Emergenza idrica in Basilicata: procura della Repubblica di Potenza avvia un’inchiesta per indagare sulla situazione

In Basilicata, un’emergenza idrica sta colpendo 29 comuni, tra cui Potenza, dove l’erogazione dell’acqua è limitata a sole 12 ore al giorno. La Procura della Repubblica di Potenza ha avviato un’inchiesta per indagare sulla situazione, autorizzando i Carabinieri a raccogliere documenti da diverse autorità competenti. Secondo i comitati locali, la crisi non sarebbe dovuta solo alla siccità, ma anche a perdite significative nell’impianto idrico. Inoltre, l’acqua potabile proviene da un fiume inquinato, il Basento, suscitando preoccupazioni tra i cittadini riguardo alla qualità dell’acqua fornita

A Potenza, in Basilicata, è in corso un’emergenza idrica che coinvolge 29 comuni, compreso il capoluogo. Da diverse settimane, l’erogazione dell’acqua è limitata a sole 12 ore al giorno, dalle 6:30 alle 18:30, interessando circa 140.000 cittadini. La situazione ha spinto la Procura della Repubblica di Potenza ad avviare un’inchiesta, autorizzando i Carabinieri del Nucleo investigativo e del Nucleo antisofisticazione e sanità a raccogliere documenti presso le sedi di Acquedotto lucano, Arpa Basilicata, Autorità di Bacino della Basilicata e Acque del Sud.

Secondo comitati locali e attivisti, la crisi idrica non è dovuta solo alla mancanza di acqua o alla siccità, ma principalmente alle perdite significative nel sistema idrico. L’Istat ha riportato che il 62% dell’acqua destinata ai cittadini di Potenza viene persa a causa delle condizioni dell’impianto. Inoltre, per fronteggiare la situazione, è stata proposta la potabilizzazione delle acque del fiume Basento, noto per essere inquinato e dove vengono scaricati rifiuti industriali. L’acqua di questo fiume viene convogliata da un invaso della diga del Camastro, che è quasi vuota.

I cittadini hanno segnalato che l’acqua che arriva nei loro rubinetti appare torbida e di colore lattiginoso. Per migliorare la situazione idrica, è in fase di realizzazione un canale che collegherà le dighe di Genzano e Acerenza. Questo progetto è finanziato con 20 milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ed è iniziato all’inizio di novembre, con completamento previsto per il 2025. L’assessore regionale alle infrastrutture, Pasquale Pepe, ha definito questo intervento come un “gioiello ingegneristico”.

Il Partito Democratico ha criticato il governo regionale guidato da Vito Bardi per la gestione della crisi idrica, chiedendo interventi più efficaci per risolvere i problemi legati all’approvvigionamento dell’acqua.