di aver creato l’apparenza di una residenza fittizia in Svizzera della madre per ottenere vantaggi fiscali. I legali di John Elkann, del commercialista Gianluca Ferrero e del notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen, indagati per falso, hanno presentato un ricorso per vizio di motivazione contro i sequestri disposti dalla procura di Torino. La contestazione riguarda la pertinenza tra la presunta residenza fittizia di Marella in Svizzera e la quantità di atti e dispositivi elettronici sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle perquisizioni del 7 febbraio. La consulenza grafologica, basata su fotocopie dei documenti, ha indicato come “apocrife” le firme di Marella su alcuni documenti chiave. Ora è stata disposta una seconda consulenza su alcuni originali. Margherita Agnelli contesta il testamento con cui la madre ha lasciato i beni ai tre figli Elkann e chiede di essere riconosciuta come unica erede legittima. I giudici del Riesame dovranno valutare la solidità dell’accusa e la pertinenza dei sequestri. La decisione potrebbe avere un impatto significativo sull’esito dell’inchiesta e sulla successione dei beni della famiglia Agnelli. In ballo c’è il controllo di un impero industriale e finanziario che comprende, tra le altre cose, la Juventus, la Ferrari, Stellantis e Cnh.

FANPAGE – INCHIESTA EREDITA’ DI GIANNI AGNELLI: JOHN ELKAN INDAGATO

John Elkann, presidente di Stellantis e Ferrari, è indagato dalla procura di Torino per violazioni fiscali nell’ambito di un’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli. L’indagine è stata avviata a seguito di un esposto presentato da Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli e madre di John Elkann. Margherita contesta la validità di alcuni accordi presi in merito all’eredità del padre e sostiene che Elkann e gli altri eredi non abbiano versato le imposte dovute su una rendita vitalizia di 3,5 milioni di euro annui che spettava a Marella Agnelli, seconda moglie di Gianni Agnelli e madre di John Elkann. I reati ipotizzati dalla procura sono la dichiarazione infedele dei redditi e l’evasione fiscale. L’inchiesta coinvolge anche il commercialista Gianluca Ferrero e Robert Von Groueningen, amministratore dell’eredità di Marella Agnelli. Elkann ha respinto le accuse, affermando che gli accordi contestati sono validi e che le imposte sono state regolarmente pagate. L’indagine si inserisce in una più ampia faida familiare tra Margherita Agnelli e i suoi figli, tra cui John Elkann. Margherita contesta la sua estromissione dalla gestione del patrimonio di famiglia e ha avviato una causa civile contro i figli.

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ADNKRONOS – TG PERDONO SPETTATORI: BENE SOLO IL TG DI LA7 (+20%)

Nel primo trimestre del 2024, i telegiornali italiani hanno visto un calo significativo di spettatori, con la Rai che perde 100.000 spettatori giornalieri e Mediaset 50.000. In controtendenza, Discovery e La7 hanno registrato una crescita. In particolare, Enrico Mentana ha ottenuto un aumento del 20% degli ascolti per il suo Tg La7. Secondo i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, le edizioni serali dei principali telegiornali (fascia 18:30-20:30) hanno visto una riduzione di circa 750.000 ascolti rispetto al 2023, passando da 17,30 a 16,55 milioni di spettatori. Il Tg1 delle 20 rimane il più visto con 4,81 milioni di ascolti medi giornalieri, seguito dal Tg5 delle 20 con 4,02 milioni e dall’edizione del Tgr delle 19:30 su Rai 3 con 2,46 milioni. Il Tg1 delle 20 ha registrato un calo del 4,4%, il Tg3 delle 19 del 3,8% e il Tg2 delle 20:30 del 15,2%. Per Mediaset, il Tg5 delle 20 ha visto una diminuzione del 5,2%, Studio Aperto delle 18:30 del 10,2% e il Tg4 delle 19:00 del 18,4%. In controtendenza, il Tg La7 delle 20 di Enrico Mentana ha registrato un aumento del 20% degli ascolti, passando da 1,06 a 1,27 milioni. Nella fascia oraria 12:00-14:30, i Tg Rai hanno perso complessivamente 470.000 spettatori, mentre i telegiornali del gruppo Mediaset hanno registrato una riduzione del 4,4%. Il Tg1 delle 13:30 ha perso il 7% degli spettatori e il Tg5 delle 13:00 il 4,5%. Anche in questa fascia oraria, il Tg La7 delle 13:30 ha visto un aumento degli ascolti del 20,5%. In generale, la televisione italiana ha registrato una diminuzione dell’audience, con la Rai che perde 100.000 spettatori giornalieri e Mediaset 50.000. Discovery e La7 hanno invece visto una crescita. Anche i quotidiani cartacei hanno subito un calo significativo, con una diminuzione del 9,1% delle copie vendute rispetto al 2023 e del 31,8% rispetto al 2020. Sebbene gli abbonamenti digitali siano aumentati, non sono riusciti a compensare adeguatamente il calo delle vendite. Anche i siti online delle testate tradizionali hanno visto una diminuzione degli utenti. Il “Corriere della Sera” si conferma leader sia su carta che online. Tra il 2019 e il 2023, i ricavi televisivi complessivi sono aumentati di circa 200 milioni di euro, grazie principalmente ai servizi a pagamento via web. Senza questi, la riduzione sarebbe stata di 1,15 miliardi di euro. Le risorse della radio sono rimaste stabili, mentre quelle dell’editoria quotidiana e periodica sono diminuite di circa 900 milioni di euro. Il valore della pubblicità online è più che raddoppiato dal 2019 al 2023, passando da 3,36 miliardi di euro a 6,84 miliardi di euro. La crisi dell’editoria quotidiana continua con un calo significativo delle vendite. Nel periodo gennaio-marzo 2024, le copie giornaliere vendute sono state 1,32 milioni, segnando una diminuzione del 9,1% rispetto all’anno precedente e del 31,8% rispetto al 2020. Le copie cartacee vendute giornalmente sono scese a 1,13 milioni, con un calo del 9,3% su base annua. Le copie digitali non hanno registrato variazioni significative, con una media di 190.000 copie giornaliere nel 2024. Nel primo trimestre 2024, il gruppo Cairo/RCS domina il mercato con una quota del 18,5%, seguito da Gedi, Caltagirone Editore e Monrif Group. Le vendite combinate di carta e digitale del “Corriere della Sera” hanno superato quelle di “La Repubblica” e “La Stampa” messe insieme. Il sito del “Corriere della Sera” è il più visitato, seguito da “La Repubblica” e “Fanpage”.

