La pista londinese dietro l’inchiesta su Equalize

Uno degli hacker coinvolti ha rivelato che un gruppo di persone, situato all’estero e in particolare a Londra, avrebbe avuto un’influenza decisiva sull’attività della società Equalize e dei suoi membri

La pista londinese dietro l'inchiesta su Equalize

L’inchiesta su Equalize, una presunta rete di cyber-spie, svela nuovi dettagli su un possibile legame con Londra. Massimiliano Camponovo, uno degli hacker coinvolti, ha testimoniato davanti al pubblico ministero per oltre nove ore, rivelando che un gruppo di persone, situato all’estero e in particolare a Londra, avrebbe avuto un’influenza decisiva sull’attività della società Equalize e dei suoi membri.

Il ruolo di Camponovo

Camponovo, informatico e investigatore privato attualmente ai domiciliari insieme all’ex poliziotto Carmine Gallo e al presunto capo degli hacker Nunzio Samuele Calamucci, ha fornito numerose informazioni all’autorità giudiziaria, assistito dal suo avvocato Roberto Pezzi. Durante l’interrogatorio, condotto dal pm Francesco De Tommasi della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Camponovo ha risposto a domande su diversi aspetti dell’indagine, dalle operazioni di Equalize agli incarichi ottenuti dalla società guidata da Enrico Pazzali, che nel frattempo si è autosospeso dalla presidenza della Fondazione Fiera Milano.

La “mano oscura”

Camponovo ha ribadito di essere stato solo un esecutore e di non aver mai ricoperto ruoli di vertice nella presunta rete di spionaggio. Ha nuovamente fatto riferimento a una “mano oscura”, espressione utilizzata nelle sue prime dichiarazioni, per indicare l’esistenza di dinamiche interne ed esterne che avrebbero condizionato l’attività della società. Questi elementi emergono anche dagli atti dell’indagine, in cui si ipotizzano possibili legami con servizi segreti, inclusi quelli stranieri.

La pista londinese

Dalle dichiarazioni di Camponovo emerge che un “gruppo di persone all’estero“, situato in particolare a Londra, potrebbe aver influenzato le attività della rete di cyber-spie di Equalize. Questo “livello superiore” avrebbe avuto legami definiti “inquietanti”, specialmente con Nunzio Samuele Calamucci, uno degli hacker arrestati insieme a Carmine Gallo. Nel verbale del 5 novembre, Camponovo ha ammesso le sue responsabilità, dicendo: «So che ho sbagliato», e ha parlato apertamente della sua paura per quella “mano oscura” che, secondo lui, avrebbe operato dall’estero.

  • Carmine Gallo: ex poliziotto e figura centrale nell’inchiesta.
  • Nunzio Samuele Calamucci: presunto capo degli hacker coinvolti.
  • Enrico Pazzali: presidente della Fondazione Fiera Milano.
  • Massimiliano Camponovo: informatico e testimone chiave dell’inchiesta.
  • Francesco De Tommasi: pubblico ministero che conduce l’interrogatorio.

L’indagine continua a rivelare dettagli inquietanti sulle modalità operative del gruppo coinvolto nella violazione dei dati e sui legami tra i membri di Equalize e alcuni soggetti legati alla mafia. Le autorità stanno valutando l’impatto potenziale di queste informazioni sull’integrità delle indagini in corso.

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