Cosa si sa della strage di famiglia a Nuoro

Un operaio forestale di 52 anni ha ucciso a Nuoro con un’arma semiautomatica regolarmente detenuta la moglie, due figli e un vicino, poi si è tolto la vita in casa della madre anziana, dopo averla ferita

Cosa si sa della strage di famiglia a Nuoro

Un operaio forestale di 52 anni ha ucciso ieri a Nuoro con un’arma semiautomatica regolarmente detenuta la moglie, due figli e un vicino, poi si è tolto la vita in casa della madre anziana, dopo averla ferita. Ancora da chiarire il movente della strage: a carico dell’uomo non risulta alcuna segnalazione di denunce o violenze familiari. Attesa l’autopsia sui corpi.

I fatti

Strage in famiglia a Nuoro dove ieri mattina un operaio forestale – Roberto Gleboni, 52 anni – ha aperto il fuoco contro la sua famiglia e ha ucciso la moglie Maria Giuseppina Massetti, 43 anni, e la figlia Martina, di 25 anni. Dopo aver ucciso la moglie e la figlia, e aver ferito altri due figli e l’anziano vicino, si è tolto la vita nella casa dell’anziana madre, Maria Esterina Riccardi, dopo aver colpito anche lei. Trasportati all’ospedale San Francesco in condizioni disperate, il figlio di 10 anni e il vicino non ce l’hanno fatta. Il bilancio è quindi agghiacciante: cinque morti e due feriti.

L’uomo, dopo aver impugnato una semiautomatica calibro 7.65, regolarmente detenuta, per motivi sconosciuti ha iniziato a sparare verso la moglie e i suoi tre figli. Giuseppina Massetti e la figlia Martina muoiono sul colpo. L’uomo ha poi rivolto l’arma verso gli altri due figli, di 14 e 10 anni. Successivamente si è diretto verso il pianerottolo e ha sparato contro Paolo Sanna, pensionato di 69 anni, proprietario della casa che i Gleboni hanno in affitto, nonché inquilino al terzo piano del palazzo, sceso al piano terra forse perché aveva sentito gli spari. L’uomo viene ferito gravemente. Poi l’operaio è uscito di casa in tutta fretta per dirigersi verso l’abitazione di sua madre, contro la quale ha puntato l’arma ferendola al viso, fortunatamente in maniera non grave, prima di togliersi la vita sparandosi un colpo alla tempia in cucina.

Il movente

Ancora non chiaro il movente della strage: a carico di Roberto Gleboni non risulta alcuna segnalazione di denunce o violenze in famiglia. Intanto, è stata ritrovata la pistola usata dall’uomo. Si tratta di una calibro 7.65, regolarmente detenuta; Gleboni era un appassionato di armi e possedeva il porto d’armi. La pistola era a casa dell’anziana madre, dove Gleboni si era recato dopo aver sparato alla moglie, ai tre figli e a un vicino di casa.

La testimonianza dei sopravvissuti

Saranno gli inquirenti a ricostruire l’accaduto dopo aver sentito le persone più vicine alla famiglia. Fondamentale sarà il racconto dei sopravvissuti che potranno dare la chiave per capire cosa ha scatenato la strage per mano di un uomo da sempre appassionato di armi per uso sportivo. Di certo c’è che l’operaio forestale, quando ha sparato con la sua semiautomatica 7.65, ha colpito tutte le vittime alla testa, come se ci fosse una determinazione nel voler sterminare tutta la famiglia e con la stessa foga ha colpito il vicino di casa.

Primo esame medico-legale ma autopsia sabato

Sui corpi delle vittime è stato effettuato un primo esame esterno dal medico legale. L’autopsia verrà effettuata molto probabilmente sabato mattina nel cimitero comunale di Nuoro. Fondamentale sarà il racconto dei sopravvissuti per fornire dettagli importanti e cercare di comprendere cosa ha scatenato la follia omicida dell’uomo, da sempre appassionato di armi per uso sportivo. Di certo c’è che Gleboni, quando ha sparato, ha colpito tutte le vittime alla testa.

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