LEGGO – QUANTI ITALIANI GUARDANO LA TELEVISIONE

Dal 2016, sempre meno italiani scelgono la televisione per informarsi o intrattenersi. Con l’avvento dei nuovi media digitali, la fetta di mercato dell’intrattenimento si è spostata verso internet, utilizzando dispositivi come PC, tablet e smartphone. Attualmente, il 78,2% degli italiani guarda la televisione quotidianamente, ma questa percentuale è in calo dal 2016. La televisione è più seguita da bambini e anziani. Gli over 75 sono i più assidui spettatori, con una percentuale che supera il 90%, mentre tra i 18 e i 19 anni solo il 51,4% guarda la TV quotidianamente. Secondo il rapper Fedez, il problema principale della televisione italiana è la mancanza di idee innovative. Durante una diretta Instagram con Paolo Bonolis nel 2020, Fedez ha criticato la tendenza a comprare format esteri piuttosto che produrre contenuti originali. Questo ha portato molti giovani a disinteressarsi di programmi come “Grande Fratello”, “Ballando con le Stelle” e “L’Isola dei Famosi”, preferendo invece piattaforme come YouTube o Twitch che offrono contenuti più brevi e personalizzati. La televisione italiana ha una lunga storia che risale al 3 gennaio 1954, quando Fulvia Colombo annunciò l’inizio delle trasmissioni regolari della RAI. Nonostante l’evoluzione dei media, la televisione, come la radio prima di essa, ha saputo adattarsi ai cambiamenti tecnologici e culturali. Tuttavia, con l’avanzare delle generazioni e delle tecnologie, il futuro della televisione potrebbe essere sempre più legato alla capacità di offrire contenuti flessibili e personalizzati, rispecchiando le nuove abitudini di consumo degli spettatori.

CASO PAOLO VIRZI’ E MICAELA RAMAZZOTTI

LEGGO – LA LITE AL RISTORANTE TRA IL REGISTA PAOLO VIRZI’ E MICAELA RAMAZZOTTI

Ieri si è verificata una violenta lite al ristorante tra Paolo Virzì, rinomato regista italiano, e la sua ex moglie Micaela Ramazzotti, nota attrice e recentemente anche regista. L’incidente è durato oltre 40 minuti e ha visto volare piatti, bicchieri e spintoni. Durante la discussione, la figlia di Virzì, Ottavia, è stata medicata sul posto dal personale del 118. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, martedì sera Micaela Ramazzotti si è recata alla stazione dei carabinieri di Aventino per denunciare l’ex marito. Pochi ore dopo, sia lui che la figlia sono stati convocati negli uffici di via Oddone da Cluny. L’episodio si è verificato in un ristorante a piazza Albania, situato nell’area dell’Aventino, dove è scoppiata una discussione violenta che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Nel pomeriggio di martedì, il titolare del ristorante è stato interrogato: è stato lui il primo a cercare di calmare la situazione tra i due ex coniugi e ha fornito agli investigatori i video registrati dalle telecamere del locale. Durante la serata al ristorante, intorno alle 22, Micaela Ramazzotti si trovava a cena con il suo nuovo compagno Claudio Pallitto e la loro figlia di 11 anni. In quel momento è arrivato Paolo Virzì con la sua figlia maggiore e il figlio di 14 anni. I toni sono rapidamente aumentati e l’intervento di Pallitto, personal trainer di professione, ha acuito la tensione. I clienti presenti nel ristorante hanno immediatamente lasciato il locale dopo il primo lancio di piatti e sedie, rendendo necessario l’intervento del titolare e successivamente dei carabinieri per calmare la situazione. Durante l’incidente, la figlia di Virzì, Ottavia, ha riportato dei graffi al braccio. Alla fine della serata sono arrivati anche i genitori di Micaela, che l’hanno accompagnata a casa. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Paolo Virzì ha denunciato di essere stato colpito e denunciato da Micaela Ramazzotti. Questo sviluppo pone Ramazzotti nella posizione di dover rispondere alle accuse mosse contro di lei. Nel pomeriggio è stato rilasciato un comunicato più conciliante da parte del regista, che ha sottolineato l’importanza della riservatezza. Durante l’incidente, entrambi erano accompagnati: Virzì con la sua figlia maggiore da un precedente matrimonio, mentre Ramazzotti era presente con Claudio Pallitto e la loro figlia di 11 anni. Secondo quanto ricostruito, Virzì avrebbe rivolto la parola alla figlia di Ramazzotti con una battuta per distendere l’atmosfera, ma Pallitto avrebbe risposto in modo brusco dicendo “lasciala stare, fatti gli affari tuoi”. Questo intervento avrebbe provocato una forte reazione da parte di Virzì. La scena sarebbe stata ripresa da qualcuno con un cellulare e, secondo il Corriere, Pallitto potrebbe essere oggetto di indagine.

CASO FEDEZ

SKYTG24 – CASO PESTAGGIO A IOVINO: FEDEZ INDAGATO

Il rapper Fedez è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano con l’accusa di rissa, lesioni e percosse in concorso nel caso che coinvolge il personal trainer Cristiano Iovino, picchiato davanti al suo appartamento milanese nella notte tra il 21 e il 22 aprile dopo una lite nella discoteca The Club. Nonostante il rapper abbia negato la sua presenza sul luogo dell’aggressione, due testimoni lo avrebbero riconosciuto. La vicenda ha avuto inizio nella discoteca “The Club” con una lite tra Iovino e Fedez, forse scatenata da un’apprezzamento di troppo a una ragazza presente con il rapper e alcuni ultras del Milan. Dopo l’intervento della security per sedare la rissa, tutti sono stati allontanati dal locale. Successivamente, mentre Iovino rientrava a casa, è stato aggredito da un gruppo di persone scese da un minivan nero. Nonostante il personal trainer abbia rifiutato le cure mediche e non abbia riconosciuto gli aggressori, due addetti alla sicurezza del palazzo avrebbero dichiarato di aver visto Fedez sul luogo dell’aggressione, supportati da registrazioni di telecamere di sorveglianza. Fedez ha respinto le accuse durante il Salone del Libro di Torino, sostenendo di non essere stato presente all’aggressione e criticando la narrazione mediatica. Il rapper ha sottolineato che Iovino sarebbe andato a ballare poco dopo l’aggressione e ha sollevato dubbi sulla gravità dell’episodio, poiché il personal trainer non è stato portato in ospedale e non ha sporto denuncia. Fedez ha criticato la stampa per concentrarsi su questioni superficiali anziché su temi più rilevanti. La dinamica dell’aggressione e le circostanze che hanno portato a questo episodio sono ancora oggetto di indagine, con il personal trainer che non ha ancora presentato denuncia.

REALI INGLESI

ANSA – RE CARLO III HA IL CANCRO

La famiglia reale britannica ha annunciato che al re Carlo III è stata diagnosticata una forma di cancro. Sebbene non siano stati forniti dettagli sulla diagnosi o sulla sua gravità, è stato specificato che non si tratta di cancro alla prostata, nonostante il recente ricovero in ospedale per un ingrossamento benigno di tale ghiandola. Il re, 75 anni, ha iniziato trattamenti periodici lunedì e ha temporaneamente rinviato tutti gli impegni pubblici su consiglio medico. Carlo III è salito al trono dopo la morte di sua madre, la regina Elisabetta II, nell’ottobre 2022. In passato, ha reso pubblica la sua lotta con l’ingrossamento della prostata per promuovere l’importanza dei controlli medici regolari. Ora, condivide la sua diagnosi di cancro per evitare speculazioni e spera di sensibilizzare sul cancro.

Altre notizie:

APRI/CHIUDI
ANSA – KATE MIDDLETON HA IL CANCRO

La principessa britannica Kate Middleton, moglie del principe William d’Inghilterra, ha annunciato in un video pubblicato su Twitter di essere affetta da cancro e di aver iniziato un ciclo di chemioterapia. Questa dichiarazione è giunta venerdì, dopo oltre due mesi di silenzio sul suo stato di salute. Nel videomessaggio, Middleton ha descritto gli ultimi due mesi come estremamente difficili per la sua famiglia e ha chiesto un po’ di tempo, spazio e privacy durante il suo percorso di guarigione. Tuttavia, non ha specificato il tipo di cancro che le è stato diagnosticato. L’ufficio stampa di Kensington Palace, che gestisce le comunicazioni ufficiali di William e Kate, ha dichiarato che non fornirà ulteriori dettagli in merito. La principessa non era apparsa in pubblico dal 25 dicembre, quando aveva partecipato alla messa di Natale nella chiesa di St Mary Magdalene vicino a Sandringham House, nel Norfolk, dove la famiglia reale trascorre le festività. Il 17 gennaio, l’ufficio stampa di Kensington Palace aveva comunicato che Middleton aveva subìto un intervento chirurgico all’addome e che si stava riprendendo. Si prevedeva il ritorno alle attività pubbliche verso la fine di marzo. L’assenza prolungata di Middleton dalla scena pubblica aveva suscitato una grande attenzione e curiosità su internet, alimentata anche dalle poche informazioni divulgate sui suoi progressi di salute. In particolare, il comportamento ambiguo dei media reali riguardo alle notizie sulla sua salute aveva sollevato dubbi sull’affidabilità e trasparenza delle comunicazioni provenienti dalla famiglia reale. Questo è il secondo caso di cancro diagnosticato a un membro della famiglia reale britannica. A febbraio, Re Carlo III del Regno Unito aveva annunciato di essere in trattamento per un cancro, senza fornire ulteriori dettagli sulla sua diagnosi o gravità. Entrambi i casi mettono in evidenza la sfida che la famiglia reale britannica affronta nella gestione delle informazioni personali e delle crisi di salute dei suoi membri.

BRAD PITT VS ANGELINA JOLIE

LEGGO – BRAD PITT VS ANGELINA JOLIE: PERCHE’ 4 DEI 6 FIGLI HANNO RINUNCIATO AL COGNOME DEL PADRE

Il caso di Brad Pitt e Angelina Jolie è stato segnato da una lunga e complessa battaglia legale per la custodia dei loro sei figli. Nel 2016, Angelina Jolie ha chiesto il divorzio e l’affidamento dei figli, accusando Brad Pitt di abuso fisico e di dipendenza da alcol. Pitt ha negato le accuse e ha chiesto la custodia congiunta dei figli. Nel corso degli anni, i figli di Pitt e Jolie hanno preso posizioni diverse sulla loro situazione familiare. Shiloh, 18 anni, ha recentemente depositato le carte per cancellare il cognome del padre e mantenere solo quello della madre. Vivienne, 15 anni, ha scelto di presentarsi solo col cognome materno sui materiali del musical di Broadway cui ha lavorato come assistente con la madre produttrice. Zahara e Maddox, i più agguerriti tra i ragazzi del clan Jolie-Pitt, hanno anche espresso pubblicamente il loro astio nei confronti del padre. Maddox ha raccontato davanti al giudice di come suo padre fosse violento e abusivo, mentre Zahara ha scritto sui social media di come suo padre fosse una persona terribile e spregevole. Pax, il fratello di Maddox, ha anche espresso il suo disappunto verso il padre, scrivendo sui social media di come suo padre fosse uno str…o di prima classe e di come avesse reso la vita delle persone a lui più vicine un inferno costante. Knox, il gemello di Vivienne, è rimasto fuori dalla saga del rancore filiale. La lite in aereo e le botte sono state un punto di svolta nella storia della famiglia. Pitt è stato allontanato dalla famiglia dopo un episodio particolarmente spiacevole, avvenuto su un aereo di ritorno dalla Francia, proprio davanti a Maddox. Secondo gli avvocati dell’attrice, Pitt l’avrebbe afferrata per la testa e avrebbe colpito Maddox con un fortissimo schiaffo. Cinque giorni dopo, Angelina chiese il divorzio e l’affidamento dei figli. Il matrimonio e la separazione di Pitt e Jolie sono stati segnati da una lunga e complessa battaglia legale. I due hanno chiesto la custodia congiunta dei figli, ma la situazione è rimasta incerta per anni. Pitt ha recentemente concesso la custodia dei ragazzi, ma la situazione è ancora in corso.

GERARD DEPARDIEU

EURONEWS – GERARD DEPARDIEU VERRA’ PROCESSATO PER MOLESTIE E VIOLENZA SESSUALE
Gérard Depardieu, noto attore francese, è stato fermato dalla polizia di Parigi per essere interrogato sulle accuse di violenza sessuale e molestie che gli sono state rivolte da due donne. Queste accuse risalgono a settembre 2021 e 2014, rispettivamente sul set del film “Les Volets Verts” e del film “Le magicien et les siamois”. La procura di Parigi ha annunciato che Depardieu sarà processato il prossimo ottobre per queste accuse. Il processo riguarderà solo le accuse delle due donne che lavoravano sul set di “Les Volets Verts”, senza fornire ulteriori dettagli. Depardieu, 75 anni, ha negato tutte le accuse. Questo non è il primo caso di accuse contro Depardieu. Da dicembre 2020, è indagato per stupro e violenza sessuale contro l’attrice Charlotte Arnould. Era stato anche accusato da Hélène Darras, attrice, per fatti avvenuti durante le riprese di un film nel 2007, ma la causa era stata archiviata per prescrizione. Nel 2023, era stato accusato anche in Spagna dalla giornalista e scrittrice Ruth Baza, che lo aveva accusato di averla violentata nel 1995. Depardieu è stato rilasciato nel tardo pomeriggio, dopo essere stato fermato lunedì. Il suo caso è stato seguito da molti, e la sua condotta è stata oggetto di critiche e dibattiti.

BRITNEY SPEARS

SKYTG24 – BRITNEY SPEARS SI ACCORDA CON IL PADRE NELLA CAUSA SULLE SPESE LEGATE ALLA TUTELA LEGALE DELLA CANTANTE

Britney Spears ha raggiunto un accordo con suo padre per porre fine a una disputa legale che è proseguita dalla fine della conservatorship. Questo strumento legale ha visto il padre della cantante, James Spears, controllare il suo patrimonio e molti aspetti della sua vita per 11 anni. La causa si concentrava sul pagamento delle spese legali affrontate da James Spears durante i procedimenti sulla conservatorship, che ammontavano complessivamente a 2 milioni di dollari, e sui guadagni da lui ottenuti durante gli anni di tutela legale. Al momento, non sono disponibili ulteriori dettagli sull’accordo raggiunto tra le parti, ma si prevede che ponga fine alle questioni legali tra Britney Spears e suo padre.

CASO FRATELLI TATE
EURONEWS – ANDREW TATE SARA’ PROCESSATO IN ROMANIA PER STUPRO E TRATTA DI ESSERI UMANI

L’influencer Andrew Tate e suo fratello Tristan saranno processati in Romania per stupro, tratta di esseri umani e associazione a delinquere. Insieme a loro, altri due collaboratori rumeni sono stati rinviati a giudizio per gli stessi reati. Tate, che ha la doppia cittadinanza britannica e statunitense, è un ex campione del mondo di kickboxing diventato famoso online per i suoi contenuti misogini, razzisti e omofobi. Lui e suo fratello erano stati arrestati a dicembre 2022 con le stesse accuse, ma il tribunale di Bucarest ha impiegato diversi mesi per decidere l’inizio del processo, analizzando tutte le accuse a loro carico. Dopo alcuni mesi di carcere, i Tate erano stati messi agli arresti domiciliari e poi rimessi in libertà con alcune limitazioni, come l’obbligo di presentarsi alla polizia se convocati e di comunicare ogni cambio di residenza. Il 11 marzo erano stati nuovamente arrestati in Romania su mandato di arresto internazionale emesso dal Regno Unito per accuse di aggressione sessuale risalenti al periodo 2012-2015. La Corte d’Appello di Bucarest ha stabilito che i fratelli Tate possono essere estradati nel Regno Unito, ma solo dopo la conclusione del processo in Romania. Attualmente sono liberi e continuano a negare le responsabilità per tutti i reati di cui sono accusati.

GOSSIP MUSICA

WIRED – LE MELODIE DELLE CANZONI PIU’ POPOLARI SONO DIVENTATE SEMPRE PIU’ RIPETITIVE

Negli ultimi 75 anni, le melodie delle canzoni più popolari sono diventate sempre più ripetitive, semplici, ritmicamente uniformi e dense. Questo dato non proviene da critici musicali o nostalgici di generi del passato come il jazz o il country, ma da un gruppo di ricercatori che ha condotto un’analisi su oltre 1000 file musicali, raccogliendo canzoni dal 1950 ad oggi. Questi brani, selezionati dalle classifiche dei singoli più venduti, sono stati studiati matematicamente per identificare tendenze e cambiamenti significativi nel corso del tempo, rivelando evoluzioni e punti di svolta nella musica popolare. L’analisi condotta dai ricercatori rappresenta un’importante novità nel campo della storia musicale, poiché fino ad ora, lo studio dell’evoluzione musicale si era basato principalmente su opinioni qualitative di filosofi, musicologi e sociologi. Questi punti di vista, pur rilevanti, non erano supportati da dati quantitativi. Solo con l’avvento dell’informatica musicale, all’inizio degli anni 2010, è stato possibile creare un vasto database digitale delle melodie, basato su trascrizioni dettagliate riguardanti ritmo, struttura tonale e metrica. Utilizzando questi nuovi dati, i ricercatori hanno potuto realizzare la prima analisi statistica approfondita della musica degli ultimi sette decenni, confermando in modo scientifico ciò che molti avevano notato solo a orecchio. Dallo studio emerge una significativa semplificazione delle melodie nel tempo. Analizzando la complessità di una melodia in base al numero e alla varietà dei toni e delle durate che la compongono, i ricercatori hanno identificato tre grandi epoche musicali, separate da due rivoluzioni significative. La prima epoca, che va dal 1950 al 1974, è caratterizzata da melodie più complesse, con ampi intervalli tra le note e un numero relativamente basso di note al secondo. La prima rivoluzione avviene nel 1975, con l’ascesa di generi come la new wave, la disco e il rock, che portano a una semplificazione ritmica e melodica. Questo periodo dura fino al 1999, con una leggera rivoluzione nel 1996, probabilmente legata all’emergere dell’hip-hop. Tuttavia, è nel 2000 che avviene la seconda forte rivoluzione, con un ulteriore aumento della densità delle note e una riduzione della complessità melodica. I ricercatori precisano che queste osservazioni sono di natura statistica e non intendono esprimere giudizi di valore sulla qualità della musica. Tuttavia, sottolineano un’evidente tendenza: “il numero di note al secondo nelle melodie è fortemente aumentato, mentre i marcatori di complessità sia dell’intonazione che del ritmo registrano diminuzioni costanti”. Di fronte a questi dati, si sono interrogati sulle possibili cause di questo fenomeno, avanzando due ipotesi principali. La prima ipotesi fa riferimento alla “teoria della pressione comunicativa” di David Temperley, secondo la quale la complessità melodica potrebbe essere diminuita per lasciare spazio ad altri elementi più complessi, come i toni e i timbri, resi possibili dall’introduzione di nuovi strumenti e tecnologie. Questo equilibrio permetterebbe di non sovraccaricare l’ascoltatore. La seconda ipotesi riguarda l’effetto della frammentazione e dell’instabilità causate dall’avvento del digitale, che potrebbe aver ridotto la nostra capacità di apprezzare o creare opere artistiche complesse. I ricercatori concludono lasciando aperta una domanda: solo i futuri studi, che includeranno l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla musica, potranno fornire nuove risposte o sollevare ulteriori interrogativi sul futuro dell’evoluzione musicale.

Altre notizie:

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ANSA – BLACKSTONE ACQUISTA HIPGNOSIS, IL FONDO BRITANNICO CHE POSSIEDE I DIRITTI DI SHAKIRA, BIEBER, RHCP E ALTRI

Blackstone, un fondo di private equity statunitense, ha acquisito Hipgnosis Songs Fund, un fondo di investimento britannico che opera nel settore musicale, in un’operazione da 1,6 miliardi di dollari. Hipgnosis possedeva i diritti dei cataloghi musicali di artisti di fama mondiale come Neil Young, Shakira, Justin Bieber e Red Hot Chili Peppers. Con questa operazione, i diritti di questi cataloghi musicali passano quindi sotto il controllo di una società americana. Il fondatore di Hipgnosis, Merck Mercuriadis, ex manager di star come Beyoncé, Guns N’Roses ed Elton John, ha lasciato l’azienda nel momento in cui è stato completato l’acquisto da parte di Blackstone. Mercuriadis aveva lanciato Hipgnosis nel 2018 con l’obiettivo di acquisire i diritti di proprietà intellettuale di canzoni e album per beneficiare delle royalties. Tuttavia, la società ha incontrato difficoltà finanziarie a causa dell’aumento dei tassi di interesse e dei cambiamenti nella valutazione delle sue canzoni. Lo scorso ottobre, gli investitori hanno votato contro il fondo nella sua struttura originaria, costringendolo a rivedere le sue opzioni. Blackstone ha vinto la sfida contro Concord Music Group, che aveva precedentemente lanciato un’offerta di acquisto da 1,4 miliardi di dollari. L’operazione rappresenta un importante consolidamento nel settore musicale, con i diritti di importanti cataloghi che passano sotto il controllo di un grande fondo di private equity americano.

WIRED – NEL 2023 SONO STATI VENDUTI PIU’ VINILI CHE CD

Nel 2023, per il secondo anno consecutivo, le vendite di vinili hanno superato quelle dei CD, riportando in auge un formato considerato ormai obsoleto da molti. Secondo i dati dell’Associazione industriale discografica d’America (RIAA), nel 2023 sono stati venduti complessivamente 43 milioni di vinili, sei milioni in più rispetto ai CD. Questo risultato è stato raggiunto nonostante il costo più elevato dei vinili, che ha portato a un incasso totale di 1,4 miliardi di dollari, rispetto ai 537 milioni di dollari generati dalle vendite di CD. È interessante notare che nonostante siano stati venduti circa 700.000 CD in meno rispetto all’anno precedente, il totale delle entrate dalle vendite di CD è aumentato rispetto al 2022. In aggiunta alle vendite di vinili e CD, sono state vendute anche 500.000 musicassette, rappresentando complessivamente l’11% del mercato totale dei media fisici. Tuttavia, il settore della musica continua ad essere dominato dallo streaming, che ha rappresentato l’84% delle entrate totali del settore, raggiungendo un valore record di 14,4 miliardi di dollari nel 2023. Gli abbonamenti a pagamento, i servizi radio digitali e quelli supportati da pubblicità sono stati i principali contributori a questa cifra. Nonostante il successo dei vinili, il settore discografico deve affrontare nuove sfide, come l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa. Secondo il CEO della RIAA, Mitch Glazier, esistono preoccupazioni riguardo al possibile impatto di questa tecnologia sulla creatività musicale e sulla portata culturale della musica. Anche se al momento non è chiaro se gli strumenti sviluppati dalle grandi aziende tecnologiche possano effettivamente minacciare la creatività musicale umana, il settore discografico è già alle prese con le sfide rappresentate, ad esempio, dalla clonazione delle voci degli artisti. Nonostante l’ascesa dello streaming e le nuove sfide tecnologiche, i vinili hanno dimostrato di mantenere un posto speciale nel cuore degli appassionati di musica, contribuendo a mantenere viva l’esperienza della musica su supporto fisico.

WIRED – LE REGOLE SU CHI PU’ RACCOGLIERE IL DIRITTO D’AUTORE IN ITALIA VANNO RISCRITTE

Una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea ha gettato ombra sulle regole italiane per la raccolta del diritto d’autore, definendole una “restrizione alla libera prestazione dei servizi”. La decisione ha implicazioni significative per il mercato italiano della gestione dei diritti d’autore e potrebbe richiedere una revisione completa delle normative nazionali. La questione si concentra sulla distinzione tra le organizzazioni di gestione collettiva (Ogc) e le entità di gestione indipendente (Egi). Fino ad ora, solo le Ogc, che includono enti senza scopo di lucro come Siae, avevano il diritto di raccogliere il diritto d’autore in Italia. Tuttavia, la sentenza della Corte ha stabilito che questa distinzione costituisce una restrizione ingiustificata alla libera concorrenza. Di conseguenza, società private come Soundreef, che opera nel settore della raccolta dei diritti d’autore, ora avranno la possibilità di operare liberamente in Italia. Soundreef, fondata da Davide D’Atri, ha già creato un’associazione chiamata Lea per adeguarsi alle normative nazionali. La società rappresenta migliaia di autori, compositori ed editori, e ha ottenuto l’autorizzazione a raccogliere i diritti per conto di Sesac, una delle più grandi società di gestione al mondo. La sentenza ha anche implicazioni più ampie per il mercato europeo dei diritti d’autore, aprendo la strada alla piena liberalizzazione del settore. Gli avvocati coinvolti nel caso ritengono che la decisione elimini posizioni monopolistiche obsolete e favorisca una maggiore concorrenza e trasparenza nel settore. Tuttavia, la sentenza rappresenta anche una sfida per il governo italiano e il Parlamento, che ora dovranno adeguare la normativa nazionale agli indirizzi della Corte. Questo potrebbe comportare una revisione completa delle leggi italiane sulla gestione dei diritti d’autore, con l’obiettivo di garantire una maggiore equità e trasparenza nel settore. La Commissione cultura del Senato italiano si è già occupata della questione, proponendo misure per garantire un equo compenso agli artisti e aumentare la trasparenza nelle pratiche di raccolta dei diritti d’autore. Tuttavia, la sentenza della Corte potrebbe accelerare questo processo e portare a cambiamenti significativi nel modo in cui i diritti d’autore vengono gestiti e distribuiti in Italia e in Europa.

AGI – “6 CANZONI TRAP SU 10 SONO VIOLENTE CONTRO LE DONNE”

Durante un’audizione davanti alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha denunciato che quasi sei canzoni trap su dieci contengono espressioni violente contro le donne. Garlatti ha evidenziato che il genere trap, pur originandosi in contesti marginali, ha un’ampia diffusione e influenza anche su ragazzi che vivono vite lontane da tali ambienti. Nei testi delle canzoni trap si trovano temi quali autocelebrazione, rabbia, delusione, violenza, disparità di genere e droghe. Tuttavia, l’Autorità Garante ha precisato di non considerare queste canzoni come un’istigazione diretta alla violenza, ma ha sottolineato che il loro successo indica un disagio giovanile diffuso. Secondo Garlatti, sarebbe auspicabile che la trap veicolasse un messaggio positivo, ma purtroppo molte delle canzoni del genere trasmettono messaggi negativi che, nonostante ciò, sono ascoltati anche da giovani che non sembrerebbero essere il loro target principale, ma che condividono con i loro coetanei sentimenti di rabbia. L’autorità ha quindi invitato a porre attenzione su questi problemi, evidenziando la necessità di un’analisi approfondita sul ruolo e sull’impatto della trap nella società contemporanea, soprattutto riguardo alla formazione delle nuove generazioni.

LEGGO – STRISCIA LA NOTIZIA: “2 MILIONI DI VOTI NON CONTEGGIATI” A SANREMO

In una puntata recente di Striscia la Notizia, la rubrica “Rai Scoglio 24” ha portato alla luce un presunto scandalo riguardante il televoto durante la finale del Festival di Sanremo 2024. Secondo quanto riportato dal programma, ben due milioni di voti non sarebbero stati conteggiati, sollevando seri dubbi sulla correttezza della classifica finale e mettendo potenzialmente a rischio la vittoria di Angelina Mango. Il servizio, che è andato in onda su Canale 5, ha sottolineato che questi voti non registrati sarebbero stati causati dalla forte affluenza di partecipanti al televoto, superando addirittura il numero delle preferenze valide registrate, che erano state un milione e mezzo. Questo dato ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’affidabilità del sistema di conteggio dei voti durante l’evento. Secondo quanto riferito dalla fonte citata da Striscia la Notizia, soltanto un operatore telefonico avrebbe comunicato i voti finora, mentre gli altri operatori sono tenuti a rendere noti i dati del televoto. Questa situazione ha generato confusione e preoccupazione riguardo alla correttezza della classifica finale e ha alimentato speculazioni su eventuali manipolazioni dei risultati.

WIRED – LA PIRATERIA MUSICALE E’ TORNATA A CRESCERE: +13%

La pirateria musicale è tornata a crescere. Secondo un rapporto della società di ricerca Muso, l’anno scorso i siti che consentono il download illegale di canzoni hanno registrato un aumento del 13% delle visite. Il dato è sorprendente se si considera che negli ultimi sette anni la pirateria musicale era in calo, grazie soprattutto alla diffusione dei servizi di streaming come Spotify e Apple Music. Cosa spinge gli utenti a scaricare illegalmente? Secondo Andy Chatterley, amministratore delegato di Muso, le ragioni sono diverse: Costi elevati: In alcuni casi, gli utenti non possono permettersi i servizi di streaming musicale. Connessioni mobili costose: In alcune regioni, i costi delle connessioni mobili sono elevati, quindi gli utenti preferiscono scaricare i brani su Wi-Fi. YouTube: Circa il 40% della pirateria musicale avviene tramite siti che “rubano” l’audio dai video di YouTube e lo convertono in file scaricabili. Jack Malon, portavoce di YouTube, ha dichiarato che la piattaforma investe molto per contrastare la pirateria, bloccando i domini che offrono stream ripping e inviando diffide ai gestori di queste applicazioni. Anche la popstar Taylor Swift, con milioni di dischi venduti, non è immune dalla pirateria. La sua discografia è stata scaricata illegalmente meno di 5 milioni di volte nel 2023, ma il suo album “1989 (Taylor’s Version)” è stato scaricato via torrent più di 275mila volte.

GOSSIP SOCIAL

LEGGO – INFLUENCER NEL MIRIRO DELL’ANTITRUST: FOLLOWER FALSI, PUBBLICITA’ OCCULTA E PROMESSE DI FINTI GUADAGNI ONLINE

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha avviato un’azione di controllo su 10 influencer, di cui 6 sono stati sottoposti a procedimenti istruttori, mentre altri 4 sono stati invitati a correggere i loro comportamenti. I principali problemi riscontrati dall’Antitrust riguardano: Promesse di guadagni facili e certi: Luca Marani, Big Luca, Alessandro Berton e Davide Caiazzo pubblicano contenuti in cui offrono metodi per ottenere importanti guadagni, senza però utilizzare alcuna dicitura di advertisement che informi i consumatori della natura pubblicitaria dei contenuti. Mancata evidenziazione di elementi rilevanti per le decisioni di acquisto: i quattro influencer non evidenziano adeguatamente informazioni come il costo dei beni/servizi offerti o l’identità/recapito della società. Gonfiamento del numero di follower: Ludovica Meral Frasca, Sofia Giaele De Donà, Milena Miconi e Alessandra Ventura vanterebbero una popolarità falsata da un considerevole numero di follower non autentici. Pubblicità occulta: le quattro influencer pubblicherebbero contenuti promozionali di brand, hotel e strutture turistiche senza utilizzare alcuna dicitura che ne evidenzi la natura pubblicitaria. L’Unione Nazionale Consumatori auspica che le istruttorie non si concludano solo con moral suasion, ma prevedano anche sanzioni e condanne, laddove sia dimostrata la consapevolezza degli influencer.

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WIRED – LE PROPOSTE DELL’AGCOM PER REGOLARE IL LAVORO DEGLI INFLUENCER

L’Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom) sta lavorando per regolare il lavoro degli influencer con un codice di condotta per content creator, streamer e vlogger. Entro il 3 luglio, l’Agcom vuole raccogliere idee per questo codice, dopo aver introdotto nuove regole per gli influencer con un grande seguito, ispirate all’inchiesta sulla sponsorizzazione dei pandori Balocco da parte di Chiara Ferragni. Le nuove regole richiedono agli influencer di rispettare le stesse norme dei grandi media televisivi. L’Agcom ha coinvolto circa sessanta enti, tra cui agenzie di comunicazione, manager di influencer, studi legali, associazioni di categoria e grandi social network, per identificare chi può essere considerato influencer, distinguere i messaggi pubblicitari e proteggere i minori e altre categorie vulnerabili. Le proposte attuali mirano a definire meglio i criteri per classificare i grandi influencer. Le nuove regole dell’Agcom mirano a regolamentare i creatori di contenuti con almeno un milione di follower, 24 post sponsorizzati nell’anno precedente e un tasso di engagement del 2% negli ultimi sei mesi. Tuttavia, queste soglie sono oggetto di dibattito. Si propone di abbassare il numero di follower richiesti, considerando che anche i micro-influencer o i creatori di contenuti di nicchia possono avere un’influenza significativa. Inoltre, si discute di modificare i criteri di valutazione, passando dall’engagement alle visualizzazioni, per semplificare i controlli. Le grandi piattaforme come Google, LinkedIn, TikTok e Meta sono presenti alle discussioni, ma rimangono in silenzio. Esse ritengono che le regole debbano applicarsi ai creatori di contenuti e non a chi li ospita. L’Agcom ha insistito sulla loro partecipazione per garantire una regolamentazione efficace. Un altro punto cruciale è l’identificazione dei contenuti sponsorizzati. L’Agcom propone l’uso obbligatorio dell’hashtag #pubblicità in italiano, piuttosto che l’internazionale #adv. Le piattaforme hanno sviluppato strumenti interni per segnalare i contenuti pubblicitari, ma i risultati sono variabili. I manager degli influencer esprimono preoccupazioni su regole troppo restrittive. Per quanto riguarda la tutela dei minori, si propone di legiferare sullo “sharenting” (la condivisione di foto e video dei figli da parte dei genitori) e di equiparare il lavoro dei minori per pubblicità o post sponsorizzati a quello nelle professioni artistiche. Questo include l’obbligo per i genitori di aprire un conto corrente intestato al minore, dove versare almeno il 40% dei proventi. Le proposte saranno votate dal consiglio del Garante prima di diventare operative. L’Agcom spera di non chiudere il tavolo dopo il 3 luglio, ma di fissare un primo punto fermo nell’iniziativa, che ha reso il lavoro dell’Autorità più complesso, soprattutto nel campo dei social media. Le riunioni sono state difficili da gestire, coinvolgendo numerosi attori diversi, tra cui grandi editori, agenzie di creator e rappresentanti di influencer come Fedez. Chiara Ferragni, pur essendo rappresentata dalla sua azienda, non ha partecipato personalmente.

ANSA – L’AGICOM VARA NUOVE REGOLE PER IL LAVORO DEGLI INFLUENCER

L’Autorità garante delle comunicazioni, AGCOM, ha varato nuove linee guida per regolamentare il lavoro degli influencer in Italia. Questa mossa mira a fornire regole più adatte a questa professione emergente, che spesso ha operato in un contesto normativo non specifico. Sebbene il testo completo delle linee guida debba essere pubblicato, sono stati annunciati i principi fondamentali. Le regole si applicheranno soprattutto agli influencer più seguiti, con almeno 1 milione di follower su tutte le piattaforme, mirando a equipararli ai media tradizionali. L’obiettivo è far rispettare loro il Testo unico sui servizi di media audiovisivi. In caso di violazioni, le multe previste dal Testo arrivano a 250.000 euro. Gli influencer dovranno aderire a norme più rigorose sulla trasparenza della pubblicità, con sanzioni più severe. Altre regole riguarderanno la tutela dei minori, la trasparenza societaria e le risposte ai requisiti di rimozione o adeguamento dei contenuti. In concomitanza con le nuove linee guida, l’AGCOM ha annunciato l’avvio di un “tavolo tecnico” composto da esperti, incaricato di sviluppare un codice di condotta specifico per gli influencer con un seguito significativo. L’AGCOM, un’autorità indipendente, ha il potere di approvare nuove regole e sanzioni. Questo non esclude gli influencer con meno di 1 milione di follower dall’adempimento degli obblighi legali esistenti. Le nuove norme sono state in fase di sviluppo da oltre un anno e non sono collegate all’attuale indagine su Chiara Ferragni, una famosa influencer italiana. Mentre l’Italia si muove verso una maggiore regolamentazione, altri paesi, come la Francia, hanno già approvato leggi che riconoscono formalmente la professione degli influencer e impongono divieti specifici su determinati contenuti promozionali.

GOSSIP CINEMA

REUTERS – TROVATO L’ACCORDO PER LA FUSIONE DI PARAMOUNT E SKYDANCE

Le multinazionali Paramount e Skydance, entrambe operanti nel settore dell’intrattenimento, hanno annunciato un accordo per fondersi in un’unica società. Skydance acquisterà National Amusements, che detiene la maggioranza delle quote di Paramount, per 2,4 miliardi di dollari. Successivamente, si fonderà con Paramount, offrendo 4,5 miliardi di dollari agli azionisti e aggiungendo altri 1,5 miliardi di dollari al bilancio della società. Paramount avrà 45 giorni per trovare un’offerta migliore, quindi l’acquisizione potrebbe non essere definitiva. Questo accordo segna la fine della proprietà di Paramount da parte della famiglia Redstone, che l’aveva acquisita nel 1993. All’epoca, Sumner Redstone possedeva già Viacom, un conglomerato che includeva network televisivi come MTV e VH1. Viacom si è poi fusa con CBS Corporation nel 2019, diventando Paramount Global, che possiede Paramount Pictures, CBS, MTV, Nickelodeon, Comedy Central, Paramount+, Showtime, Pluto TV, Simon & Schuster, Channel 5 (Regno Unito), Network Ten (Australia), Telefe (Argentina) e Chilevisión (Cile). Skydance, una società di produzione che collabora regolarmente con Paramount Pictures dal 2009, ha prodotto molti film di successo, inclusi quelli delle saghe di Mission: Impossible, Star Trek e Top Gun. David Ellison, fondatore di Skydance e figlio del co-fondatore di Oracle Larry Ellison, dovrebbe diventare presidente e amministratore delegato della nuova Paramount.

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SCENARIECONOMICI – SOUND OF FREEDOM, FILM CONTRO IL TRAFFICO DI MINORI, SUPERA “IL PADRINO” AL BOTTEGHINO

Il film “Sound of Freedom”, focalizzato sul contrasto al traffico di minori, sta guadagnando un successo inaspettato al botteghino, sorpassando addirittura il classico “Il Padrino”. Uscito il 4 luglio, il thriller basato sulla vita di Tim Ballard, ex agente speciale della Sicurezza Nazionale interpretato da Jim Caviezel, segue la creazione dell’Operation Underground Railroad (O.U.R.), un’organizzazione contro il traffico di bambini. Nonostante la produzione indipendente e il passaparola come principale mezzo di diffusione, “Sound of Freedom” si è classificato tra i dieci film più visti negli USA, superando persino titoli più mainstream. Con un incasso totale di 184.178.046 dollari nel botteghino nazionale e 66.392.350 dollari a livello internazionale, il film ha raggiunto un impressionante totale globale di 250.570.396 dollari, superando “Il Padrino” secondo i dati di Box Office Mojo. Nonostante il confronto a valori nominali e considerando l’inflazione, “Il Padrino” avrebbe incassato oggi 1,8 miliardi di dollari. Tuttavia, “Sound of Freedom” è notevole per esser diventato il primo film indipendente post-pandemia a superare i 100 milioni di dollari in patria, realizzando questo risultato con un budget relativamente modesto di 14,5 milioni di dollari. Il film affronta il tema delicato del traffico internazionale di bambini, suscitando l’attenzione di un pubblico appassionato e fedele. Distribuito da Angel Studios, il film ha superato sfide e pregiudizi, proponendosi come un successo inaspettato e controcorrente. In Italia, sarà disponibile su Amazon Prime a partire dal 19-20 febbraio, offrendo una prospettiva unica sul tema, spesso evitato da produzioni cinematografiche più grandi.

WIRED – WARNER BROS E PARAMOUNT DISCUTONO DI FUSIONE

Il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, e il CEO di Paramount Global, Bob Bakish, avrebbero discusso una potenziale fusione dei due giganti dell’intrattenimento durante un incontro il 19 dicembre. Si è ipotizzato che Zaslav abbia anche dialogato con Shari Redstone, presidente di National Amusements Inc., azionista di controllo di Paramount. L’obiettivo è unire gli asset dei due gruppi, creando un colosso globale nell’ambito di cinema, televisione, streaming, parchi divertimento e merchandising. Warner Bros. Discovery, nato dalla fusione di Warner Media e Discovery Inc., possiede marchi come HBO, CNN, DC Comics, Cartoon Network e HBO Max. Paramount Global, formato da ViacomCBS, include CBS, Paramount Pictures, MTV, Showtime, Bet, Nickelodeon, Comedy Central, Paramount+ e Pluto TV. La fusione potenzialmente rafforzerebbe l’offerta streaming combinando i contenuti di HBO Max e Paramount+, creando una library competitiva con Netflix e Disney, includendo franchise come Harry Potter, Il Signore degli Anelli, Dc Universe (Warner) e Top Gun, Mission: Impossible, Transformers, Star Trek (Paramount). Mentre offerte per acquisizioni di quote e canali da parte di altre società si delineano, il settore dell’intrattenimento si prepara a possibili cambiamenti in un mercato altamente competitivo.

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